La paralisi di Bell è entrata nelle notizie di cronaca in relazione ai presunti possibili effetti collaterali di alcuni vaccini anti-Covid. N

aturalmente ci vorranno alcuni studi ad hoc per capire davvero se esiste una correlazione tra vaccino e pochi casi di paralisi di Bell, ma ci sono alcune cose certe che per ora sappiamo su questa paralisi del nervo facciale e come insorga al di là di alcune singole contingenze di cronaca.

Cos’è la paralisi di Bell?

MsdManuals è molto chiaro su questo disturbo, le cui cause sono di recente identificazione. Si tratta di un tipo di paralisi che interessa il settimo nervo cranico, che finisce per non funzionare come dovrebbe.

A questo segue una debolezza e una paralisi dei muscoli di un lato del viso: la conseguenza immediata è che sembra che “la faccia cada”, ma non è l’aspetto che una persona assume in seguito alla paralisi di Bell la cosa preoccupante. Il settimo nervo cranico ha infatti diverse funzioni e sono tutte molto importanti, per cui se vengono meno queste funzioni è un bel problema. Tra queste:

  • muove i muscoli facciali;
  • controlla un muscolo dell’udito;
  • consente alla lingua di sentire gran parte dei sapori;
  • stimola alcune ghiandole, come quelle salivari e lacrimali.

Le cause della paralisi di Bell

Paralisi di Bell
Fonte: Pexels

Le cause del disturbo possono essere diverse, le elenchiamo qui ma le più comuni sono le prime due:

  • herpes simplex;
  • herpes zoster;
  • vari virus (il citomegalovirus così diffuso tra le gestanti, quelli di parotite, rosolia, mononucleosi, influenza e altri meno ricorrenti);
  • malattia di Lyme;
  • sarcoidosi;
  • tumori del cranio;
  • fratture del cranio.

Paralisi di Bell: sintomi e diagnosi

Anche per quanto riguarda i sintomi, ce ne sono alcuni più diffusi e altri meno diffusi, ma in generale sono catalogati tutti quanti, perché rappresentano il campanello d’allarme grazie al quale rivolgersi al medico. Sono:

  • un dolore dietro l’orecchio;
  • un’improvvisa debolezza dei muscoli facciali;
  • una parte dei muscoli facciali (quelli che ancora funzionano bene) tirano di più;
  • impossibilità nel fare espressioni o smorfie;
  • difficoltà nel chiudere l’occhio dal lato interessato;
  • difficoltà nella produzione di saliva e lacrime;
  • difficoltà a sentire i sapori;
  • iperacusia.

Quando ci si reca dal medico, vanno spiegati tutti i sintomi e il professionista potrebbe stabilire degli esami di routine per avere certezza della diagnosi, come esame del sangue, radiografia e tac, in modo da non confondere la paralisi di Bell con qualche altro disturbo (per esempio l’ictus).

Le conseguenze della paralisi di Bell

Paralisi di Bell
Fonte: Pexels

Ci sono alcuni casi in cui il disturbo passa da solo, ma ci vogliono alcuni mesi: accade quando la paralisi è parziale, però essendo comunque un disturbo davvero fastidioso, sarebbe meglio curarla sempre. Tanto più che si sa che quando la paralisi è totale si potrebbe non guarire mai del tutto e quella tipica caduta del viso diverrebbe una caratteristica facciale, con tutti gli altri sintomi che ne derivano.

Si possono riscontrare delle piccole conseguenze anche durante la guarigione. Per esempio si possono verificare movimenti inattesi di alcuni muscoli facciali, gli occhi possono lacrimare durante la salivazione, i muscoli facciali possono irrigidirsi.

In altre parole non è una passeggiata, quindi parlare con uno specialista è sempre la cosa migliore da fare, come per tutto ciò che ha che fare con la nostra salute.

Paralisi di Bell: terapie e riabilitazione

Solitamente per la paralisi di Bell vengono prescritti un corticosteroide per ridurre il gonfiore e un collirio, magari con lacrime artificiali o una soluzione salina, per proteggere la cornea dal rischio di lesioni dovute alla secchezza (a volte anche un cerotto sull’occhio, in particolare quando si dorme).

Contemporaneamente può essere prescritto un antivirale, che però non agisce sul disturbo ma direttamente su ciò che l’ha causato, ovvero un virus.

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