Uno degli aspetti più interessanti del podcast di Michelle Obama sulla menopausa  è che non parla di menopausa.

Non subito, almeno, ché un argomento così ostico suggerisce cautela anche se sei stata la donna più potente d’America. Il dialogo – brillante, sincero, sorprendente – tra l’ex first lady e la ginecologa Sharon Malone è in realtà uno di quei flussi di coscienza tra amiche grazie ai quali le ragazze di ogni età fanno il punto della situazione e delle loro vite, dunque imprescindibile.

Si parla di pubertà, di maternità faticose, di invecchiamento, di uomini che non capiscono anche se credono di sì. “Barack nella sua amministrazione era circondato da donne, molte delle quali in menopausa. Le vedeva sudare all’improvviso senza ragione e se ne stupiva: cosa diavolo sta accadendo? Nulla di che – rispondevano loro – è questo che accade alle donne della nostra età. La soluzione suggerita era semplicemente di alzare i condizionatori.”

Michelle ritiene che gli uomini non abbiano assolutamente idea di cosa accada al corpo e alla mente di una donna in preda a sconquasso ormonale da menopausa, per questo invita a lasciar da parte le cuffie perché anche loro ascoltino quello che le signore hanno da dire. Tacere le questioni relative ai corpi femminili e al loro invecchiamento è infatti un comportamento che ha delle ricadute dirette sulla salute delle donne sin dalla pubertà.

“Educazione sessuale e salute vanno di pari passo” dichiara Michelle mentre l’amica Malone annuisce in approvazione “Quando le bambine iniziano a fare domande sulla sessualità si può avere la tentazione di rimandare la risposta a un secondo momento, quando saranno più grandi, ma sarebbe un errore perché potrebbe non esserci una seconda possibilità: loro avvertono il nostro imbarazzo e imparerebbero che ci sono argomenti che è preferibile non trattare. Per me è sempre stato prioritario che le figlie si trovassero a proprio agio nel loro corpo e che non vi fossero argomenti off limits: non avrei potuto permettere che fosse un altro dodicenne a parlare loro di sesso, sviluppo e crescita. La sessualità, peraltro, è strettamente correlata alla salute: se toccare il seno ti mette a disagio, ad esempio, potresti non accorgerti della presenza di noduli. Information is power e questo vale tanto più quando si affronta la menopausa, l’ultimo tabù: anche qui vale il detto secondo cui “non puoi conoscere la risposta della domanda che non poni”.

La conversazione sugli impicci del corpo femminile e i suoi cambiamenti va dunque assolutamente normalizzata (anche se, tocca dirlo, quando il discorso cade sulla menopausa persino l’eloquio brillante di Michelle Obama inciampa su imbarazzati “you know”.)

Michelle Obama e la dottoressa Malone concordano sul fatto che le informazioni sulla menopausa siano poche, deficitarie e ricoprano esclusivamente gli aspetti clinici della faccenda.

“Sappiamo che perimenopausa è l’anno che precede l’ultima mestruazione e il post-menopausa è l’anno successivo a questa. E basta. Nessuno ci dice che si entra in menopausa all’improvviso, senza averne la consapevolezza: hai un ciclo mestruale e non sai che sarà l’ultimo. Da lì si entra in un tourbillon ormonale ed emotivo simile a quello vissuto col menarca. Di fatto, menopause is puberty in reverse”.

Ancora, ogni menopausa è diversa: così come, durante il ciclo, c’è chi si rotola nel letto dal dolore e chi quasi non se ne accorge, il corredo genetico e la costituzione corporea di ciascuna permette ad alcune fortunate di attraversare lo sconquasso ormonale senza nessuno dei disagi tradizionalmente associati alla menopausa quali sbalzi d’umore, insonnia, perdita di memoria e caldane. La maggior parte di noi, invece, si avvierà in un periodo di turbolenze di durata incerta. “Anche le persone più equilibrate potranno sperimentare episodi di depressione e avere un peggioramento degli stati di ansia. Chi non ne ha mai sofferto potrebbe cominciare a farlo” precisa la dottoressa Malone. La buona notizia è che questi problemi sono temporanei; la cattiva è che lasceranno il posto ai successivi e più duraturi come, you know, rapporti dolorosi e incontinenza urinaria.

E cosa dire della terapia ormonale sostitutiva? La dottoressa Malone la consiglia e Michelle Obama confessa di averne fatto uso.

“Quando ho iniziato a soffrire per le caldane avevo molte cose da fare nella vita, tipo la First Lady. Una volta, a bordo dell’elicottero presidenziale Marine One, ho iniziato ad avere hot flashes: ero vestita elegante per un evento ed è stato come se qualcuno mi avesse messo dentro una fornace e l’avesse accesa al massimo. Ho cominciato a sciogliermi nel sudore pensando È assurdo, non posso assolutamente farcela.”

Michelle confessa le difficoltà di non avere interlocutori validi con cui trattare i disagi che sopraggiungono quando gli estrogeni calano e il corpo impazzisce.

“Ci sono situazioni quotidiane che può essere davvero difficile affrontare in menopausa. Indossare un completo al lavoro, ad esempio, può rivelarsi un’autentica sofferenza. È importante che le donne ne parlino affinché si verifichi un cambiamento culturale: dal dress code alla temperatura degli uffici, non esiste ambiente di lavoro funzionale alle necessità delle donne in menopausa ed è anche per questo che è giunta l’ora che reclamino il loro spazio nella società. Questo periodo è fisiologico e inevitabile nella vita di ogni donna, eppure continuiamo a fingere che non esista.”

Secondo la dottoressa Malone la menopausa può essere vissuta come una forma di empowerment.

“Se non diamo valore a ciò che accade al nostro corpo, non possiamo celebrarne la meraviglia: si predispone all’attività riproduttiva da quando nasciamo – ovula, partorisce, subisce continue fluttuazioni ormonali – finché all’improvviso tutto si ferma. C’è del potere in questo eppure ci viene detto di tacere, di non indagare, di provarne imbarazzo. Ma c’è di più: la menopausa è quel momento in cui torniamo a essere la nostra stessa priorità. Per tutta la vita ci siamo occupate le esigenze degli altri, i nostri genitori, i nostri compagni, i nostri figli. Con la menopausa arriva la consapevolezza di aver fatto tutto quello che ritenevamo di dover fare e cominciamo finalmente a compiacere noi stesse. Quando ho compiuto sessant’anni mi sono fatta un regalo: mi sono data il permesso di dire sì a tutto ciò che desideravo e no a tutto ciò che rifiutavo. Gli uomini si danno questo permesso non appena arrivano alla maggiore età. Per questo dico che le donne dovrebbero pensare alla menopausa non come la fine di qualcosa, ma come l’inizio di un nuovo capitolo delle loro vite: più libero, consapevole e felice.”.

La futura presidentessa degli Stati Uniti si dichiara totalmente d’accordo.

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