Smettere di giudicare se stessi e gli altri fa bene e si può imparare
Giudicare sé stessi e gli altri è un comportamento dannoso che mina la propria autostima, lo sviluppo personale e le dinamiche relazionali.
Giudicare sé stessi e gli altri è un comportamento dannoso che mina la propria autostima, lo sviluppo personale e le dinamiche relazionali.
Giudicare se stessi e gli altri può avere conseguenze negative dal punto di vista emotivo e relazionale. Prima di tutto, il giudizio verso sé stessi può alimentare l’autocritica e l’autovalutazione negativa, minando la propria autostima.
Quando ci si giudica in modo eccessivamente severo o con una lente distorta si può entrare in un circolo vizioso di auto-svalutazione che porta a sentirsi sempre insoddisfatti e inadeguati, anche di fronte ai successi ottenuti. Il dottor Ronald Alexander, in un suo articolo dedicato al giudizio negativo su sé stessi, approfondisce questo meccanismo:
Non importa quanto siamo realizzati, non importa quanto possiamo sembrare felici, tutti ci aggrappiamo a giudizi negativi su di noi stessi e loro si aggrappano a noi. […] Spesso la mente razionale mette insieme una serie di distorsioni. Invece di notare semplicemente “sono timido”, la mente genera il pensiero “sono timido, ecco perché non troverò mai un partner romantico; la mia timidezza mi rende poco attraente”. Invece di osservare “Sono un estroverso”, la mente inizia a raccontare una storia di depotenziamento: “Sono un estroverso. A mia madre non è mai piaciuto questo aspetto di me e sembrava che mettesse in imbarazzo i miei fratelli. Probabilmente mi sono reso ridicolo molte volte. Sono troppo desideroso di entrare in contatto con altre persone, che mi guardano dall’alto in basso perché sono emotivamente bisognoso”. Potreste anche non essere pienamente consapevoli del fatto che state abbellendo i vostri giudizi su di voi in modo poco sano.
Per quanto riguarda il giudizio negativo nei confronti degli altri, è possibile cadere in trappole come l’invidia, la gelosia o la critica ingiusta. L’essere troppo severi può portare a relazioni tese e conflitti, creando una barriera alla comprensione reciproca. Ad esempio, un individuo potrebbe giudicare negativamente un collega per un errore sul lavoro senza considerare che potrebbe essere stato solo un incidente o una mancanza di risorse.
Spesso si tende a giudicare negativamente gli altri per un senso di superiorità che in realtà cela un’insoddisfazione personale: quando si è felici e soddisfatti della propria vita, non si ha necessità di porsi negativamente, anche in modo superficiale.
Giudicate le persone poi, può diventare un’abitudine: giudicare tutti coloro che ci circondano a partire dalle più piccole cose come l’abbigliamento e il modo di fare fino al sistema di valori, è un approccio che allontana gli altri e non li invoglia a continuare l’interazione, piò o meno profonda che sia.
Legata a questo aspetto è l’alimentazione degli stereotipi, in quanto c’è la probabilità che si evitino determinate persone proprio perché rispecchiano i propri pregiudizi e sono distanti dal sistema di valori e codici comportamentali di riferimento.
Inoltre, il giudizio eccessivo di sé e degli altri può anche generare un clima sociale poco favorevole alla crescita personale e al benessere psicologico. Quando viviamo in una società in cui il giudizio è prevalente, le persone potrebbero sentirsi a disagio nel mostrare la propria autenticità o esprimere opinioni diverse, temendo di essere giudicate o emarginate. Questo crea un ambiente ostile al dialogo e all’empatia, ostacolando la costruzione di legami significativi e la comprensione reciproca.
La sospensione del giudizio nei confronti di sé stessi e gli altri porta molteplici benefici:
Sfuggire dal meccanismo malsano del giudizio negativo di sé stessi e degli altri è possibile, ecco alcuni suggerimenti:
Lettrice accanita, amante dell'arte e giornalista. Ho da sempre il pallino per la scrittura.
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