Con la revoca della sentenza storica nota come ‘Roe vs Wade’, emanata quasi cinquant’anni fa al fine di stabilire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, si è aperto un nuovo scenario legislativo negli Stati Uniti d’America. Questa revoca ha ora dato agli Stati la facoltà di vietare la pratica dell’aborto.

In Missouri, oltre all’aborto viene vietato anche il divorzio in caso di gravidanza, persino in situazioni di abusi e violenze coniugali, un aspetto che ha sollevato un’ondata di indignazione a livello nazionale. Questa legge non solo priva le donne della libertà di decidere sulla loro gravidanza, ma le costringe anche a rimanere intrappolate in relazioni tossiche e pericolose.

Un recente articolo del Guardian ha messo in luce il dramma di una donna, identificata solo con l’iniziale H, che dopo anni di abusi domestici ha deciso di porre fine al suo matrimonio quando, durante il sesto mese di gravidanza, ha scoperto che il marito aveva abusato anche del figlio piccolo.

H, determinata a porre fine alla relazione tossica che la legava al marito, ha preso contatto con un’avvocata specializzata per iniziare le procedure di divorzio, ma ha poi scoperto che la legge vigente nello Stato del Missouri le avrebbe impedito di procedere con la separazione a causa della sua gravidanza.

Il caso di H è solo uno degli innumerevoli esempi di come le donne siano costrette a rimanere legate a partner violenti a causa della legge. E il Missouri non è l’unico Stato a imporre queste restrizioni. Secondo quanto riportato dalla American Pregnancy Association, un’organizzazione senza scopo di lucro che si oppone all’aborto, anche nello Stato del Texas è presente una legge che impedisce alle donne di esercitare gli stessi diritti. Inoltre, in Arizona, sebbene non esista una normativa specifica in merito, si riscontra una significativa difficoltà nel procedere con la richiesta di divorzio nel caso in cui la donna sia in stato di gravidanza.

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