E se stesse per arrivare una pillola contro la caduta dei capelli che funziona davvero?

Un'azienda farmaceutica vuole realizzare una nuova pillola: come e perché aiuterà anche le donne.

La prospettiva di una pillola contro la caduta dei capelli potrebbe rappresentare una di quelle sfide interessanti per la scienza oggi. I problemi di chioma affliggono tantissime persone nel mondo. Sicuramente è importante essere body positive anche in questo ambito, ma ciò che sente ognuno va rispettato: un cambio di immagine, soprattutto mentre avviene, può essere difficile. Un cambio di immagine infatti può avere ricadute psicologiche negative (in tutti gli ambiti sociali, dalla famiglia agli amici, fino al lavoro) in chi lo sta sperimentando, per cui il ripristino di quell’immagine potrebbe al contrario giovare.

E questo vale per tutti i generi – perché spesso ci si riferisce agli uomini cisgender, per cui potrebbe rappresentare un problema annoso – ma non riguarda solo loro. E se esistesse una pillola contro la caduta dei capelli? È quello che gli scienziati e le scienziate (e un’azienda farmaceutica) stanno cercando di scoprire. O meglio: la pillola esiste, ma va implementata e studiata meglio, anche per eventuali effetti collaterali.

I limiti dei farmaci attuali per la caduta dei capelli

I farmaci che contrastano la caduta dei capelli sono attualmente soprattutto topici, ma esiste anche qualche medicinale orale. Per esempio c’è la finasteride, che è stata approvata già nel 1997. Oppure il minoxidil orale (ne esiste anche uno topico), che è stato approvato negli Stati Uniti dall’Fda negli anni 2010, ma viene prescritto più che altro per l’ipertensione, mentre il topico è prettamente prescritto per ragioni tricologiche.

C’è poi da dire che i farmaci a disposizione contro la caduta dei capelli non risultano efficaci sulle donne come lo sono per uomini (e purtroppo ci riferiamo, come spesso accade, solo a individui cisgender, mentre le persone transgender avrebbero bisogno di studi e ricerche ad hoc che non ci sono ma ci dovrebbero essere, perché il fenomeno ha una base ormonale).

Prediamo la finasteride: agisce su un ormone maschile prodotto dal testosterone che si chiama Dht. E tra l’altro questa è la ragione per cui il medicinale non viene prescritto alle donne in età fertile, dato che uno degli effetti collaterali consiste in potenziali difetti congeniti nel feto. Inoltre non solo non è efficace nelle donne quanto negli uomini, ma anche questi ultimi possono riscontrare effetti collaterali sgradevoli, come disfunzione erettile e calo della libido.

Il farmaco sperimentale contro la caduta dei capelli

Però, come riporta Allure, c’è una buona notizia: forse la pillola contro la caduta nei capelli è in arrivo, anche se ci vogliono, in prospettiva, diversi anni di studi appositi. In pratica il minoxidil orale sta venendo rivisitato dall’azienda farmaceutica Veradermics, la quale sta sperimentando un farmaco – chiamato in laboratorio VDPHL01 – che funzioni a rilascio prolungato sia per gli uomini che per le donne. Come spiega Reid Waldman, dermatologo certificato e Ceo di Veradermics:

Il minoxidil entra nell’organismo molto rapidamente. Raggiunge picchi e poi scompare, perché cerca di abbassare rapidamente la pressione sanguigna. Ottimo per la pressione sanguigna; non è l’ideale per trattare la caduta dei capelli.

L’obiettivo della ricerca è ottenere una pillola contro la caduta dei capelli che assicuri un’esposizione prolungata del farmaco al livello del follicolo pilifero, ma evitando allo stesso tempo picchi di pressione sanguigna, i quali potrebbero portare a eventi cardiaci. In altre parole la salute e in generale la vita non possono essere il prezzo da pagare per ottenere una chioma più folta in cui ci riconosciamo.

Per fare questo la Veradermics ha deciso di coinvolgere circa 1500 pazienti con alopecia androgenetica. Queste persone saranno sottoposte a diversi test in doppio cieco all’interno di centinaia centri di sperimentazione clinica approvati. Tra i principali test previsti ci sono screening di base, esperimenti sul trattamento, fotografie e misurazioni (o più in generale raccolta dati su base settimanale, mensile e bimestrale). Come detto, ci vorranno anni, ma sarà interessante attendere i risultati.

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