L’età della prima mestruazione (o menarca) può avere un grande impatto sulla salute. In questo senso sia una precocità evidente sia un ritardo sono segni degli effetti che uno stato pisco-fisico disequilibrato possono portare su un momento così importante nella vita delle ragazze. O forse dovremmo dire delle bambine: secondo diversi studi portati avanti nel corso della pandemia, l’età delle prime mestruazioni in epoca Covid si è abbassata a 8 anni (dai 10-11 dell’età media considerata fisiologica).

A spiegare perché l’età media del menarca si sia abbassata così tanto (e in modo allarmante) fino a presentarsi a partire dalla terza elementare ci hanno pensato due studi italiani: il primo è stato portato avanti dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma e riconduce a un cluster molto importante di genitori che hanno chiesto consigli sulla pubertà precoce delle loro figlie.

Il fenomeno era già in crescita ben prima dello scoppio della pandemia perché legato a stili di vita e alimentari che impattano sull’organismo e sulla fisiologia del ciclo mestruale. Ma lo studio del Bambin Gesù ha evidenziato di come, nel 2020, ben 246 pazienti rispetto ai 108 del 2019 si siano rivolti ai dottori per capire il motivo delle mestruazioni anticipate.

Il secondo studio dal titolo “Increased incidence of precocious and accelerated puberty in females during and after the Italian lockdown for the coronavirus 2019 (COVID-19) pandemic” è stato portato avanti dalla Fondazione Meyer di Firenze, con un focus totale su 49 casi di pubertà (di cui 37 bambine inglobate in un cluster di nuove diagnosi). 12 di loro, già rientranti nei casi di pubertà precoce, hanno avuto un’accelerazione di sviluppo nel periodo del primo lockdown. Paragonati ai dati del quinquennio precedente allo scoppio della pandemia, i dati sono incredibilmente alti e così le proporzioni. E questo fenomeno del menarca anticipato oggi, alla luce di queste evidenze, deve essere analizzato come effetto indiretto del Covid sulla salute e sul benessere psicofisico degli esseri umani.

Perché in pandemia le mestruazioni arrivano prima

Le cause di questo ciclo anticipato agli 8 anni sono da ritrovarsi ancora una volta negli stili di vita. Che durante il lockdown e poi, nelle successive fasi di restrizioni, ci hanno portato a rimanere in casa, in uno stato di inattività di cui anche bambini e ragazzi, che si sono ritrovati a casa da scuola e lontani dai centri sportivi per molto tempo, sono stati loro malgrado protagonisti.

Gli esperti e diverse ricerche sulla pubertà precoce sono concordi nel dire che l’alimentazione e l’incremento dell’indice di massa corporea possono essere una causa di questo fenomeno. Anche alcune sostanze presenti in oggetti di uso comune e quotidiano (profumi, deodoranti, prodotti cosmetici contenenti parabeni) secondo uno studio possono accelerare la produzione di gonadotropine, l’ormone rilasciato dall’ipofisi che a sua volta stimola le ghiandole sessuali maschili e femminili a crescere.

Il telarca (ovvero lo sviluppo delle ghiandole mammarie) e il menarca sono fenomeni sì fisiologici, ma quando compaiono così presto – insieme alla proliferazione di peli, ad esempio, o a una crescita in altezza improvvisa – c’è sempre da valutare un incontro della bambina con un ginecologo pediatrico, che può analizzare la situazione e valutare lo stato di salute generale della paziente e il passi successivi.

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