L’Alzheimer è una malattia devastante. Chi ha avuto parenti o amici affetti da questa malattia, sa quanto essa possa essere debilitante e dolorosa non solo per chi ne soffre ma anche per tutte le persone presenti nella sfera familiare della persona. La perdita progressiva della memoria non solo cancella i totali ricordi della persona, ciò che ha vissuto in passato e ciò che sta vivendo nel presente, ma col passare del tempo intacca anche le funzioni motorie. Secondo il rapporto mondiale sull’Alzheimer presentato dalla Federazione Alzheimer Italia nel 2018, in occasione della XXV Giornata Mondiale Alzheimer del 21 settembre, circa ogni 3 secondi, nel mondo, una persona sviluppa una forma di demenza, mentre a livello globale la demenza colpisce 47 milioni di persone.

In Italia ci sono 1.241.000 casi stimati.

La demenza è la settima causa di morte in tutto il mondo e non esiste ancora una cura; inoltre molti Paesi non sono ancora dotati di strumenti diagnostici adeguati, di un facile accesso agli studi clinici, e di medici e ricercatori specializzati. Come già rivelava il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016, la maggior parte delle persone con demenza nel mondo non ha ancora ricevuto una diagnosi, e neppure un’assistenza sanitaria completa e continua.

Per ricordare la gravosità di tale malattia il giornalista di Radio Castilla-La Mancha, Jesús Espada, ha scritto nel 2014 questa toccante lettera, aggiudicandosi con queste poche ma dolorose righe il primo premio al terzo Concorso di lettere d’amore di Cobisa, nei pressi di Toledo. Espada non ha mai conosciuto nessuno affetto dall’Alzheimer e l’idea per questo scritto è giunta guardando il documentario Bicicleta, cuchara, manzana (Bicycle, Spoon, Apple) diretto dal regista spagnolo Carles Bosch. Il lungo metraggio infatti racconta la vita di Pasqual Maragall i Miraex sindaco di Barcellona dal 1982 al 1987, a cui è stato diagnosticata l’Alzheimer circa 12 anni fa.

Un messaggio emozionante quello del giornalista che ha commosso milioni di utenti Facebook fin dalla sua pubblicazione sul social. Nonostante la natura fittizia dello scritto, molti pazienti affetti da demenza degenerativa si sono ritrovati nelle parole scritte dall’autore e hanno apprezzato la sua capacità di spiegare, in poche righe, quanto davvero dolorosa possa essere questa malattia. “Se domani“, questo il titolo della lettera, è inoltre un invito ad apprezzare ogni momento della vita e a fare tesoro delle nostre esperienze, passate e presenti, con chi amiamo.

Fonte: scritto di Jesús Espada

Cara Julia,

ti scrivo ora, mentre dormi, nel caso domani non sia più io quello che si sveglierà al tuo fianco.
In questi viaggi di andata e ritorno ogni volta passo più tempo dall’altra parte e in uno di questi – chi lo sa? – temo che non ci sarà ritorno.
Nel caso domani non sia capace di comprendere quello che mi capita, nel caso domani già non possa dirti come ammiro e stimo la tua integrità, questo impegno tuo nello stare al mio lato, cercando di farmi felice al di là di tutto, come sempre.
Nel caso domani io non sia cosciente di quello che fai. Quando collochi fogliettini in ogni porta perché io non confonda la cucina con il bagno; quando riesci a farci ridere dopo che ho messo le scarpe senza calze; quando ti impegni a mantenere viva la conversazione anche se mi perdo in ogni frase; quando ti avvicini di nascosto e mi sussurri nell’orecchio il nome di uno dei nostri nipoti; quando rispondi con tenerezza agli attacchi d’ira che mi prendono, come se qualcuno al mio interno si ribellasse contro questo destino che mi afferra.
Per questo e per tante cose. Nel caso domani non mi ricordi il tuo nome, o il mio.
Nel caso domani già non possa dirti grazie.
Nel caso domani, Julia, non sia capace di dirti, anche fosse l’ultima volta, che ti amo.

Tuo sempre,
T.A.M.R.

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