Come calcolare la tua età biologica
Ognuno di noi ha un'età anagrafica e una biologica: la prima non possiamo cambiarla, ma possiamo agire sullo stile di vita per abbassare la seconda.
Ognuno di noi ha un'età anagrafica e una biologica: la prima non possiamo cambiarla, ma possiamo agire sullo stile di vita per abbassare la seconda.
L’età biologica indica il livello di invecchiamento e di danno cellulare verificatisi all’interno del corpo nel corso della vita. Le cellule, che costituiscono tessuti e organi, sperimentano l’invecchiamento come una riduzione della loro capacità di funzionare nel tempo. Il tasso di questa riduzione può essere influenzato da fattori come la genetica e le abitudini di vita e permette di stimare lo stato di salute e la durata della vita.
Ciascun organo o tessuto ha la propria età biologica, la cui somma determina l’età biologica complessiva. Ad esempio, qualcuno che trascorre molto tempo al sole, ma segue anche una dieta a base vegetale potrebbe avere una pelle con un’età biologica elevata (il che significa che la sua pelle sembra, si sente e agisce come se fosse più vecchia di quanto non sia) e un cuore con una bassa età biologica (il che significa che il cuore è stato ben mantenuto e agisce come se fosse più giovane di quanto non sia in realtà).
Idealmente, l’età biologica dovrebbe essere inferiore all’età effettiva, anche se è comunque un ottimo segno se i due numeri corrispondono. In questo caso, infatti, significa che il corpo sta invecchiando in modo appropriato, mentre se è inferiore all’età anagrafica significa che il corpo sta invecchiando più lentamente di quanto sia tipico per la fascia d’età.
Quando l’età biologica è superiore a quella effettiva, invece, questo potrebbe significare che ci sono stati molti danni alle cellule e che il corpo sta invecchiando più rapidamente rispetto a quello delle persone che hanno lo stesso numero di anni.
Mentre non possiamo fare nulla per il numero di anni che abbiamo vissuto, possiamo migliorare l’età biologica, riducendo il danno nelle cellule nel tempo apportando modifiche alla dieta e allo stile di vita.
Ognuno di noi ha due età diverse: anagrafica e biologica. L’età anagrafica corrisponde al numero di anni in cui una persona è stata in vita, mentre l’età biologica si riferisce allo stato del suo corpo.
Il numero di giorni, mesi o anni in cui una persona è vissuta non cambia, indipendentemente dallo stile di vita, anche facendo esercizio quotidiano e adottando le migliori abitudini alimentari. Il modo in cui invecchiamo, però, pur rimanendo fuori dal nostro controllo (essendo principalmente influenzato dalla genetica), può essere influenzato (in positivo e in negativo) da fattori esterni, tra cui dieta, esercizio fisico, stress e fumo.
L’età biologica, detta anche età fisiologica, prende in considerazione molti fattori dello stile di vita, tra cui dieta, esercizio fisico e abitudini del sonno, solo per citarne alcuni. Molti gerontologi ritengono che l’età anagrafica sia una cifra incompleta, perché non tiene conto di questi fattori esterni.
Esistono diversi modi per calcolare l’età biologica: il più affidabile è attraverso i cosiddetti “biomarcatori“. Un biomarcatore, abbreviazione di “marcatore biologico”, è una misura oggettiva che indica la salute di una cellula o di un organismo. I livelli di colesterolo, i livelli di zucchero nel sangue e la frequenza cardiaca sono esempi di biomarcatori comuni utilizzati per valutare la salute del corpo.
Uno di questi è la metilazione, che viene definita «come la ruggine su un tubo. Quello che la ruggine fa al metallo, la metilazione fa alle tue cellule». Detto in termini tecnici, le modificazioni epigenetiche sono cambiamenti chimici che si verificano nel codice del DNA contenuto nelle cellule con l’età. Questi cambiamenti sono chiamati metilazione.
L’aumento della quantità di metilazione interrompe il normale funzionamento della cellula in modo che non possa svolgere in modo efficiente il lavoro per cui è progettata. Questo calo di efficienza è la causa alla base di quelli che consideriamo i segni dell’invecchiamento: cambiamenti nel colore dei capelli, comparsa di rughe, aumento del dolore articolare e così via.
Un altro biomarcatore che gli scienziati utilizzano sono i glicani, molecole di zucchero che si legano alle molecole di immunoglobuline (IgG). La quantità di glicani che si legano alle IgG cambia significativamente con l’età e ha un effetto diretto sul sistema immunitario e sull’infiammazione: questo permette di sfruttare il glicano per misurare l’età biologica, anche se con minore precisione rispetto alle modificazioni epigenetiche, come la metilazione.
Entrambi i biomarcatori sono stati utilizzati per sviluppare i cosiddetti “orologi dell’invecchiamento“, strumenti che predicono in modo affidabile l’età biologica di un organismo o di un tessuto analizzando i biomarcatori e, grazie a un esame del sangue, offrono modi accessibili per valutare il tasso di invecchiamento e la salute delle proprie cellule, oltre che per determinare l’efficacia delle abitudini di vita nel prolungare la longevità.
Una volta effettuato il calcolo dell’età biologica, è possibile capire se è necessario apportare delle modifiche al proprio stile di vita per abbassarla. Non è però necessario conoscere i risultati per cambiare il proprio stile di vita in meglio: ecco alcuni suggerimenti pratici che possono aiutare a ridurre l’età biologica:
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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