La sindrome dell’ovaio policistico è una condizione che si origina durante il periodo puberale. Come riportato dal Ministero della Salute, si stima che colpisca circa il 5-10 % delle donne in età feconda (12-45 anni circa) in tutto il mondo arrivando, in Italia, a picchi del 15%.

Solo negli Stati Uniti, per esempio, la sindrome dell’ovaio policistico o PCOS, si sviluppa tra il 6 e il 12 % delle donne in età riproduttiva, rappresentando di fatto la causa più frequente di infertilità.

Ma è unicamente questo il problema? Assolutamente no.

Dietro questa patologia c’è molto di più. La sindrome dell’ovaio policistico, infatti, causa molti effetti di varia natura per la salute delle donne. Effetti estetici, metabolici e riproduttivi che possono essere anche molto impattanti.

Mi è stata recentemente diagnosticata la PCOS, anche se ho avuto sintomi per 20 anni e mi chiedo perché la PCOS sia considerata un problema di fertilità e non un problema di salute generale delle donne. PCOS mi predispone a tutti i tipi di problemi di salute. Perché a nessuno importava finché non ho provato a rimanere incinta?

Come riportato dalla dottoressa Jen Gunter in un articolo per il New York Times, quello che accade è che spesso questa malattia non venga nemmeno diagnosticata finché non si cerca di avere un bambino, trascinandosi dietro tutta una serie di conseguenze più o meno gravi.

Ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e perché non si dovrebbero mai sottovalutare i sintomi legati alla PCOS.

Cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?

La sindrome dell’ovaio policistico o sindrome di Stein-Leventhal, è un disturbo che colpisce le ovaie. Queste si caratterizzano per una produzione eccessiva di ormoni maschili e per la formazione di cisti di varie dimensioni.

L’aumento degli ormoni androgeni e la conseguente mancanza di ovulazione (anovulazione) comportano a loro volta degli effetti ben precisi:

  • disturbi mestruali, assenza delle mestruazioni o a ritmo molto irregolare;
  • irsutismo, aumento della peluria su viso e corpo;
  • alopecia androgenetica, acne e calvizie di tipo maschile.

In presenza di uno o più di questi sintomi è importante che vengano fatte delle analisi per verificare la presenza o meno della sindrome dell’ovaio policistico.

Questo perché, pur essendo una delle maggiori cause di infertilità, la PCSO è alla base di moltissimi altri disturbi che interessano la donna a 360°. Vediamo quali.

Le conseguenze legate alla sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico può causare tantissimi disturbi che influiscono pesantemente sul corpo e sulla mente di chi ne è affetto e sulla qualità della vita stessa.

Gli effetti possono essere di tipo metabolico, ormonale, riproduttivo e psicologico.

Effetti metabolici

  • aumento del rischio di incorrere in patologie cardiovascolari;
  • possibilità di sviluppare il diabete;
  • condizione di obesità.

Effetti ormonali

  • iperandrogenismo, che può causare la comparsa di acne, seborrea, cute grassa, irsutismo;
  • insulino resistenza, provocata dell’aumento di peso:

Effetti riproduttivi

  • disordini nell’ovulazione: oligomenorrea ovvero la presenza di cicli irregolari e anovulazione, la mancanza di ovulazione. Questi spesso sono alla base dell’infertilità;
  • complicazioni durante la gravidanza (diabete gestazionale);
  • maggiori possibilità di aborto.

Effetti psicologici

  • depressione;
  • ansia e fobia sociale;
  • disturbi della personalità, bipolarismo;
  • disturbi alimentari come la bulimia;
  • disagio, inadeguatezza e frustrazione;
  • problemi sessuali;
  • introversione e senso di solitudine.

Come evidenziato, questa serie di sintomi non si possono ridurre unicamente alla possibilità o meno di avere un bambino, ma rappresentano un peso importante sulla vita e sulla salute fisica e mentale di chi ne soffre.

Per tutte queste ragioni, come spiega la dottoressa Jen Gunter, il controllo, la gestione e la cura della PCOS dovrebbe essere parte integrante e di routine nell’attività di ogni ginecologo a prescindere dal desiderio di maternità o dal sospetto di infertilità.

A questo punto sorge una domanda: è possibile intervenire contro questo disturbo e garantirsi così una vita “normale”?

Ovaio policistico: come si cura?

Nonostante si tratti di un disordine ormonale, la PCSO viene spesso trattata come un problema ginecologico con la prescrizione di farmaci che stimolano le mestruazioni.

Come detto, però, la sindrome dell’ovaio policistico necessita di una cura ad 360° così come gli effetti che può generare.

Come evidenziato dal Dott. Marco Ghezzi, endocrinologo di PCOS Italia, a seconda dei sintomi o che si abbia o meno il desiderio di una gravidanza, si può intervenire con cure mirate a ridurre i singoli effetti come per esempio:

  • somministrazione di estroprogestinici (pillola) o piccoli interventi chirurgici per diminuire la produzione di androgeni da parte dell’ovaio;
  • intervenire sul peso corporeo per ridurre la formazione periferica di androgeni e la loro azione;
  • somministrazione di farmaci che migliorano o risolvono la resistenza insulinica.

Ma non solo. Anche lo stile vita e l’alimentazione possono influire notevolmente sull’andamento di questo disturbo.

Come? Praticando attività fisica, in grado di ridurre la resistenza insulinica e prestando attenzione all’alimentazione e al peso corporeo, in modo da abbassare i livelli di insulina e degli estrogeni.

Una dieta equilibrata è l’ideale per mantenere un normopeso già dall’età infantile e adolescenziale, periodo in cui si manifestano i primi segnali dell’ovaio policistico. Per questo è importante:

  • mangiare frutta e verdura meglio se di stagione;
  • privilegiare alimenti poveri di grassi come carne bianca e pesce;
  • evitare cibi ricchi di zuccheri e alcol perché generano dei picchi di insulina che favoriscono la produzione di testosterone;
  • diminuire il consumo di alimenti con un alto contenuto glicemico come la pasta.

Piccoli accorgimenti quotidiani che oltre ad influire sul proprio benessere generale, agiscono positivamente nella prevenzione della sindrome dell’ovaio policistico.

Uno modo semplice che permette di migliorare la qualità della vita di chi ne soffre, a prescindere dalle scelte personali.

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