Un giovane donna originaria della Groenlandia, Bebiane, ha lottato a lungo per rimanere incinta per poi scoprire che i medici le avevano inserito una spirale contraccettiva senza il suo consenso.

Il calvario di Bebiane ha avuto inizio quando lei aveva 21 anni. Un giorno si è recata dal ginecologo per farsi inserire una spirale e solo allora ha scoperto che ce n’era già una dentro di lei. “Ricordo le lacrime che mi rigavano le guance. Ho detto al medico che non riuscivo a capire come fosse possibile che avessi già una spirale dentro di me… Come potevo non ricordare quando l’avevo inserita?”

Secondo Bebiane la spirale le è stata inserita nei primi anni 2000, quando a soli 16 anni ha avuto un aborto. In quel momento, i medici devono aver posizionato il dispositivo a sua insaputa. Non a caso, per i successivi quattro anni Bebiane ha sofferto forti attacchi di dolore addominale, che spesso le impedivano perfino di salire le scale.

Avevo male sia durante il ciclo che in assenza di ciclo”, ha dichiarato la ragazza, aggiungendo di essersi recata più volte in ospedale, ma nessun medico ha saputo dirle cosa avesse che non andava. Per oltre un anno, inoltre, ha cercato in tutti i modi di restare incinta, ma non ci è chiaramente mai riuscita.

Dopo vari tentativi, Bebiane ha quindi deciso di farsi posizionare dal medico una spirale contraccettiva, perché, a detta di alcuni suoi amici, questa “pausa” tra i vari tentativi avrebbe potuto aumentare la sua fertilità. Dopo aver scoperto di averne già uno dentro di sé, Bebiane lo ha poi rimosso ed è in seguito riuscita a rimanere incita senza difficoltà.

Il caso di Bebiane è solo uno dei tanti che hanno interessato alcune zone della Groenlandia. Un’altra donna, Mira (nome di fantasia) ha scoperto che il medico le aveva inserito una spirale a sua insaputa dopo un intervento all’utero nel 2018. La donna ha in seguito sofferto di forti dolori addominali e alla fine ha scoperto che la spirale le aveva perforato l’utero. Ora non riesce più a fare sesso senza sentire un forte dolore, anche dopo l’esportazione dell’utero.

La situazione è stata presentata al Governo della Groenlandia, il ministro della Sanità, Mimi Karlsen, ha confermato l’urgenza di una decisione drastica a riguardo. “Se c’è stata una pratica da parte di certi individui che viola la legge e l’etica generale, dobbiamo ovviamente prendere provvedimenti”, ha dichiarato Karlsen.

A far più luce su questi tristi avvenimenti è stato il podcast Spiralkampagnen (“The Coil Campaign” in inglese), che ha trovato documenti che indicano che circa 4.500 donne e ragazze groenlandesi hanno subito l’impianto della spirale tra il 1966 e il 1970. Si trattava di circa la metà delle 9.000 donne in età fertile che vivevano nel paese in quel momento.

Pare che la campagna a favore dell’inserimento della spirale nelle donne sia stata decisa, all’epoca, per contrastare il notevole aumento della popolazione dopo il boom economico degli anni ’50. Magnus Heunicke, ministro della salute ad interim della Danimarca, ha dichiarato che non ci sono documenti che testimonino l’interruzione della campagna, quindi scoprirlo è uno dei compiti dell’indagine in corso.

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