Farmaci equivalenti o farmaci di marca? Breve guida ai farmaci equivalenti

Hanno affrontato test, sono in tutto e per tutto simili ai loro corrispettivi di marca, ma a volte si alza un sopracciglio di fronte ai farmaci equivalenti: come orientarsi, ma richiedendo sempre un aiuto medico.

I farmaci equivalenti, conosciuti come farmaci generici, rappresentano una realtà praticata da moltissime persone. Accade perché hanno un costo inferiore ai farmaci che contengono lo stesso principio attivo ma sono “di marca”, e quindi più persone possono permetterseli, in base alle proprie economie.

Ma in tanti si interrogano per capire di più: così abbiamo raccolto informazioni per fare chiarezza, ma ricordiamo, se avete dubbi personali sulla questione, chiedete al vostro medico o alla vostra medica di fiducia. Loro sanno cosa è meglio per voi: ci sono farmaci che innescano allergie o sindromi, e bisogna prestare attenzione.

Cosa sono i farmaci equivalenti?

Per capire cosa siano, vale la pena citare l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), che è la massima autorità nazionale su quest’ambito, tanto più che autorizza medicinali e dispositivi:

Un farmaco equivalente è una copia del suo farmaco di riferimento (farmaco “di marca” o “griffato”) presente sul mercato già da molti anni e il cui brevetto sia scaduto. Infatti, un farmaco equivalente (o generico) non può essere messo in commercio se il brevetto del medicinale di marca è ancora valido. Il decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 definisce il medicinale generico come “un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità”.

Le differenze tra farmaci equivalenti e farmaci di marca

Farmaci equivalenti
Fonte: Unsplash

Non c’è nessuna differenza tra i farmaci equivalenti e i loro corrispettivi “di marca”, come si legge su Humanitas, se c’è lo stesso principio attivo, lo stesso dosaggio, lo stesso canale di somministrazione. Questo almeno dal punto di vista medico.

Dal punto di vista pratico, ci sono farmaci equivalenti e loro corrispettivi che si acquistano con ricetta, altri per cui la ricetta non occorre. Il prezzo è la vera differenza: il farmaco generico può arrivare a costare da poco meno a molto meno.

Efficacia e sicurezza dei farmaci equivalenti

I farmaci equivalenti sono efficaci e sicuri nella stessa misura dei corrispettivi “di marca”. Come detto, c’è un ente che approva la loro immissione in commercio, cioè l’Aifa, e quindi tutti i medicinali sono sottoposti ai medesimi test (più uno di bioequivalenza).

Certo, la percezione potrebbe essere differente, e lì si avvia un fenomeno chiamato effetto placebo, ma ne parleremo tra poco.

Farmaci equivalenti: quali sono i vantaggi?

Farmaci equivalenti
Fonte: Unsplash

Come detto, il solo vantaggio è quello economico. In Italia i farmaci si suddividono, dal punto di vista della spesa pubblica, in tre classi: a totale carico del servizio sanitario nazionale, a parziale carico del servizio sanitario nazionale, a totale carico del paziente.

Utilizzare un farmaco generico comporta quindi, in base al fatto che il corrispettivo rientri in una di queste tre classi, un risparmio in termini di spesa pubblica oppure di spesa personale (o entrambe, nei casi in cui appunto la spesa è ripartita). E i farmaci generici arrivano a costare fino al 20% in meno.

I dubbi e le percezioni su qualità ed effetti collaterali

Ci sono sempre molti dubbi su tutto ciò che riguarda la medicina: a parte chi ha studiato, è chiaro che per gli altri è una materia sconosciuta, in cui però si deve addentrare ogniqualvolta avviene qualcosa che riguardi la propria salute. Probabilmente la percezione sui farmaci generici non è sempre favorevole: c’è chi crede siano meno efficaci rispetto a quelli “di marca”. In realtà accade appunto per un effetto placebo: ci sentiamo più rassicurati (e quindi pensiamo abbiano una maggiore efficacia) da un prodotto che ha un costo maggiore e un marchio riconosciuto, ma si tratta di un bias, non della realtà.

Mettiamola così: il farmaco generico diventa tale quando è scaduto il brevetto. È un po’ come il discorso sul diritto d’autore e in ogni Paese ci vogliono un tot di anni per l’utilizzo di un’immagine o di un personaggio. Oggi, in tutto il mondo, si può infatti riprodurre liberamente Braccio di Ferro, perché i diritti d’autore sono scaduti. Ma non è un Braccio di Ferro contraffatto, è lo stesso personaggio, è solo libero dal diritto d’autore. Un farmaco generico è libero dal brevetto, ma è sempre un’azienda che l’ha prodotto e l’Aifa che lo ha autorizzato.

Naturalmente la scelta se assumere un generico o il farmaco “di marca” può e deve essere preso di concerto con il medico o la medica, sia che sia prescritto, sia che non lo sia. Come accennato, un medicinale non va scelto alla leggera e ci vuole il parere di un esperto o un’esperta per giungere a una soluzione che, come sempre, salvi capra e cavoli: riesca a curare e non svuoti il portafogli, neppure quello dello Stato.

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