Molti e molte di noi hanno visto il film Patch Adams, aprendosi così a una realtà che fino all’uscita della pellicola era forse poco conosciuta: una realtà che lavora in silenzio e porta un sorriso sulla bocca di chi soffre in particolare i più piccoli. Benché il film sia molto bello e racconti di cosa si tratta, è pur sempre un lavoro di fiction: il mondo della clownterapia è unico e ricco nella sua complessità, perché si basa su uno dei concetti più belli del mondo, ovvero la solidarietà.

Cos’è la clownterapia?

Come si legge sul sito dell’associazione Dottor Sorriso, la clownterapia porta il sorriso ai bambini in ospedale. Nei nosocomi, nei reparti pediatrici e nelle sezioni pediatriche di oncologia, ci sono tantissimi bambini ricoverati in degenza o in regime di day hospital per alcune cure. Sono lì e naturalmente il loro umore non è alto, per cui questi volontari con il camice bianco e il naso rosso aiutano i bambini a sorridere anche se stanno per approcciarsi a terapie dolorose o che provocheranno in loro paura e effetti collaterali talvolta insopportabili.

I “dottori clown” lavorano solitamente a stretto contatto con i pazienti: a volte propongono degli spettacoli di micromagia, altre volte fanno giochi, gonfiano palloncini a forma di animali e così via. Devono possedere particolari capacità creative e di improvvisazione e soprattutto empatia, per arrivare più facilmente al cuore di questi piccoli degenti e rasserenarli.

La storia della clownterapia

Clownterapia
Fonte: iStock

Come detto, il film Patch Adams, che è del 1998, rese molto celebre questa attività in tutto il mondo, grazie alla storia biografica di un medico che ha sostenuto strenuamente la clownterapia. Tuttavia l’attività stessa non è di molto più antica della pellicola, come ricorda Dottor Sorriso. Nel 1986 l’artista circense Michael Christensen creò negli Stati Uniti un progetto denominato The Clown Care Unit, inventando di fatto la clownterapia, che giunse poi anche in Europa nei primi anni ’90.

I benefici della clownterapia sui pazienti

Sul sito del Dottor sorriso sono enumerati i pregi che la “terapia” a stampo volontaristico ha sui piccoli pazienti. Che il sorriso sia la migliore medicina non è solo un luogo comune, ma l’allegria rafforza lo spirito e consente di affrontare con più tenacia la malattia dal punto di vista dell’umore.

È la stessa ragione per la quale alcuni ospedali, almeno nei progetti, si stanno attrezzando per rendere più accogliente l’ambiente del nosocomio, oppure puntare a una medicina del territorio o day service ambulatoriali che mettano il personale medico e infermieristico in una situazione più raccolta, più intima ed empatica nei confronti dei pazienti.

Tra i benefici della clownterapia ci sono:

  • la riduzione della somministrazione di analgesici e antidolorifici;
  • la riduzione del tempo da trascorrere in ospedale;
  • l’aumento delle endorfine;
  • l’aumento delle difese immunitarie;
  • la possibilità del personale sanitario di lavorare in un clima più disteso;
  • il miglioramento della capacità dei genitori di affrontare il dolore dei figli;
  • la possibilità che i bambini stessi reagiscano favorevolmente alla paura e al dolore.

Clownterapia: come diventare volontari?

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Se avete voglia di coinvolgere voi stessi in un’attività di volontariato che riesce a dare gioia a piccoli pazienti in ospedale e avete tempo a disposizione per farlo (ricordate che il volontariato non è mai poco impegnativo), potete orientarvi verso la clownterapia.

Per diventare volontari, basta contattare un’associazione di settore che opera sul territorio in cui vivete: ce ne sono tantissime in tutta Italia, alcune sono nazionali o internazionali con delle piccole filiali nelle diverse province italiane, altre sono locali ma non per questo il lavoro che fanno è meno importante.

Naturalmente sarete sottoposti a un training: c’è tanto da imparare, non solo sulle azioni da intraprendere, ma sulle parole che si possono o non si possono pronunciare nei reparti pediatrici degli ospedali. Quest’attività richiede infatti pazienza, attenzione e moltissima sensibilità. Per un bambino malato potreste rappresentare un piccolo momento di gioia o almeno una minuscola pausa dal loro male, ma per fare questo dovete essere ben preparati.

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