Le parole crociate e il sudoku possono davvero prevenire la demenza senile?

Parole crociate, sudoku e demenza sembrano essere concetti in contrasto: ma bisogna essere cauti quando si individua nell'enigmistica un sicuro mezzo per la prevenzione del declino cognitivo.

È una domanda interessante: parole crociate, sudoku e demenza sono dei concetti che contrastano tra loro? Ovvero attività che stimolano la mente come l’enigmistica classica possono contrastare il declino cognitivo? La questione non è secondaria: la durata della vita si allunga sempre più, ma a questo è importante far corrispondere una buona qualità della vita. Se l’esercizio fisico e un’alimentazione sana riescono a dare salute al corpo, questo non significa che dobbiamo trascurare il cervello.

Il ruolo dell’enigmistica nelle nostre vite

Fin da quando siamo piccoli, l’enigmistica fa spesso capolino nel nostro tempo libero. A volte si tratta di un’app sullo smartphone per il proprio sudoku o le parole crociate giornaliere, altre volte si tratta di enigmistica sui quotidiani o sulle riviste dedicate mentre si è in relax, come in spiaggia quando è estate. Certo, non tutti si divertono con questo passatempo, ma molti adorano mettersi alla prova.

I sintomi della demenza

La demenza è una malattia degenerativa del cervello, che porta a un progressivo declino cognitivo. I suoi sintomi hanno a che fare con:

  • la memoria. Ci si dimentica inizialmente cose apparentemente insignificanti e a breve termine. È spesso accompagnata dalla difficoltà di concentrazione o al disorientamento rispetto a luogo e tempo;
  • il linguaggio. Si manifesta con ripetitività di frasi o concetti ma anche con la difficoltà a trovare le parole che si vogliono usare;
  • la personalità. Si possono verificare cambi repentini di umore, instabilità o addirittura ostilità, oppure al tempo stesso un isolamento sociale, e difficoltà con il compiere abituali azioni quotidiane.

Enigmistica contro la demenza: il parere medico

Il New York Times ha dedicato un articolo, sentendo diversi esperti, sull’ipotesi che i giochi possano migliorare le capacità cognitive oppure ostacolare alcune forme di demenza senile come il morbo di Alzheimer. Sulle capacità cognitive può essere anche vero, ma funziona in modo mirato: se si gioca a un determinato gioco, si amplieranno delle capacità legate al gioco stesso, esattamente quando ci si esercita nello studio di uno strumento musicale e si acquisiscono capacità nel suonare quel determinato strumento, ma non altri dissimili (cioè, chi suona il contrabbasso può avere le capacità con il basso elettrico ma non con il pianoforte o la tromba).

Viene citato un non meglio identificato studio in cui dei volontari anziani sono stati sottoposti a un gioco per migliorare la velocità di elaborazione: 10 anni più tardi, quei volontari, mostravano un rischio ridotto al 29% di sviluppare una forma di demenza senile, e tra essi, coloro che si esercitavano a più giochi simili presentavano un rischio ancor più ridotto, sebbene non significativo rispetto ai volontari che non giocavano affatto. In generale, molti ricercatori sono orientati a pensare che giochi (anche da tavolo, non solo enigmistici come cruciverba o sudoku), l’apprendimento di una nuova lingua o leggere giornali e libri ritardi il declino cognitivo, ma non esistono studi randomizzati controllati in merito, per cui si tratta solo di intuizioni che male non fanno dopotutto.

Parole crociate, sudoku e demenza: la prevenzione

È molto probabile quindi che parole crociate e sudoku non riescano a prevenire il danno cerebrale che poi causa la demenza, ma possono ritardare i sintomi o mascherarne gli effetti, per la stessa ragione per cui le persone più istruite sono statisticamente meno portate al declino cognitivo senile. È ancora probabile che questo sia legato al modo in cui questi giochi rafforzano le sinapsi, ovvero le connessioni tra i neuroni, ma, vale la pena ricordarlo, si tratta di pareri sui quali non esistano abbastanza studi specifici per raggiungere un golden standard scientifico. Per cui appassionarsi all’enigmistica o a qualunque attività mantenga il cervello sveglio a attivo va benissimo, ma non è certo al 100% che si contrasti così l’insorgere del declino cognitivo, soprattutto se legato all’avanzare dell’età.

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