Torcicollo: da cosa dipende e come curarlo
Il torcicollo può essere davvero molto fastidioso, ma con alcuni esercizi e un po' di prevenzione può sparire nell'arco di pochi giorni.
Il torcicollo può essere davvero molto fastidioso, ma con alcuni esercizi e un po' di prevenzione può sparire nell'arco di pochi giorni.
Che sia avvertito nei muscoli, nelle ossa, articolazioni, oppure nei nervi, nei legamenti o nei tendini, il dolore al collo è molto comune, spesso causato, ad esempio, per una prolungata permanenza davanti al monitor del PC, oppure per una posizione errata mantenuta durante il riposo notturno, o, ancora, per aver esagerato con l’esercizio fisico.
Il torcicollo è invece una condizione caratterizzata da una limitata mobilità – se non, più raramente, da un completo blocco del collo, accompagnata da un dolore più o meno severo, dovuta generalmente a una contrattura dei muscoli laterali del collo, ma che, improvvisamente come compare, può risolversi spontaneamente nell’arco di alcuni giorni, o entro un paio di settimane dall’esordio dei sintomi. Può capitare, comunque, che alcuni sviluppino un torcicollo cronico, ad esempio a causa di incidenti.
Ecco quali sono le cause più comuni del torcicollo e, in generale, dei dolori al collo.
Nella stragrande maggioranza dei casi il dolore al collo e il torcicollo sono causati dal logoramento delle strutture articolari, causato dall’invecchiamento o da un uso eccessivo di collo e braccia, mentre solo nel 10% circa dei pazienti che lamentano fastidio al collo la causa va cercata in malattie sistemiche, come artrite reumatoide, tumori, o nelle infezioni come la meningite. La causa scatenante del torcicollo, per quanto non del tutto conosciuta, si ritiene possa risiedere in una cattiva postura, nel dormire senza un adeguato supporto al collo, nello sforzo causato, ad esempio, dall’aver portato una valigia pesante con un solo braccio; in ogni caso, a meno che, come specificato poc’anzi, il dolore non sia persistente e assuma caratteri di cronicità, la fase peggiore dura circa 1-2 giorni, in alcuni casi fino a una settimana.
Come detto, solo in casi più limitati il dolore al collo può dipendere da patologie sistemiche come:
Tra i principali fattori di rischio del torcicollo rientrano indubbiamente:
La collocazione, la tipologia e la gravità del dolore al collo possono fornire indicazioni importanti per capire da cosa possa dipendere il disturbo, ma la presenza di altri sintomi può essere di notevole aiuto per inquadrare il problema; fra loro rientrano indubbiamente il mal di testa, la febbre, o l’incapacità di muovere il collo; potrebbe inoltre essere presente un formicolio alle dita in caso di interessamento del nervo, o di febbre in caso di infezione.
È di fondamentale importanza recarsi immediatamente al pronto soccorso se il dolore dipende da un forte trauma, come un incidente stradale, anche se talvolta potrebbe essere più saggio lasciare il paziente immobile e chiamare il 118, oppure se, a seguito di un trauma, compare dolore al collo e formicolio e/o debolezza a braccia e/o gambe; ancora, se il dolore al collo è associato a rigidità e febbre. Se invece il dolore al collo non è causato da un trauma, si consiglia di rivolgersi al medico laddove persista da diverso tempo, sia piuttosto intenso, accompagnato da dolore diffuso a braccia e/o gambe, o da un rigonfiamento dei linfonodi, con difficoltà a deglutire, problemi di equilibrio, mal di testa, intorpidimento, formicolio, o debolezza. Nella maggior parte dei casi il medico potrà diagnosticare la causa del male al collo e prescrivere una terapia corretta rivolgendovi alcune domande sul tipo, sulla posizione e sul momento della comparsa del dolore. In casi eccezionali, tuttavia, potrebbero essere necessari approfondire attraverso esami come radiografia, TAC o risonanza magnetica, l’esame della conducibilità nervosa o gli esami di laboratorio, come analisi del sangue.
Un caso particolare riguarda il torcicollo miogeno congenito, un’affezione piuttosto frequente che colpisce i neonati di entrambi i sessi, che si presenta clinicamente come una difficoltà del bambino a ruotare il capo da un lato, con la testa che è mantenuta da una parte e una difficoltà al movimento da una parte.
Le cause sono tuttora sconosciute, ma alcune teorie spiegano il problema come dipendente dalla malposizionamento del feto durante la gravidanza (teoria meccanica), o dalle manovre effettuate dal personale ospedaliero durante il parto proprio sul capo del bambino, che provocherebbero una lesione del muscolo sternocleidomastoideo (teoria ostetrica); la più recente e accreditata, comunque, sostiene che, essendo una malformazione congenita, si crea una ischemia muscolare intrauterina che colpisce il muscolo sternocleidomastoideo.
Il torcicollo miogeno congenito raramente viene diagnosticato alla nascita, e la situazione diventa evidente entro i primi 3 mesi di vita. Si associa alla displasia delle anche nel 20% dei casi e, se la malattia non viene curata, la contrattura e l’accorciamento del muscolo del collo determinano l’asimmetria dei tratti del volto che, comunque, regredisce quando il problema viene risolto entro i 4 anni di età.
L’affezione è fortunatamente benigna e tende a risolversi in oltre il 98% dei casi se diagnosticata e curata tempestivamente nei primi mesi di vita; se il bambino ha meno di 3 mesi di vita, quando è a digiuno e sveglio, si può sospendere in capo all’indietro per qualche secondo, più volte al giorno, tenendo una mano dietro le spalle e lasciando che la testa si retroponga, in modo che quest’ultima agisca come massa che “distende” il muscolo colpito, eseguendo uno stretching del muscolo colpito dalla retrazione. La manovra non è però più eseguibile dopo i 3 mesi di vita, quando il bambino raggiunge il controllo del capo. Dopo questo periodo potete però cercare di fargli fare una sorta di fisioterapia, cercando di catturare la sua attenzione così da imporgli di guardare dal lato in cui fa fatica a girare il capo, in modo che lui stesso agisca attivamente sul muscolo colpito dal torcicollo, ad esempio spostando tutti i giochi nella culla su un lato, oppure, qualora ci si accorga che lo interessa qualcosa mentre si tiene in braccio, ci si dovrà girare così da rendergli necessario girare la testa per visualizzare l’ oggetto del suo interesse.
Il torcicollo generalmente risponde piuttosto bene all’automedicazione. Indicativamente si usano antinfiammatori o antidolorifici da banco, come l’ibuprofene o il paracetamolo, i quali permettono di controllare efficacemente il dolore nella maggior parte dei casi. Spesso si usa poi la cosiddetta terapia del caldo, composta da cerotti, borsa dell’acqua calda, che può dare grande sollievo, grazie all’effetto miorilassante dal calore. Questa terapia deve però essere preventivamente discussa con il medico, perché il rimedio potrebbe essere controindicato in specifiche situazioni dove, invece del caldo, si richiede il ghiaccio o l’alternanza delle due applicazioni. Possono inoltre essere molti utili alcuni leggeri esercizi di stretching sotto l’acqua calda della doccia, sempre previa autorizzazione medica.
Alcune indicazioni di uso comune prevedono, per il dolore al collo acuto, l’uso del ghiaccio per le prime 48-72 ore, prima di passare al caldo. È poi utile dormire su un cuscino sottile, al fine di evitare posizioni innaturali del collo, e ovviamente si raccomanda di assumere e mantenere una corretta postura durante le normali attività quotidiane. Non utilizzate in maniera autonoma il collare, e affidatevi piuttosto a un fisioterapista che vi possa insegnare alcuni semplici esercizi, da ripetere poi a casa, per alleviare il dolore e ripristinare la funzionalità muscolare. Durante il giorno può essere molto sdraiarsi per qualche minuto, al fine di rilassare i muscoli del collo, senza però stare a riposo per troppo tempo, perché l’inattività protratta può aumentare la rigidità muscolare. L’intervento chirurgico esiste, ma viene preso in seria considerazione solo laddove ci sia una compressione delle radici dei nervi o del midollo spinale.
Praticare regolare esercizio fisico, senza esagerare o andare oltre alle proprie possibilità, mantenere una dieta sana ed equilibrata, alzarsi regolarmente praticando alcuni esercizi di stretching del collo (se si lavora al pc), smettere di fumare, perdere peso, possono rappresentare ottimi aiuti per prevenire il problema alla radice.
Se avete l’istinto di tenere il collo immobile per sentire meno dolore, vi state sbagliando di grosso: per guarire in un paio di giorni, infatti, bisogna fare una ginnastica apposita, in grado di decontrarre lo sternocleidomastoideo, il muscolo che corre quasi in verticale ai lati del collo, e il trapezio, che unisce la nuca alle spalle. Ogni movimento va eseguito per almeno un minuto, in maniera lenta e controllata per evitare colpi bruschi che potrebbero rallentare la guarigione, e va fatto da seduti, con la schiena dritta e le mani sulle ginocchia. Quando il collo è indolenzito, ovvero all’inizio, ci si può aiutare con le mani, e via via si può esercitare, sempre con le mani, una resistenza per aumentare lo sforzo.
Per avere benefici è sufficiente dedicare una decina di minuti un paio di volte al giorno agli esercizi, da fare di tanto in tanto come forma di prevenzione, come questi:
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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