Può capitare di essere stanchi dei comportamenti delle altre persone e sentire il bisogno di stare da soli. In questi casi spesso ci definiamo “sociopatici”, perché ci scontriamo contro gli altri e determinate dinamiche sociali. Tuttavia la definizione è errata, perché la sociopatia non è un modo di dire ma un disturbo vero e proprio, che può diventare anche pericoloso.

Il sociopatico non è in grado di adattarsi agli standard etici e comportamentali della società di appartenenza. Si stima che siano affetti da sociopatia in maggioranza gli uomini, e che questo disturbo si manifesti già a partire dall’infanzia e durante l’adolescenza. Vediamo meglio allora di cosa si tratta, da cosa deriva e come si manifesta la sociopatia e soprattutto se si può curare.

Definizione di sociopatia

La sociopatia è definita come un disturbo antisociale di personalità e rappresenta una patologia mentale che porta a un disprezzo cronico per le regole e le leggi della società e i diritti degli altri. La sociopatia rientra nel DSM-5 (Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali) all’interno dei disturbi di personalità del cluster B, insieme al disturbo borderline di personalità, il disturbo istrionico di personalità e il disturbo narcisistico di personalità.

La sociopatia colpisce in percentuale maggiore gli uomini con un rapporto 3:1 rispetto alle donne. L’incidenza è di circa l’1% per il sesso femminile e del 3% in quello maschile, ma aumenta anche di molto in ambiente clinico e nelle fasce economiche basse. La medicina suddivide i soggetti in quattro categorie di sociopatici:

  • comuni, che hanno una morale distorta e non provano vergogna, spesso in associazione a cleptomania;
  • alienati, che non hanno capacità di amare e provare empatia, assente o molto scarsa. Non amano socializzare e si sentono in qualche modo irritati e truffati dalla società, cosa che li spinge a commettere crimini considerati giustificati e ad essere costantemente in conflitto con la legge;
  • aggressivi, coloro caratterizzati da una vena più violenta e sadica che mostrano durante i rapporti sessuali ma anche a lavoro, e pertanto ricercano posizioni di autorità. Da piccoli possono anche trovare divertente torturare gli animali, segnale a cui fare attenzione;
  • dissociali, che riescono ad adattarsi a regole sociali di un gruppo ma solo se implicano la violazione della legge.

Le cause della sociopatia

Quali siano le cause effettive della sociopatia non è ancora del tutto chiaro, e gli studi a riguardo continuano. Si è visto infatti che svolge un ruolo importante la genetica ma anche l’ambiente e le condizioni in cui il bambino cresce. Studi effettuati su bambini adottati e figli biologici hanno dimostrato che il rischio di sociopatia è pressoché uguale nei due casi, quando parenti stretti di sangue o meno sono affetti dal disturbo.

D’altra parte si è visto come bambini con genitori, famigliari o tutori abusanti, violenti o trascuranti sono più inclini a sviluppare sociopatia e comportamenti antisociali. Di conseguenza, la medicina sta ancora cercando di capire la percentuale di causa nell’ereditarietà di tipo genetico e quanto invece le condizioni sociali influiscono sulla patologia. È stato visto invece che esiste un legame tra iperattività e deficit dell’attenzione nei bambini e l’insorgenza di livelli di sociopatia nella crescita.

Sintomi della sociopatia

sociopatia
Fonte: Web

Le caratteristiche di un individuo sociopatico sono numerose, ma anche specifiche e riconoscibili. Secondo il DSM-5 la persona deve avere compiuto almeno i 18 anni di età per effettuare una diagnosi di sociopatia valida. Per facilità si possono racchiudere i sintomi della sociopatia nei seguenti segnali.

  • Disprezzo e nessuna considerazione delle norme sociali e della legge.
  • Comportamenti criminali, in conflitto con la legge, con la quale infatti i sociopatici hanno spesso problemi, fin da adolescenti: furti più o meno grandi, assunzione di sostanze illegali, azioni di delinquenza.
  • Arroganza, cinismo, indifferenza, nessun riguardo dei sentimenti altrui, in sostanza una completa mancanza di empatia.
  • Tendenza a ingannare gli altri con bugie e costruzione di false realtà e identità. Il sociopatico è anche un grande manipolatore, che usa gli altri per ottenere un profitto o anche piacere personale. Le sue relazioni sono spesso incentrate sul potere più che sull’affetto.
  • Impulsività e incapacità di fare programmi. Anche i crimini sono perpetrati in maniera confusa e non pianificata.
  • Irritabilità, agitazione costante, aggressività e tendenza alla violenza.
  • Presenza di relazioni molto orientate al sesso e spesso clandestine o pericolose.
  • Incapacità di imparare le conseguenze, specialmente negative, delle proprie azioni.
  • Disprezzo della sicurezza e tendenza a mettersi in situazioni di pericolo, al limite.
  • Assenza di rimorso, vergogna e senso di colpa. Questo perché i sociopatici hanno anche una forte autostima, che li spinge a ritenere le proprie azioni giuste e giustificate: la legge e il mondo li ha derubati di qualcosa, ed è pertanto loro compito vendicarsi e ricambiare con azioni di violente e criminali.
  • Tendenza alla noia, all’ansia, e nei casi più gravi anche alla depressione.
  • Difficoltà di mantenere un impiego fisso, di avere continuità in generale nel lavoro e mancanza di affidabilità nel mantenere gli obblighi finanziari e nell’organizzazione economica.

Sociopatia: trattamento e cure

Secondo la medicina non esiste una cura alla sociopatia, e all’interno del DSM-5 non è citato alcun trattamento a riguardo. Pare che dopo i 40 anni di età circa, con la diminuzione dell’apporto ormonale e la crescita durante gli anni della conoscenza e interazione con altre persone, vi sia un naturale calo dei comportamenti antisociali. Oltre al naturale decorso del disturbo tuttavia non esiste una cura, e anzi farmaci come antidepressivi e analgesici utilizzati per altre patologie simili funzionano poco con la sociopatia.

La cosa interessante è che nei casi lievi il sociopatico è consapevole della sua condizione ed è pertanto portato a frenare gli istinti violenti. Nei casi più gravi invece il soggetto ritiene i suoi comportamenti normali e giustificati e non accetta in alcun modo di essere aiutato. Può succedere che invece richieda aiuto medico per sintomi o problemi associati al disturbo, come la depressione, l’ansia, l’abuso di sostanze ma anche le denunce per azioni illegali o irrispettose.

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