Il solletico è una reazione involontaria quando vengono toccate all’improvviso determinate parti del corpo. Solitamente si manifesta con una risata, anche se la sensazione provata è di fastidio. Si dice infatti che le persone soffrono il solletico, come se ne avessero timore: il binomio tra la risata e il fastidio è una delle molte curiosità che esistono ancora oggi su questa pratica.

Cos’è il solletico?

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Fonte: Web

Il solletico, o meglio la reazione ad esso, è fisiologica e involontaria. Anche se solitamente ci si rivolge ad essi allo stesso modo, ne esistono due tipi. Quello definito knismesi si associa a una sorta di prurito, che non causa reazioni forti, e può risultare anche piacevole. Può essere prodotto da oggetti come piume, carezze leggere, o anche insetti. Si ritiene che derivi dall’evoluzione dell’uomo alla resistenza contro i parassiti.

Il secondo è chiamato invece gargalesi e provoca un fastidio più potente che sfocia nella tipica risata incontrollata. Solitamente è causato da un tocco più insistente e ripetitivo di determinate zone, specialmente la pancia, i fianchi e il collo. La scienza studia ancora oggi il solletico, cercando di trarne una spiegazione universale. Vediamo quali sono le teorie principali, e quali parti del corpo sono più sensibili.

Le cause del solletico

Il solletico provoca un fastidio intenso causato dal tocco improvviso o ripetuto di alcune zone del corpo, considerate più sensibili. Gli studi in materia continuano, poiché le teorie esistenti finora non convincono completamente. Tuttavia, la più accreditata sembra essere quella di origine psicologica, anche se sono stati fatti studi su diversi aspetti dell’essere umano da cui sembra derivare il solletico.

Teoria fisiologica

Nella prima metà del ‘900 diversi esperimenti dimostravano la correlazione tra il solletico e le fibre nervose coinvolte nella ricezione del dolore e del tatto. Ad esempio il neurofisico svedese Yngve Zotterman studiò nei gatti la correlazione tra il solletico e i nervi del dolore. Tuttavia, altri studi fecero notare che probabilmente si tratta più che altro di tatto, non solo di stimolazioni nervose.

Questa teoria è poi stata superata da quella psicologica, perché se una persona prova a farsi solletico da sola, nonostante tocchi i nervi e le zone del corpo sensibili, non c’è l’effetto a sorpresa e non funziona. Inoltre, pare che per ottenere la reazione della risata, debba esserci un legame tra le persone coinvolte.

Teoria evoluzionistica

Un’altra teoria che sembra avere un buon numero di sostenitori è quella spiegata dal dottor Paolo Armani, neuropsicologo dell’ospedale Humanitas: il solletico farebbe parte dell’apprendimento nel processo di evoluzione. A riprova di ciò, c’è il fatto che solo gli esseri umani e le scimmie più evolute provano il solletico. La doppia sensazione di fastidio e risata accade affinché i bambini, fin da piccoli, imparino a proteggere e difendere alcune parti del corpo attraverso il gioco con gli altri.

All’Università di Tuebingen hanno dimostrato, attraverso un esperimento, come le risate provocate da scene divertenti nei soggetti studiati siano diverse da quelle derivanti dal solletico. Queste ultime infatti, pur provenendo dalla stessa regione cerebrale delle altre, attivano in concomitanza aree del cervello tipiche della lotta e della fuga. La risata inoltre è ritenuta fin dall’antichità come forma di sottomissione durante un’attacco.

Teoria sociologica

Altri studi ritengono invece che il solletico sia un mezzo di interazione e di comunicazione, attraverso il quale il bambino impara a relazionarsi. Queste teorie sostengono che il solletico sia la primordiale base dell’umorismo dell’essere umano adulto. Sembra infatti che chi soffre maggiormente il solletico, sia anche chi dimostra di avere più senso dell’umorismo e ironia.

Teoria psicologica

La teoria più accreditata sembra essere quella psicologica. Lo stesso Darwin riteneva che il “successo” del solletico dipendesse da un legame tra la persona che lo fa e chi lo subisce. Secondo il teorico dell’evoluzione infatti questo gioco serve per comunicare un certo feeling tra due individui.

Christine Harris e Nicholas Christenfeld dell’Università di San Diego hanno avvalorato questa ipotesi con un esperimento, dimostrando che, per avere la reazione di risata che accompagna il solletico, ci deve essere un rapporto almeno di familiarità, se non di affetto più profondo.

Dopo aver fatto familiarizzare i soggetti con un dottore, sono stati bendati. Un robot solleticava i loro piedi, ma ai soggetti veniva detto che talvolta era il robot, talvolta il dottore stesso a farlo. I soggetti hanno poi dichiarato di soffrire di più il solletico quando pensavano che a toccarli fosse il dottore, con cui avevano un po’ di legame, e non con la macchina.

Perché alcune persone sono più sensibili?

Considerate queste teorie, si può notare come alcune siano più sensibili di altre. Esiste anche chi sostiene di non soffrire assolutamente il solletico. Questo dipende probabilmente dalla psicologia: se una persona è abituata a soffrire in silenzio, o non ha voglia di scherzare, potrebbe non reagire al tocco del solletico. Allo stesso modo, dipende dal livello di affetto e legame che unisce le due persone.

Le fattezze del corpo sembrano influire solo relativamente: una persona più corpulenta ad esempio soffre meno il solletico, rispetto alle persone più piccole. Gli studi relativi alla causa fisiologica hanno rilevato che alcune persone che non percepiscono il dolore per danni subiti alla colonna vertebrale, ad esempio, riescono comunque a percepire il solletico.

Solletico: le zone del corpo più sensibili

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Il solletico si soffre solo in alcune zone del corpo. La teoria evoluzionistica ritiene che siano quelle più “indifese“. Le aree più sensibili al solletico, specialmente quello di gargalesi che provocano una forte sensazione di fastidio e causano risata sono i fianchi, i lati della gabbia toracica, la pancia, le ascelle e il collo. Più sensibili a knismesi sono anche le mani, i piedi, l’interno delle ginocchia e in alcuni casi le orecchie.

Solletico erotico: cos’è il tickling?

Il solletico non viene provato solo dai bambini, ma, specialmente nelle persone che lo soffrono di più, continua anche da adulti. Esiste anche quello di tipo erotico, che prende il nome di tickling. Deriva dal termine inglese, e si tratta di pratiche volte a far provare solletico, in particolar modo knismesi, durante un rapporto sessuale, per stimolare nuove sensazioni. Si ricorre non solo alle proprie mani, ma anche a piume, spazzole e spazzolini elettrici.

È considerata una pratica di Bsdm soft, anche se non comporta dolore, e ha pertanto bisogno di regole e del consenso di entrambi i partner della coppia. Infatti, se fatto in maniera forzata o se il gioco va troppo oltre, può risultare davvero spiacevole. Se invece è qualcosa che si vuole sperimentare, diventa un modo curioso per scoprire le zone erogene e sensibili del partner, e comprendere meglio cosa stimola l’altra persona.

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