Da cosa dipende la soglia dell'attenzione e come aumentarla
La soglia dell'attenzione è un argomento che ci riguarda tutti e tutte, soprattutto alla luce dei cambiamenti del progresso tecnologico: alcuni consigli su come ottimizzarla.
La soglia dell'attenzione è un argomento che ci riguarda tutti e tutte, soprattutto alla luce dei cambiamenti del progresso tecnologico: alcuni consigli su come ottimizzarla.
L’ipotesi di Microsoft è che si tratti di un effetto collaterale del ruolo che la tecnologia mobile ha nelle nostre vite. Tanto che la ricerca ha registrato le adesioni all’affermazione “Quando nulla attira la mia attenzione, la prima cosa che faccio è prendere il mio telefono”: il 77% degli intervistati con un’età tra 18 e 24 anni ha risposto positivamente. Ma c’è dell’altro che dobbiamo sapere?
La soglia dell’attenzione è un processo cognitivo che non dipende dalla volontarietà, è infatti un meccanismo involontario. Biologicamente parlando è legata all’attivazione dell’organismo in base agli stimoli esterni: questi stimoli sono selezionati in modi diversi, in quantità diverse da persone diverse, in base alla loro importanza biologica, psicologica, ambientale o esperienziale.
Per fare un esempio, un determinato film può risvegliare una soglia di attenzione alta in chi trova una determinata trama interessante, per questioni legate alla propria storia personale, a processi istruttivi o educativi che hanno coinvolto chi guarda in passato, e così via, ma questo può non succedere ad altre persone.
Ci sono alcuni studiosi – come pure evidenzia quella ricerca di Microsoft di cui abbiamo accennato – che ritengono che l’abbassamento progressivo e massivo della soglia dell’attenzione sia legata all’uso, altrettanto progressivo e massivo, delle nuove tecnologie. Lo ritiene per esempio Gloria Mark, docente di informatica alla University of California Irvine e autrice del volume Attention Span: A Groundbreaking Way to Restore Balance, Happiness and Productivity.
Nel 2004 – ha spiegato Mark alla Cnn – abbiamo misurato l’attenzione media su uno schermo per 2 minuti e mezzo. Alcuni anni dopo, abbiamo scoperto che la durata dell’attenzione era di circa 75 secondi. Ora scopriamo che le persone possono prestare attenzione solo a uno schermo per una media di 47 secondi.
C’è anche dell’altro: se perdiamo l’attenzione, abbiamo bisogno di 25 minuti e 26 secondi per rifocalizzarci sull’argomento che stavamo affrontando, seppur utilizziamo quel tempo in altre attività. E il multitasking sarebbe solo un mito, presente solo in rari individui: secondo Mark infatti, a meno che una delle due attività che si svolgono insieme non sia automatica, “come masticare la gomma e camminare”, pochissimi esseri umani possono fare due cose contemporaneamente.
Quello che percepiamo come multitasking è uno spostamento rapido dell’attenzione tra due o più attività. Secondo Mark possiamo dare la colpa del calo generalizzato della soglia dell’attenzione alla tecnologia (che gli americani usano per una media di 10 ore al giorno), in particolare alla posta elettronica.
Per me, l’e-mail è probabilmente la cosa peggiore perché è diventata un simbolo del lavoro: Abbiamo interrotto la posta elettronica per alcuni lavoratori di un’organizzazione per una settimana lavorativa. Utilizzando i cardiofrequenzimetri, abbiamo scoperto che sono diventati molto meno stressati e sono stati in grado di concentrarsi molto più a lungo. Non c’è modo che una persona possa semplicemente tagliarsi completamente fuori dalla tecnologia e lavorare nel mondo di oggi. Quindi impariamo a conviverci in un modo che mantenga il nostro benessere positivo.
Un modo per migliorare la soglia dell’attenzione è pianificare le attività di una giornata, sfruttando anche le proprie caratteristiche in termini orari (esiste infatti che si concentra meglio di giorno e chi si concentra meglio di sera, per esempio). Dovete compilare una vera e propria lista di attività, suddividendole in base all’impegno che richiedono.
Certo l’ideale sarebbe lasciare a casa lo smartphone, chiuderlo in un cassetto o spegnerlo. Ma lo smartphone serve a molti di noi per lavorare. Quindi potrebbe essere d’aiuto nascondere le app social come Facebook o Twitter in cartelle interne al desktop e ovviamente a disattivare suoni e notifiche.
Una pausa non aiuta solo a migliorare la soglia dell’attenzione, ma allevia anche la stanchezza, soprattutto quella della vista. Ci si può regolare da soli in questo, quando ci si rende conto che si hanno difficoltà a comprendere o a restare concentrati. La soluzione può essere in un pisolino (o anche chiudere gli occhi solo qualche minuto) oppure una passeggiata o un’attività domestica (riordinare, fare la lavatrice, stirare, passare l’aspirapolvere e così via). E ovviamente non dobbiamo usare lo smartphone.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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