Come sappiamo, l’apparato genitale maschile e femminile è molto delicato, e particolarmente esposto a malattie o infezioni piuttosto fastidiose. Una di queste, per quanto riguarda le donne, può essere la bartolinite, causata da un gonfiore nelle ghiandole di Bartolino (anche dette di Bartolini). Queste ultime si trovano su entrambi i lati dell’apertura vaginale, e secernono il liquido che aiuta a lubrificare la vagina. Quando l’apertura di queste ghiandole si ostruisce, causando un accumulo del fluido nella ghiandola, il risultato è appunto un gonfiore, seppur relativamente indolore, chiamato cisti di Bartolino o bartolinite.

Se il liquido nella cisti si infetta allora si può sviluppare un ascesso, una raccolta di pus circondato da tessuto infiammato. La bartolinite è comunque un disturbo piuttosto comune, il cui trattamento dipende dalle dimensioni, dal fatto che sia infetta o che provochi dolore. Spesso è sufficiente un semplice rimedio casalingo, mentre in casi più gravi si richiede il drenaggio della cisti, o il ricorso agli antibiotici, qualora si fosse sviluppata un’infezione.

Cause della bartolinite

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Da cosa può essere causata la bartolinite? Come detto, è opinione diffusa che la causa della cisti di Bartolino sia un accumulo di fluido, il quale può accumularsi quando il dotto, ovvero l’apertura della ghiandola, è ostruito, presumibilmente a causa di infezioni o lesioni.
Un certo numero di battersi può anche causare infezioni diverse, tra cui l’Escherichia coli, o infezioni di natura sessualmente trasmissibile, come la gonorrea o la clamidia.

Se abbiamo detto che la bartolinite generalmente non è dolorosa, come possiamo accorgerci di soffrirne?

Sintomi della bartolinite

Se la cisti è piccola e non produce infezione, effettivamente può anche passare inosservata, mentre se cresce è piuttosto comune avvertire un nodulo, o una massa, vicino all’apertura vaginale. Se la cisti dovesse sviluppare un’infezione la sintomatologia che ce ne fa rendere conto comprende la comparsa di un bozzo doloroso e morbido, accompagnato da dispareunia, ossia dolore durante i rapporti, disagio quando si cammina o si sta sedute, e spesso anche la febbre.

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Se dopo due o tre giorni da quando avete notato il bozzo, che provoca dolore, nessun rimedio casalingo è ancora riuscito ad alleviare il fastidio, prendete un appuntamento con il vostro medico; idem se avete più di 40 anni, perché talvolta, seppur raramente, il nodulo può anche indicare un problema ben più serio, come, ovviamente, il cancro.

La terapia per la bartolinite

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Per diagnosticare la cisti di Bartolini il medico può non solo indagare la vostra storia clinica a livello genitale, ma anche eseguire un esame pelvico, oppure prelevare un campione di secrezioni dalla vagina o della cervice, al fine di verificare la presenza di eventuali infezioni a trasmissione sessuale; se siete in menopausa e oltre i 40 anni, inoltre, il dottore potrebbe suggerire una biopsia per verificare l’eventuale presenza di cellule cancerose sul tessuto.

Come detto, spesso la cisti di Bartolini non richiede nessun trattamento, specialmente se non provoca sintomi. Ma talvolta un trattamento può rendersi necessario, a seconda delle dimensioni della cisti, dal grado di disagio provocato, oppure se è in corso un’infezione, o un ascesso.

La terapia da seguire può comprendere un bidet caldo, da effettuare per tre o quattro giorni, per aiutare una piccola cisti infetta alla rottura, o un drenaggio chirurgico, necessario per drenare un cisti che si è infettata o che è molto grande, da effettuare mediante anestesia locale o sedazione. Possono essere prescritti anche antibiotici, qualora la cisti fosse infetta o se il test rivelasse un’infezione a trasmissione sessuale. Tuttavia, se l’ascesso viene drenato correttamente, il ricorso agli antibiotici potrebbe non essere necessario.
Se le cisti tornano o danno fastidio, può aiutare una procedura di marsupializzazione, in cui il medico inserisce dei punti su ciascun lato dell’incisione del drenaggio, per creare un’apertura permanente, lunga circa 6 millimetri, dove inserire un catetere, per aiutare il drenaggio per qualche giorno dopo la procedura, e aiutare così a prevenirne il ritorno.

Raramente il medico può raccomandare un intervento chirurgico per rimuovere la ghiandola di Bartolini, che viene eseguito in un ospedale, sotto anestesia generale, ma comporta anche un maggior rischio di sanguinamento o complicazioni dopo la procedura.
Ma la bartolinite si può prevenire? In realtà non c’è modo per riuscirci, ma certamente praticare sesso sicuro, in particolare usando il preservativo, e il mantenimento delle buone abitudini dell’igiene possono aiutare a prevenire l’infezione di una cisti e la formazione di un ascesso.

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