Immobilità, impossibilità a comunicare, agitazione e confusione: i sintomi della catatonia possono essere spaventosi, ma nella maggior parte dei casi possono essere risolti con una terapia specifica.

Ma da cosa dipende questo disturbo? E come si può curare?

Cos’è la catatonia?

La catatonia è un disturbo psicomotorio che coinvolge la connessione tra funzione neurologica e movimento, colpendo la capacità di una persona di muoversi in modo normale.

Le persone con catatonia possono sperimentare una varietà di sintomi che di solito comportano una mancanza di movimento e comunicazione e possono anche includere agitazione, confusione e irrequietezza.

Fino a poco tempo fa era considerato un tipo di schizofrenia, è ormai riconosciuto che la catatonia si manifesta assieme a un ampio spettro di malattie mediche e psichiatriche, in particolare disturbi affettivi. In molti casi, la catatonia deve essere trattata prima che qualsiasi condizione sottostante possa essere diagnosticata con precisione.

La catatonia può durare da poche ore a settimane, mesi o anni. Può ripresentarsi frequentemente per settimane o anni dopo l’episodio iniziale. Se la catatonia è un sintomo di una causa identificabile, si chiama estrinseca. Se nessuna causa può essere determinata, è considerata intrinseca.

Si stima che colpisca circa il 10% dei pazienti con disturbi psichiatrici gravi. Le donne hanno un rischio maggiore di sviluppare catatonia e, in generale, il rischio aumenta con l’età.

Sebbene la classificazione in tipologie sia stata eliminata dall’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), molti professionisti della salute mentale continuano classificare la catatonia in tre tipi: acinetica, eccitata e maligna.

Catatonia: le cause

Secondo il DSM-5, diverse condizioni possono causare catatonia, tra cui:

  • disturbi che colpiscono lo sviluppo del sistema nervoso;
  • disturbi psicotici;
  • disturbi bipolari;
  • disturbi depressivi;
  • altre condizioni mediche, come carenza di folati cerebrali, rare malattie autoimmuni e rare malattie paraneoplastiche (correlate a tumori cancerosi).

La catatonia può essere anche un raro effetto collaterale di alcuni farmaci usati per curare i disturbi di salute mentale o come la ciprofloxacina. Se si sospetta che un farmaco stia causando il disturbo, è fondamentale rivolgersi immediatamente al medico. Anche l’astinenza da alcuni farmaci, come la clozapina, possono causarla.

Oltre a cause patologiche e farmacologiche, può avere anche cause organiche: alcuni studi hanno suggerito che alcune persone che la presentano in forma cronica possano avere anomalie cerebrali, mentre alcuni esperti ritengono che sia dovuta a un eccesso o una mancanza di neurotrasmettitori.

Altre ipotesi attribuiscono la catatonia a un’improvvisa riduzione della dopamina o dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA).

Anche le donne con depressione postpartum (PPD) possono sperimentarla. Altri fattori di rischio sono l’uso di cocaina, la bassa concentrazione di sale nel sangue.

Sintomi e segni della catatonia

La catatonia ha molti sintomi, che non necessariamente si presentano in concomitanza nello stesso paziente. I più comuni includono:

  • la persona non può muoversi, non può parlare e sembra guardare nel vuoto;
  • postura o “flessibilità cerosa”, in cui una persona rimane nella stessa posizione per un periodo prolungato;
  • malnutrizione e disidratazione per impossibilità a bere o nutrirsi;
  • ecolalia, in cui una persona risponde alla conversazione ripetendo solo ciò che ha sentito.

Altri sintomi includono:

  • catalessi, che è un tipo di rigidità muscolare;
  • negativismo, che è una mancanza di risposta o opposizione alla stimolazione esterna;
  • ecoprassia, che è l’imitazione dei movimenti di un’altra persona;
  • mutismo.

I sintomi specifici della catatonia eccitata includono movimenti eccessivi e insoliti, come:

  • agitazione;
  • irrequietezza;
  • movimenti senza scopo.

La tipologia maligna causa invece i sintomi più gravi, come:

  • delirio;
  • febbre;
  • rigidità;
  • sudorazione.

I segni vitali come la pressione sanguigna, la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca possono fluttuare. Questi sintomi richiedono un trattamento immediato.

Catatonia: conseguenze e rischi

La catatonia può portare a complicazioni mediche che coinvolgono tutti gli organi. Le conseguenze curabili includono disidratazione e malnutrizione, incontinenza e fissazione prolungata degli occhi e ammiccamento ridotto, con conseguente secchezza oculare e scarsa lacrimazione.

L’immobilità, inoltre, espone il paziente anche a rischio di trombosi venosa profonda ed emboli polmonari, ulcere da decubito, contratture e infezioni.

Non solo: come riporta lo studio Dread Complications of Catatonia: A Case Discussion and Review of the Literature,

un’ampia gamma di complicazioni aggiuntive (ad es. al fallimento, sindrome da distress respiratorio dell’adulto, ustioni, cachessia, arresto cardiaco, disidratazione, coagulazione intravascolare disseminata, anomalie dell’andatura, sanguinamento gastrointestinale, danno epatocellulare, ipoglicemia, laringospasmo, infarto del miocardio, polmonite, emboli polmonari, arresto respiratorio, rabdomiolisi, convulsioni, sepsi, tromboflebite, ritenzione urinaria e morte) sono stati associati a catatonia.

Secondo una review che ha analizzato la letteratura esistente in materia e 220 casi clinici,

Poiché la catatonia è comune, altamente curabile e associata a morbilità e mortalità significative se non trattata, i medici dovrebbero mantenere un alto livello di sospetto per questa complessa sindrome clinica.

Trattamento e cura per la catatonia

L’approccio più comune è solitamente di tipo farmacologico. I tipi di farmaci che possono essere prescritti includono benzodiazepine, miorilassanti e, in alcuni casi, antidepressivi triciclici. Le benzodiazepine sono solitamente i primi farmaci prescritti: questo dipende dal fatto che, secondo la review già citata, «una caratteristica della catatonia è la sua sorprendente reattività al trattamento con benzodiazepine».

Alcuni pazienti, in particolare quelli con catatonia o schizofrenia di lunga data, possono rispondere più gradualmente o per niente alle benzodiazepine e possono richiedere Terapia elettroconvulsivante (ECT o, come è comunemente conosciuta, elettroshock) o altri trattamenti farmacologici.

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