Soprattutto con l’avanzare dell’età, ma non solo, è possibile trovarsi di fronte a improvvise dimenticanze, lacune nella memoria, alterazioni a livello umorale, difficoltà a concentrarsi. Questo insieme di condizioni viene definito con il termine di decadimento cognitivo.

Si tratta di un declino cognitivo che comporta la conseguente perdita di una o più funzioni cognitive, quelle che ci permettono di interagire e percepire il mondo circostante e di relazionarci con esso e con gli altri. Ma cos’è esattamente questo processo, perché avviene e come fare per capire se è già in atto oppure no?

Cos’è il decadimento cognitivo?

Come visto, quando si parla di decadimento cognitivo si indica quella condizione per la quale alcune funzioni cognitive (non sono uguali per tutti) iniziano ad avere delle mancanze fino a perdersi in parte o completamente.

Per funzioni cognitive si intendono il linguaggio, la memoria, l’attenzione, la percezione degli oggetti, la capacità motoria, la percezione spazio-tempo, le funzioni esecutive. Insomma, tutto ciò che ci pone in relazione con l’ambiente circostante, permettendoci di percepirlo, e con gli altri.

Una condizione che interessa in modo particolare le persone anziane e che si manifesta parallelamente all’invecchiamento stesso, ma che si può presentare anche in modo prematuro per via dello stile di vita condotto dalla persona che lo manifesta, interessando un gran numero di soggetti.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, i casi di decadimento cognitivo e di demenza nel mondo sono circa 50 milioni. Numero che si pensa possa salire di circa tre volte nel corso dei prossimi trent’anni. E questo anche a causa, appunto, dello stile di vita che si segue.

Le cause del decadimento cognitivo

Oltre al naturale avanzamento dell’età e all’invecchiamento fisiologico a cui corpo e mente sono sottoposti, infatti, anche il modo in cui si vive può influire notevolmente sul declino cognitivo, anticipandone le tempistiche. Tra i fattori che possono agire a favore e portare al decadimento cognitivo, per esempio, ci sono:

  • l’obesità;
  • l’abuso di alcol;
  • l’abuso di sostante stupefacenti o tossiche con effetto sulle funzionalità cerebrali;
  • un maggior rischio di patologie cardiovascolari;
  • fattori genetici.

Ma anche:

  • il diabete;
  • il fumo:
  • la vita sedentaria;
  • la depressione;
  • alti livelli di colesterolo;
  • la mancanza, nel corso della vita, di stimoli intellettivi e/o sociali.

Tutti fattori che contribuiscono a favorire il decadimento cognitivo e i sintomi a esso collegati.

I sintomi del decadimento cognitivo

Tra quelli più comuni e legati a un decadimento cognitivo ci sono:

  • la difficoltà nell’immagazzinare informazioni nuove;
  • l’incapacità a ricordare ciò che è stato fatto nel breve periodo, anche poco tempo prima;
  • il dimenticare dove si sono lasciate le cose;
  • l’impossibilità a ricordare gli appuntamenti presi o eventuali impegni;
  • la ripetizione della stessa cosa, affermazioni o domande, all’interno della stessa conversazione;
  • la maggior irritabilità durante le conversazioni;
  • la tendenza a confondere date, eventi, luoghi, ecc.
  • la perdita di interesse verso le proprie abitudini e/o attività quotidiane;
  • disturbi del sonno.

Oltre ovviamente, alla difficoltà maggiore a esprimersi, a stare attenti, a muoversi, a percepire lo spazio circostante, come una sorta di spaesamento.

Tutti aspetti che possono impattare notevolmente la qualità della vita di chi soffre di decadimento cognitivo e che è bene provare a interpretare in modo preventivo.

Decadimento cognitivo: come comportarsi?

Oltre alla valutazione dei sintomi collegabili al decadimento cognitivo, esistono tutta una serie di test medici per valutare la propria salute neurologica e se è in atto o meno un deficit della stessa.

Questi test si basano essenzialmente su una serie di domande (come nel test di Pfeiffer) volte a indagare determinati aspetti della capacità cognitive del soggetto. Focalizzandosi sugli aspetti maggiormente sensibili come la memoria a lungo termine, il rapporto spazio temporale e la capacità di concentrazione.

Il test di valutazione dello stato di decadimento cognitivo si può fare anche attraverso degli strumenti (MMSE o mini mental state evaluation) che vanno a esplorare le diverse funzioni cognitive e le sue modificazioni del corso del tempo, valutandone l’andamento, oppure attraverso delle scale di valutazione della gravità del deterioramento stesso, utile per comprenderne e monitorarne il decorso e l’eventuale insorgere della Malattia di Alzheimer.

Tutti strumenti che, insieme ad altri test più specifici eseguibili solo da uno specialista, possono dare un’idea del proprio stato cognitivo e permettere al soggetto di adottare dei comportamenti per rallentarne il decadimento tra cui:

  • fare attività fisica;
  • seguire un’alimentazione sana ed equilibrata;
  • prendersi cura della propria salute fisica che mentale;
  • tenere il cervello in allenamento, per esempio scrivendo o leggendo;
  • coltivare relazioni sociali;
  • aumentare la propria abilità mentale;
  • lavorare sul proprio modo di pensare.

Comportamenti e buone abitudini utili a mantenere il cervello “giovane”, rallentando e prevenendo la possibilità di imbattersi in modo prematuro nel decadimento cognitivo e aumentando la qualità della propria vita e del proprio benessere mentale e fisico.

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