Interviste su strada: quanto ne sappiamo di malattie sessualmente trasmissibili?

Quanta conoscenza hanno i giovani sulle malattie sessualmente trasmissibili? Abbiamo provato a scoprirlo intervistando un po' di studenti. Ecco le risposte.

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Solo chi soffre di allergie può capire...

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La prevenzione prima di tutto, soprattutto se si parla di malattie sessualmente trasmissibili. Ma quanto ne sappiamo a riguardo? Poco, a quanto pare.

Il sesso, anche tra i giovani e giovanissimi, è ancora oggi un tabù. Non se ne parla, non se ne discute e la scarsa conoscenza sul tema si trasforma in una scarsa conoscenza sulle cosiddette malattie sessualmente trasmissibili che, in questi ultimi anni, hanno visto un netto aumento tra la popolazione più o meno giovane.

Un esempio? La maggior parte dei giovani non sa elencare più di due o tre malattie sessualmente trasmissibili (chiamate anche malattie veneree) oltre l’AIDS di cui, per fortuna, se ne parla ancora.

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Le malattie sessualmente trasmissibili, insomma, sembrano non far più paura. Ma come si può aver paura di qualcosa che non si conosce? Ecco perché parlare di sesso e fare educazione sessuale (a casa, a scuola o sul web) diventa un modo importantissimo per prevenire la comparsa di disturbi, talvolta anche gravi.

E la prevenzione non si fa solo informandosi, ma anche facendosi visitare: sono molte le giovani donne che, per esempio, fanno la prima visita ginecologica in età adulta, anche nei casi in cui abbiano cominciato a far sesso durante l’adolescenza.

Quali sono le parole d’ordine, dunque, per evitare la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili? Educazione sessuale, educazione sanitaria e, soprattutto, prevenzione.

Tenere un preservativo in tasca o in borsa, insomma, è sempre una buona idea.

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