Bedtime procrastination: quanto male fa la procrastinazione della buonanotte!
La bedtime procrastination si attua per riuscire a dedicare del tempo ai propri interessi, sacrificando ore di sonno preziose.
La bedtime procrastination si attua per riuscire a dedicare del tempo ai propri interessi, sacrificando ore di sonno preziose.
Il concetto di procrastinazione della buonanotte ha fatto la sua comparsa per la prima volta in uno studio della dott.ssa Floor Kroese, scienziata comportamentale dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi, assieme ad altri colleghi e che è stato pubblicato nel 2014 su Frontiers in Psychology. Il termine viene inteso come:
andare a letto più tardi del previsto senza che vi siano circostanze esterne che lo giustifichino
vale a dire, la scelta di ritardare l’ora di andare a letto senza una ragione pratica. Allora cosa si fa pur di non chiudere gli occhi? Uno studio recente si è concentrato sugli adolescenti, i più evidenti procrastinatori quando si tratta di andare a letto, e ha rilevato come il ritardo del sonno si verifichi per la visione di video sul telefono, l’ascolto di musica o l’invio di messaggi. Tuttavia le ragioni alla base di questo ritardo intenzionale sono rimaste poco chiare e lo studio non ha affrontato il fenomeno negli adulti.
Si parla anche di revenge bedtime procrastination in relazione al procrastinare l’ora della buona notte. In che senso si tratterebbe di un atto di vendetta? Ebbene il termine è nato dalla traduzione di un’espressione cinese che rifletteva la frustrazione legata a orari di lavoro lunghi e stressanti che lasciavano poco tempo per lo svago e gli interessi personali. Quindi la vendetta risiede proprio nella procrastinazione notturna in risposta alle ore diurne stressanti.
Uno studio olandese del 2018 ha cercato di rispondere alla domanda sul perché le persone ritardino di proposito l’ora di andare a letto anche quando sono stanche e si è rilevato che quanto più il soggetto si sforzava resistendo ai propri desideri e distrazioni personali, tanto più, durante le ore serali, procrastinava l’ora della buona notte.
Questo proprio per ritagliarsi del tempo per sé stessi, come conferma la dottoressa Lee Chambers, psicologa ambientale e consulente del benessere:
Una delle cause principali della procrastinazione del sonno per vendetta è l’intersezione tra la nostra attuale cultura del lavoro e le nostre aspettative personali e di tempo libero nella fascia oraria pomeridiana.
La procrastinazione del sonno è ancora un concetto emergente nella scienza del sonno e per questo sono in corso numerosi dibattiti in campo psicologico. Generalmente le persone che si dedicano alla procrastinazione del sonno vorrebbero dormire a sufficienza ma non riescono a farlo davvero, evidenziando il fenomeno noto come gap tra intenzione e comportamento.
Questo divario è causato dalla mancanza di autocontrollo che a fine giornata è letteralmente al minimo, per via dello stress e della giornata appena trascorsa. Alcune persone possono essere naturalmente inclini alla procrastinazione in generale e quello che succedere in ufficio o a scuola può indurre la procrastinazione della buona notte.
Il dibattito sul tema è aperto e vivo come evidenzia un articolo di Frontier in Pychology, dove viene espressa criticità nei confronti della posizione di chi sostiene che alla base della procrastinazione della buona notte ci siano i cronotipi, ovvero l’adattamento della persona ai ritmi circadiani, cioè come risponde all’alternarsi di notte e giorno. Siccome questa risposta può variare, ecco perché ci sono persone che presentano un cronotipo serale – i cosiddetti “gufi” – che si contrappongono ai mattinieri.
Il sacrificio del sonno per il tempo libero può anche essere visto come un tentativo per trovare un momento di recupero in risposta allo stress. Ad ogni modo sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio questo fenomeno, che può essere il risultato di molteplici fattori interagenti, dal sopracitato cronotipo allo stress diurno fino alla difficoltà di autoregolazione.
Rimanere alzati fino a tardi occasionalmente non ha un grande impatto sulla salute, ma se la bedtime procrastination diventa un’abitudine, allora la privazione del sonno può causare diversi scompensi:
Come suggerisce il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e specialista in medicina del sonno e cefalee in Humanitas Resaearch Hospital di Rozzano (MI):
Mantenere una corretta igiene del sonno è il primo passo per contrastare la Revenge Bedtime Procrastination. I consigli, dunque, sono evitare di fare esercizio fisico prima di coricarsi, evitare l’utilizzo di smartphone o schermi prima di andare a dormire e scegliere un orario in cui mettersi sotto le coperte che si possa mantenere costante.
Oltre a questo è consigliato evitare l’assunzione di alcolici o caffeina poco prima di coricarsi e per invogliarsi alla buona notte, arredare la camera in modo accogliente e rilassante può essere d’aiuto. Il modo più efficace in assoluto per contrastare la bedtime procrastination è programmare alcuni momento della giornata da poter dedicare ai propri interessi, non per forza ore intere ma anche pochi minuti al giorno sono sufficienti e possono fare la differenza.
Lettrice accanita, amante dell'arte e giornalista. Ho da sempre il pallino per la scrittura.
Cosa ne pensi?