Tumore al Pancreas: il cancro in crescita tra sintomi silenti e diagnosi precoce

Nonostante i progressi della ricerca, il carcinoma pancreatico rimane una patologia subdola in crescita, difficile da diagnosticare precocemente, e con poche possibilità di prevenzione.

Una malattia subdola, difficile da diagnosticare nelle prime fasi e senza un programma di screening: il tumore al pancreas è uno dei maggiori nemici per la salute in Europa e in Italia. Nel nostro Paese le diagnosi sono tantissime ogni anno, per questo tumore sempre in crescita, che causa anche purtroppo un’alta percentuale di decessi in pochi anni dalla diagnosi. Esistono fattori di rischio significativi, che possono aumentare anche di molto le probabilità di ammalarsi di tumore al pancreas, ma i sintomi riconoscibili compaiono spesso solo in fase avanzata.

Tumore al pancreas: incidenza in crescita

Il pancreas è una ghiandola lunga circa 15 centimetri, situata nell’addome, tra lo stomaco e la colonna vertebrale, e suddivisa in tre parti: testa, corpo e coda. La testa, responsabile della produzione dei succhi pancreatici è la parte maggiormente colpita dall’insorgenza del tumore, con un tasso del 95% di tumori che partono da questo punto. Solo il 5% delle neoplasie interessa invece la coda, che produce ormoni come insulina, glucagone e somatostatina.

Il tumore al pancreas è ad oggi quello con minor tasso di sopravvivenza entro i 5 anni dalla diagnosi, nonostante la ricerca e i trattamenti avanzino. Questo perché, come vedremo nel prossimo paragrafo, è estremamente difficile una diagnosi precoce, e viene trovato quasi sempre in uno stadio avanzato. Secondo i dati della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori in Italia nel 2023 sono avvenute circa 14.800 nuove diagnosi, di cui 6.800 fra gli uomini e 8.000 fra le donne. All’incirca 13.585 nel 2024 secondo quanto riportato dall’Associazione Italiana Oncologia Medica.

Ciò che preoccupa ancora di più è il tasso di mortalità. Nel 2022 infatti si sono registrati quasi 15.000 decessi per tumore al pancreas, che si è posizionato al quarto posto tra le cause di morte oncologica. Solamente l’11% di uomini e il 12% di donne con questa diagnosi sopravvivono oltre 5 anni. Alla base di questi dati, anche le proiezioni sono drammatiche: entro il 2030 l’Istituto Nazionale dei Tumori sostiene che questo cancro potrebbe diventare la seconda causa di morte oncologica nei Paesi occidentali.

I sintomi del cancro al pancreas, spesso anche silenti

Uno dei motivi che rende questo tumore così fatale è che, nelle sue fasi iniziali, di solito non provoca sintomi specifici. Così come nel caso ad esempio dell’infarto nelle donne, spesso i sintomi del carcinoma al pancreas sono silenti, e quando compaiono dei disturbi sono spesso generici e facilmente fraintendibili sia dai pazienti sia dai medici. Per questo motivo la diagnosi viene frequentemente posta quando la malattia è già in uno stadio avanzato, ormai impossibile da fermare completamente e curare.

I sintomi più riconoscibili iniziano a comparire quando il tumore ha raggiunto altri organi o tessuti vicini, quando quindi ha già iniziato a diffondersi. Si manifestano segnali evidenti anche quando il tumore al pancreas ha ostruito i dotti biliari, impedendo il normale flusso della bile dal fegato e dalla cistifellea verso l’intestino. I sintomi che devono insospettire di cancro al pancreas, una volta che sono comparsi, tutti o alcuni tra questi, variano a seconda della zona di espansione, e sono:

  • perdita di appetito e di peso,
  • ittero, ovvero una colorazione gialla di occhi e pelle,
  • dolore nella parte superiore dell’addome e/o alla schiena,
  • senso di debolezza diffuso,
  • nausea e/o vomito.

Esiste una percentuale di pazienti colpiti da tumore al pancreas che sviluppa una forma di diabete, circa il 10-20%. In questi casi, è proprio l’insorgenza del diabete a far sospettare, tra le altre possibilità, anche la presenza di questo tumore aggressivo.

L’importanza di evitare i fattori di rischio come prevenzione

Non potendo effettuare una diagnosi precoce, l’unico modo attualmente consigliato dai medici per aiutare nella prevenzione del tumore al pancreas è quella di evitare i maggiori fattori di rischio. Si è visto infatti che il fumo è il principale fattore di rischio del carcinoma al pancreas: i fumatori presentano un’incidenza anche 2 o 3 volte maggiore rispetto a chi non fuma. Basta smettere di fumare per ridurre di tantissimo il rischio.

Lo stesso discorso vale per altre abitudini da ridurre o evitare, come l’abuso di alcol, un eccessivo consumo di grassi saturi e una dieta povera di fibre, frutta e verdura, la sedentarietà. Esistono poi purtroppo anche patologie che sono state associate a un aumento del rischio di insorgenza di tumore al pancreas come l’obesità, patologie croniche come la pancreatite, il diabete mellito e una precedente gastrectomia.

Inoltre, negli ultimi anni è stata dimostrata una familiarità con la malattia, legata a mutazioni genetiche come quelle dei geni RAS e p16, che sono presenti nel 90% dei casi. Senza un effettivo programma di prevenzione, le persone con casi di tumore al pancreas in famiglia possono sottoporsi a controlli periodici sulla funzionalità del pancreas, del fegato e dell’intestino, soprattutto dopo i 50 anni.

Tumore al pancreas: diagnosi e trattamenti

Il tumore al pancreas resta un tema di ricerca importante: il 20 novembre è la Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas. In occasione di questa ricorrenza AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Italiani ha ribadito l’importanza fondamentale di fare prevenzione riducendo i fattori di rischio, per la mancanza di una diagnosi precoce e di programmi di screening. Ha inoltre fatto luce su sviluppi della ricerca, che hanno permesso di identificare lesioni precursori come le cisti pancreatiche, che in alcuni casi possono evolvere in forme maligne.

Continuano gli studi di prevenzione da parte della medicina che oggi si concentrano su due categorie ad alto rischio, ovvero le persone con familiarità per tumore al pancreas e soggetti con predisposizione genetica nota. Le tecniche più efficaci per lo studio del pancreas sono la risonanza magnetica (RMN) e l’ecoendoscopia (EUS), che consente di individuare lesioni di pochi millimetri e di effettuare biopsie mirate.

Gli altri esami diagnostici usati sono la tomografia computerizzata (TC), l’ecografia addominale, esterna o endoscopica, e la tomografia a emissione di positroni (PET), utile per individuare eventuali metastasi. Nei casi in cui il tumore ostruisca i dotti biliari, si attuano esami come la colangiorisonanza magnetica o la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) che consentono di valutare l’ostruzione e, in alcuni casi, di eseguire una biopsia.

Come per altre patologie oncologiche, il trattamento del tumore al pancreas dipende molto dalla forma e dallo stadio in cui si trova. Questo tumore si diffonde più velocemente agli organi vicini rispetto ad altri tumori, quindi il trattamento è spesso più complesso. In generale la scelta ricade sulla chemioterapia e sull’eventuale esportazione chirurgica che però è molto difficile in questo tipo di tumore. Oggi la ricerca sta sviluppando nuovi farmaci più mirati, che potrebbero aiutare nella riuscita del trattamento.

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