Di alcol e droghe leggere si parla tantissimo e periodicamente, in merito ai danni e ai decessi legati all’utilizzo di queste sostanze.

C’è chi sostiene che l’alcol non faccia male quanto la droga leggera e chi, invece, afferma esattamente il contrario. Una sorta di tiro alla fune senza vincitori ma, purtroppo, con un sacco di perdenti.

Perché sì, se una cosa è certa, è che l’abuso di queste sostanze può portare a danni più o meno gravi per la salute, fino anche alla morte.

Ma cerchiamo di capire meglio l’origine di queste sostanze e cosa sono esattamente.

Alcol e droga, un salto nel passato

Andando a ritroso nel tempo appare chiaro come il consumo di bevande alcoliche e di sostanze stupefacenti non sia una novità dei giorni nostri. Già 20.000 anni fa, infatti, i coltivatori della preistoria conoscevano le proprietà disinibenti derivate dalla fermentazione dell’uva e dei cereali.

Più avanti, all’interno dell’Antico Testamento, si racconta l’ubriacatura di Noè con del vino prodotto nella sua stessa vigna (Genesi 9, 20-27). Ma non solo.

Il consumo di sostanze alcoliche appare chiaro in molte altre culture, dai pittogrammi degli antichi egizi ai greci che adoravano Dioniso, dio del vino e dell’estasi, fino agli antichi romani che lo impiegavano come parte integrante di ogni festa.

Nel corso della storia il consumo di alcol trova spazio in ogni epoca in modo più o meno consistente, arrivando, man mano, a essere considerato come “sostanza dannosa“. Intorno al 1500, infatti, in Inghilterra venne varata per la prima volta una legge che vietava l’ubriachezza.

Non troppo diversa è l’origine dell’utilizzo delle droghe leggere. A seconda dell’epoca e della cultura, queste sostanze venivano impiegate come collegamento con le divinità, medicamento o mezzo di connessione con il proprio corpo.

Il loro uso è testimoniato fin dall’antichità, in Cina e tra i sacerdoti dell’antico Egitto.

Più avanti poi, tra i Latini e i Greci, vennero scritti veri e propri trattati di botanica nei quali comparivano classificazioni dettagliate sugli effetti e il valore terapeutico delle droghe.

Il “problema” verso queste sostanze subentrò durante il Medioevo Cristiano quando gli venne associato il concetto di “male”. Non a caso fu proprio in quel periodo che si propagarono i roghi destinati a chi ne faceva uso.

Se da un lato, quindi, entrambe le sostanze vennero utilizzate comunemente per moltissimi anni, dall’altro a un certo punto furono proibite o scoraggiate a causa degli effetti che provocavano sull’organismo. Vediamo quali.

Cosa succede quando si esagera?

Per prima cosa è bene specificare che il nome “droghe leggere” fu coniato negli anni ’30.

Con questo termine si volevano definire quelle sostanze stupefacenti che, a differenza di altre droghe, non provocavano dipendenza fisica, avevano minori effetti psicotropi e non generavano un pericolo per la vita di chi ne faceva uso.

Le droghe leggere comprendono le piante del genere Cannabis (canapa) e le sostanze psicotrope che vi si possono ricavare: marijuana e hashish.

Tra queste la cannabis è quella più usata, soprattutto dagli adolescenti.

Le problematiche a breve termine che possono derivare dall’uso eccessivo di queste sostanze sono molte, per esempio:

  • deliri;
  • allucinazioni;
  • disturbi comportamentali;
  • danni cerebrali.

Tra i giovani, una conseguenza preoccupante causata dall’abuso di cannabis, è la sindrome amotivazionale.

Un lento e progressivo disinteresse verso le relazioni sociali, la vita quotidiana e il piacere nel fare le cose, condizione comune alla depressione.

Un consumo eccessivo di alcol, invece, genera una sensazione iniziale di euforia e perdita dei freni inibitori arrivando progressivamente a sintomi come:

  • riduzione della visione laterale;
  • perdita dell’equilibrio;
  • difficoltà motorie;
  • stato confusionale;
  • nausea e confusione.

Nei casi più gravi si può arrivare al coma etilico, fino anche alla morte.

Nonostante questo, alcol e droghe leggere hanno trattamenti molto diversi. Se il primo, infatti, è stato riabilitato nel corso della storia, tanto da diventare il protagonista di ogni cena, aperitivo o momento da ricordare, le seconde ancora “lottano” per essere legalizzate in moltissimi paesi, Italia compresa.

Un controsenso se si pensa che, tra le due, è l’abuso di alcol a provocare il maggior numero di vittime.

Alcol e droghe leggere: i dati

Questo viene confermato all’interno di un rapporto realizzato sulla base di fonti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalle Nazioni Unite e dall’Institute for Health Metrics and Evaluation e pubblicato sulla rivista Addiction.

Ma non è tutto. Come evidenziato nel “Global status report on alcohol and health 2018”, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 21 settembre 2018, solo nel corso del 2016 le morti causate da abuso di alcol sono state circa 3 milioni in tutto il mondo. 

Una cifra spropositata.

Da una serie di analisi e ricerche promosse da Eurispes ed Enpam, poi, si è calcolato che in Italia tra il 2008 e il 2017, i decessi provocati da eventi correlati all’uso di alcol come incidenti domestici, stradali e varie patologie, sono stati 435.000, anche tra i giovanissimi.

Questo perché si inizia a bere sempre prima.

Il battesimo con le bevande alcoliche avviene tra gli 11 e i 14 anni, come una sorta di rito di passaggio all’età adulta. Un gioco che può essere molto pericoloso.

Il consumo inconsapevole e immaturo di alcol, infatti, può avere conseguenze devastanti come nel caso del “binge drinking”.

Questa pratica diffusa tra i giovani ha come scopo quello di raggiungere uno stato di “sballo” bevendo grandi quantità di alcol in meno di 2 ore, portando molto spesso al come etilico.

Tutto questo fa riflettere, soprattutto in relazione al fatto che, paragonando l’alcol alle droghe leggere, non esistono dati simili.

Ma perché, allora, ancora oggi le due sostanze vengono recepite e gestite in modo così diverso?

Legale o no?

Il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere vede scontri continui tra le varie forze politiche, con proposte di legge che, puntualmente, vengono discusse, criticate e modificate da una parte o dall’altra.

Lo scontro, di fatto, è tra i proibizionisti e antiproibizionisti. I primi sono convinti che la legalizzazione provocherebbe un aumento del consumo delle droghe leggere e della criminalità. Ma non solo. Non vedono una distinzione tra droghe leggere e pesanti e sostengono che un provvedimento simile non porterebbe nessun beneficio economico o sociale.

I secondi la pensano molto diversamente. Per loro legalizzare queste sostanze è l’unica soluzione possibile in grado di contrastare la criminalità e la tossicodipendenza. In più si potrebbero assicurare maggiori vantaggi economici per lo Stato e attuare forme di prevenzione verso i minori e gli adolescenti, più esposti ai rischi delle droghe.

Opinioni opposte che come unico effetto hanno la cementificazione di una situazione di stallo decisionale che non intacca minimamente il consumo e la diffusione illecita di queste sostanze.

Come disse Epicuro in tempi non sospetti “Il divieto non significa necessariamente astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione”.

Di base restano i dati su alcol e droghe leggere e le conseguenze che possono nascere da un loro consumo eccessivo, sregolato e inconsapevole. Dati e numeri che obbligano ad azioni concrete.

Forse, come per ogni cosa, la chiave sta nel trovare un equilibrio, conoscendo, analizzando e garantendo parità di trattamento a entrambe le sostanze. Parità che potrebbe portare più benefici che problemi.

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