Ogni 3 minuti un bambino muore di cancro

Il cancro ad oggi è ancora purtroppo la prima causa di morte per malattie non trasmissibili tra bambini e adolescenti. Nonostante i molti progressi, soprattutto in certe aree del mondo, è ancora bassissima la percentuale di sopravvivenza dei bimbi malati di cancro. Ecco i numeri e le storie di speranza.

Ogni anno, a più di 400.000 bambini e adolescenti sotto i 20 anni viene diagnosticato il cancro. Ogni 3 minuti un bambino muore di cancro. A oggi il cancro rappresenta la prima causa di morte per malattie non trasmissibili tra bambini e adolescenti.

Sono i numeri che testimoniano una realtà durissima con cui purtroppo ci troviamo ancora a fare i conti, nonostante i moltissimi progressi compiuti dalla scienza, soprattutto negli ultimi decenni.

È per sensibilizzare sulla questione che ormai 21 anni fa è stata istituita la Giornata Internazionale contro il Cancro infantile, che cade il 15 febbraio ed è promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Childhood Cancer International, la rete globale di 176 associazioni locali e nazionali guidate da genitori, con sede in 93 Paesi e 5 continenti.

L’evento ha lo scopo di aumentare la consapevolezza sul cancro infantile e offrire un sostegno ai malati, ai sopravvissuti e alle loro famiglie anche grazie a investimenti nella ricerca. Lo fa, prima di tutto, sostenendo la necessità di risorse adeguate per soddisfare i diritti fondamentali di bambini e adolescenti con il cancro e un loro accesso più equo a trattamento e cure di qualità.

Purtroppo, infatti, i dati ci mettono di fronte a una tragica realtà: nei Paesi a medio-basso reddito, la sopravvivenza dei bambini malati di cancro è pari al 20%, una percentuale bassissima. Ciò significa che l’80% dei bambini che si ammalano di cancro è destinata a morire. Una percentuale che si ribalta in maniera speculare nei Paesi sviluppati. Non possiamo tralasciare un altro dato fondamentale: l’80% dei bambini vive nei Paesi con medio-basso reddito.

Nei Paesi sviluppati e ad alto reddito, negli ultimi anni abbiamo assistito a un significativo aumento dei tassi di sopravvivenza dei bambini con il cancro, per quanto, come detto in apertura, quest’ultimo resti comunque la principale causa di morte per malattie non trasmissibili tra i giovanissimi. Il trend, però, non segue lo stesso andamento nei Paesi in via di sviluppo.

Qui, infatti, l’alta mortalità è attribuita a diversi fattori, tra cui:

  • mancanza di consapevolezza e informazione sul cancro infantile;
  • diagnosi ritardata o errata;
  • mancanza di accesso a farmaci essenziali di qualità e al trattamento adeguato;
  • mancanza di operatori sanitari qualificati;
  • infrastrutture sanitarie deboli.

Lo scopo della campagna di Childhood Cancer International è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione centrale, e cioè che le morti per cancro infantile sono evitabili laddove si intervenga con diagnosi tempestive e accurate, si garantisca disponibilità e accesso a farmaci essenziali di qualità e a trattamenti e un’assistenza adeguati.

A riconferma di ciò, abbiamo i dati dalla nostra parte: quando questo avviene, la percentuale di sopravvivenza di bambini e adolescenti malati di cancro si alza all’80%, come succede nei Paesi sviluppati. L’obiettivo della ricerca è quello di aumentarla sempre di più e ridurre il gap con i Paesi in via di sviluppo.

Fortunatamente sono tante le storie di guarigione e vittoria sulla malattia che possiamo raccontare e che lanciano un messaggio di speranza.

Vanessa è una giovane donna e una sopravvissuta al linfoma di Hodgkin, che le è stato diagnosticato quando aveva solo 15 anni.

Questo, quello che scrive dal suo profilo Instagram in onore della Giornata Internazionale contro il Cancro infantile:

Oggi è la giornata internazionale della consapevolezza del cancro infantile. Questa foto è del dicembre 2002. Qui avevo 15 anni. Stavo andando alla ballo del college. Questa foto è stata scattata un mese prima di scoprire che avevo un linfoma di Hodgkin al quarto stadio. Non credo che saprò mai perché mi è stato diagnosticato il cancro, specialmente in un’età così giovane. Avendo meno di 18 anni, sono stato considerato un bambino/adolescente e ho ricevuto tutte le mie cure, compresa la chemioterapia e le radiazioni al McMasters Children’s Hospital. Per fortuna, il tasso di sopravvivenza per il cancro infantile continua a migliorare. Spero che un giorno il cancro sarà qualcosa del passato. Sono così grata e riconoscente di essere una sopravvissuta al cancro infantile.

La battaglia di Vanessa è continuata anche anni dopo, quando all’età di 29 anni si è ritrovata a lottare con un cancro al seno, fortunatamente sconfitto.

Willow Sharkie è una bimba inglese a cui è stata diagnosticata la leucemia nel 2019, che oggi sta cercando di riconquistare, passo dopo passo, la sua piccola vita.

Questo è il messaggio che la mamma di Willow ha pubblicato lo scorso anno durante l’International Childhood Cancer Day, in cui  esprime gratitudine per aver potuto garantire accesso alle cure alla figlia, sottolineando la necessità di estendere questo diritto a tutti i bambini del mondo, in qualsiasi parte del mondo vivano.

Giorno +166. Oggi è la giornata internazionale del cancro infantile. Evidenzia la necessità di un accesso più equo al trattamento e alle cure per tutti i bambini con il cancro, ovunque. Prendendo un momento per riflettere su quanto incredibilmente fortunati siamo a vivere dove viviamo e avere accesso a tali servizi sanitari incredibili. Oggi è stata una bella giornata con mamma e papà. Abbiamo trovato un pub tranquillo e siamo usciti a pranzo solo noi tre. È stato così speciale poter fare di nuovo qualcosa di così normale!

E queste sono solo alcune delle tante storie di piccole vite che hanno combattuto e sconfitto il cancro e che ci ricordano quanto la consapevolezza, la ricerca e la possibilità di accesso a cure e trattamenti siano fondamentali perché la sopravvivenza al cancro infantile sia garantita a sempre più bambini.

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