Leucemia fulminante è il “nome comune”, ossia che si usa comunemente, per la leucemia promielocitica acuta (o anche, più in generale, per la leucemia mieloide acuta), che come spiega la Fondazione Veronesi è la forma più aggressiva di tumore nel sangue:

Se non diagnosticata in tempo utile, può causare il decesso di un paziente in pochi giorni (a causare la morte sono sempre le emorragie). Ma, aspetto meno noto, oggi è anche uno dei tumori che presenta il più alto tasso di guarigione (nove pazienti su dieci).

Leucemia fulminante: quali sono le cause?

Leucemia fulminante
Fonte: Pixabay

La causa è in un’alterazione cromosomica che tuttavia non è innata e non si sa perché avvenga.

I pazienti colpiti da una leucemia promielocitica acuta – spiega sul sito della Fondazione Veronesi Francesco Lo Coco, responsabile del laboratorio integrato di diagnostica oncoematologica del policlinico Tor Vergata di Roma – sono portatori di una traslocazione acquisita, non presente dunque dalla nascita, tra i cromosomi 15 e 17.

Esistono tuttavia fattori di rischio, come ricorda l’Airc, ovvero:

  • fumo di sigaretta;
  • esposizione a sostanze chimiche come alcuni farmaci o radiazioni;
  • alcune malattie genetiche come anemia di Fanconi, sindrome di Bloom, atassia-telangiectasia, sindrome di Li-Fraumeni e neurofibromatosi;
  • alcune anomalie cromosomiche come la sindrome di Down;
  • alcune malattie del sangue.

I sintomi della leucemia fulminante

Il primo sintomo è appunto un’emorragia, che può riguardare diverse parti del corpo (tra cui però una non visibile a occhio nudo), ossia

  • dalla pelle;
  • dal naso;
  • dalle gengive;
  • dalla bocca;
  • dai genitali;
  • all’interno del sistema nervoso.

Stanchezza e malessere generale accompagnano di solito l’emorragia, così come pallore e mal di testa.

Leucemia fulminante: si può curare?

Leucemia fulminante
Fonte: Pixabay

La cura include una serie minima di quattro cicli in cui vengono assunti triossido di arsenico (che induce una morte cellulare programmata delle cellule tumorali) e acido retinico (che consente appunto di distinguere tra cellule “buone”, da tutelare, e cellule tumorali) e si guarisce quasi senza rischio di recidiva. Ma solo se parliamo di leucemia promielocitica acuta. Tuttavia, con i casi più delicati e con i pazienti anziani, che sono maggiormente a rischio, ma anche per la più generica leucemia mieloide acuta viene usata ancora la chemioterapia, come avveniva 50 anni fa. In alcuni casi si opta per la radioterapia, ma soprattutto alla fine delle cure avviene spesso un trapianto di cellule staminali, per permettere all’organismo di riprendersi al meglio e più in fretta.

Come spesso accade con qualsiasi tipo di tumore, ma soprattutto quelli che chiamiamo fulminanti, la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali. È necessario consultare un medico, che esaminerà se su di voi sono presenti alcuni sintomi secondari, come l’ingrossamento di organi o la presenza di lividi, e si effettuerà un prelievo di sangue per analizzare le cellule. Se è stata accertata una leucemia, si effettuerà successivamente un prelievo di midollo osseo che può aiutare il medico a risalire alla tipologia di leucemia di cui soffriamo.

Leucemia fulminante e bambini

La Fondazione Veronesi attesta che l’incidenza della malattia è maggiore tra i 30 e i 45 anni. Secondo l’Airc, la leucemia mieloide acuta colpisce di più gli uomini over 60, e almeno in Italia è poco frequente tra gli under 45. Tuttavia costituisce il 13% delle leucemie riscontrate nei bambini fino a 14 anni d’età.

L’Airc spiega nello specifico che tra le leucemie fulminanti, la leucemia mieloide acuta è il secondo tipo di leucemia più frequente nei bambini. In Italia ne vengono colpiti 7 bambini ogni milione per un totale di 70-75 casi all’anno. I maschi ne vengono colpiti più delle femmine, ma l’età più critica è sotto l’anno: le cause sono tuttavia le stesse che negli adulti, quindi no a fumo passivo o a esposizione a sostanze, perché la prevenzione può tutelare la salute. Diverso è il discorso per chi soffre di un’anomalia genetica o di una malattia tra quelle indicate: tuttavia, in presenza di queste condizioni, i medici saranno orientati a fare delle visite capillari ai piccoli pazienti, anche queste in un’ottica di prevenzione.

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