La menopausa è destabilizzante. Se la riserva ovarica certifica la nostra appartenenza al genere femminile, la sua cessazione ci fa precipitare in un universo di indeterminatezza e sconforto e quel prefisso μήν (mén), così innocuo in lingua greca nel suo significato di “mese”, in italiano sembra alludere a una vita organizzata per sottrazione: meno estrogeni e dunque meno collagene, desiderio, capelli; minor capacità seduttiva; carenza di sonno; perdita di memoria; scomparsa del girovita.

Sconcertate da trasformazioni che vediamo avvenire contro la nostra volontà, cerchiamo rassicurazioni nello sguardo di chi amiamo: degli uomini, ad esempio. Il che, come dimostra lo screenshot che segue, può rivelarsi una pessima idea.

Intendiamoci: gli uomini tendenzialmente della menopausa se ne fregano, occupandosene distrattamente e solo nella misura in cui questa impatta nelle loro vite. Non registrano le scosse di assestamento del climaterio in cui corpo e anima fanno la muta per adattarsi al nuovo equilibrio ormonale; rimangono inconsapevoli dei disagi che questo comporta e indifferenti al nostro smarrimento verso un corpo che cambia nella forma e nel colore.

Per loro la menopausa è una roba semplice, il giro di boa che attesta che prima eravamo giovani, dopo no. Per questo Gianluca non si capacita che la cantante Paola Turci possa presentarsi sul palco in minigonna e tacchi a spillo, orgogliosa dei suoi 56 anni, come se fosse ancora in fase follicolare. Il mio amico non sa che quando le scosse di assestamento cessano ci si scopre libere: libere di cambiare, libere di fare ciò che si vuole del proprio corpo e dunque anche libere di somigliare alle se stesse di sempre indipendentemente dall’età.

Ma rimane il problema: tu, Gianluca, e voi, signori uomini, come pensate che debba apparire una donna in menopausa?
“Non saprei – risponde il mio amico, sconcertato – forse come una donna che ha smesso di curarsi a causa della diminuzione del desiderio.”

Eccola là, la semplificazione maschile. La realtà è che a molte non interessa più curarsi come facevano prima perché non si avverte più l’esigenza di compiacere qualcuno, si può consapevolmente scegliere di restare fuori dai giochi di potere seduttivo e pretendere di essere prese sul serio solo intellettualmente, ché si sono vissute talmente tante cose da saperne più di tutti.

Il fatto di essere al di là dalla catena riproduttiva, poi, pone donne e uomini su piano di parità e questo fa tanta paura al patriarcato che di fatto, nei secoli, ha provveduto a demonizzare le donne anziane punendo la loro ostentata libertà – libertà grazie alla quale l’aspetto curato di Paola Turci e quello arruffato di Daria Bignardi sono facce di una stessa medaglia.

“Se si va più in profondità nel discorso, bisogna ammettere che nella donna in menopausa qualcosa cambia – confessa il ginecologo Pirgiorgio Stortoni -. Non mi soffermerò a spiegare la complessità delle variazioni ormonali, il loro impatto sul sistema neuronale e tutto quel complesso sistema della fisiologia femminile che dona alle donne i superpoteri. Mi limiterò a dire che una donna in menopausa quei superpoteri li perde: la sua mente talvolta si annebbia, dimentica cosa deve fare e cosa doveva prendere, la sua soglia di tolleranza si abbassa, sa bastare a se stessa e ha con il sesso un rapporto disincantato.

Insomma: secondo me una donna in menopausa diventa un uomo”

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