L’annessite è un’infiammazione che riguarda ovaie e tube di Falloppio, in quanto «annessi» all’utero. In alcuni casi, viene chiamata salpingite, ma riguarda esclusivamente le salpingi, ossia le tube.

È bene fare una premessa: nel caso scorgiate tra i sintomi descritti qualcosa che potrebbe avere a che fare con quello che sentite, è bene rivolgersi immediatamente a un ginecologo. Questo articolo non serve a fare una diagnosi ma a mettervi in guardia, ad avvisarvi, perché qualunque disturbo o qualunque dolore può rappresentare un campanello d’allarme per il vostro organismo: solo il vostro medico può aiutarvi a capire di cosa si tratti attraverso la sua diagnosi.

Cos’è esattamente l’annessite?

Con tale espressione – si legge sulla Treccani – si vuole indicare la flogosi contemporanea della tuba falloppiana e dell’ovaio corrispondente […] l’annessite è di origine infettiva […] si conoscono però anche annessiti da febbre tifoidea, da roseola, da scarlattina, da vaiuolo: d’altra parte non sono rare le forme dovute ad associazione microbica. Gli agenti patogeni possono innestarsi nella tuba e nell’ovaio o per via mucosa (vagina-utero-tromba), o per via linfatica, o per via sanguigna (tanto venosa quanto arteriosa). Possono rimanere colpiti gli annessi di uno solo o di entrambi i lati, e da ciò la distinzione delle annessiti in unilaterali (destra o sinistra) e bilaterali. L’annessite unilaterale sinistra è più frequente della destra.

Annessite: le cause

Annessite
Fonte: Pixabay

Questo disturbo può insorgere in seguito un avvenimento particolare che ha a che vedere con l’apparato riproduttivo, come può essere un parto o un aborto, come si legge su My Personal Trainer. Il parto o l’aborto possono infatti aprire la via a dei microrganismi come stafilococchi o streptococchi o la clamidia, ma anche altri – tanto che è estremamente probabile che dopo una prima visita il ginecologo vi chieda l’esame di un tampone per risalire al tipo di infiammazione. Un veicolo per questi batteri però possono essere anche i rapporti sessuali non protetti. Le annessiti sono molto frequenti: si stima che siano presenti nell’1% delle donne e che rappresentino il 30% delle malattie dell’apparato riproduttivo.

Annessite acuta o cronica

Ci sono diversi tipi di annessiti. Tra queste le più importanti sono l’annessite acuta e quella cronica, che presentano peraltro sintomi molto differenti. Nella prima, i sintomi corrispondono a dolori simili alle coliche o alla tensione addominale – come nel periodo premestruale per esempio – ma molto più intensi, non sono malesseri che possono essere scambiati. Si può riscontrare anche irregolarità nel ciclo mestruale, dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e a volte anche febbre.

Annessite, i sintomi

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Quando si sottovalutano i sintomi dell’annessite acuta o della sua forma per così dire più lieve (ma che rischia anch’essa di cronicizzarsi, con gravi rischi per la salute), ossia l’annessite sub-acuta, si rischia di cronicizzare il problema. E i sintomi dell’annessite cronica sono la febbre – non troppo alta, parliamo di quei decimi che però debilitano tantissimo – stanchezza, inappetenza, perdite vaginali. In più si possono formare delle aderenze nelle tube, che possono provocare nuove infezioni. Le forme croniche ovviamente presentano anche dolori ancora più forti. Impossibili da trascurare.

Annessite, le conseguenze

Tra le conseguenze dell’annessite acuta ci sono ad esempio cerviciti ed endometriti – ossia processi infiammatori che coinvolgono rispettivamente la cervice e l’endometrio. Inoltre le tube vengono infettate, e l’infezione rischia di espandersi alle ovaie o al peritoneo. Per quanto riguarda l’annessite cronica, il problema è decisamente grave: il rischio è quello della sterilità.

Annessite: cure e terapie

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Il ginecologo può consigliare per l’annessite acuta e quella sub-acuta innanzi tutto degli antibiotici – perché è di primaria importanza mandare via l’infezione. Poi si potranno capire danni riportati e rischi. Naturalmente, un po’ di abitudini dovranno essere cambiate in termini di igiene intima, in particolare l’utilizzo costante del preservativo, sola e unica barriera per evitare recidive ed eventuali altre malattie sessualmente trasmissibili.

Nei casi più gravi, si potrebbe richiedere la necessità della chirurgia per la rimozione delle aderenze – il che riuscirebbe anche a evitare la sterilità, se il disturbo viene diagnosticato per tempo.

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