Osteopenia, come prevenire la riduzione della massa ossea

Parliamo di osteopenia quando siamo di fronte a una riduzione della massa ossea; l'invecchiamento è sicuramente una causa, ma ci sono molti altri fattori di rischio che possono essere limitati modificando il proprio stile di vita.

Naturalmente, con l’aumentare dell’età il nostro fisico è sottoposto a importanti cambiamenti sia esterni che a livello muscolare e osseo; fra questi, uno dei problemi più frequenti legato – ma solo in parte – al fattore anagrafico è indubbiamente l’osteopenia.

Con il termine si intende una riduzione della massa ossea che dipende da una densità minerale delle ossa inferiore ai livelli normali; per  densità minerale ossea (in inglese chiamata Bone Mass Density, o BMD) si intende appunto la misura della quantità di massa minerale ossea contenuta in un centimetro cubo di osso , ed è un indicatore importante che ci dice, ad esempio, quanto le nostre ossa possano essere resistenti alle fratture: valori inferiori al normale, come appunto nel caso dell’osteopenia, indicano una fragilità ossea con conseguente maggiore esposizione al rischio.

Si può parlare di osteopenia quando i valori della densità minerale ossea sono compresi fra -1,0 e -2,5, come stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel giugno del 1992. A soffrirne di più sono le donne di razza caucasica, soprattutto dopo la comparsa della menopausa e, se non controllata, può essere considerata un fattore di rischio verso l’osteoporosi, una malattia che è conseguenza del deterioramento del tessuto osseo, con valori di densità minerale al di sotto di -2,5.

Cause dell’osteopenia

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Fonte: web

Fra le ragioni, molteplici, che causano l’osteopenia possono rientrare, ad esempio, i traumi,  i quali tendono a indebolire la massa ossea, sottoponendola a possibili peggioramenti. Ma anche la carenza di calcio può facilitare l’insorgere della patologia.

Naturalmente, lo abbiamo detto, l’invecchiamento è fra le prime cause che incidono notevolmente sulla comparsa dell’osteopenia ma, se a quello non possiamo porre rimedio, possiamo invece controllare altri fattori di rischio, come la sedentarietà, il fumo, l’anoressia.

L’osteopenia, inoltre, sembra essere di origine ereditaria, perciò anche la predisposizione genetica deve essere considerata come causa scatenante, anche se solitamente la patologia è legata a fattori endocrini e metabolici; sembra, infatti, che la scarsa produzione ormonale aumenti sensibilmente le probabilità di soffrire di osteopenia.

I sintomi dell’osteopenia

In realtà non esistono sintomi specifici per l’osteopenia; anzi, nelle fasi iniziali la malattia è asintomatica, tanto che la diagnosi è spesso casuale, ed è conseguenza di  radiografie o esami eseguiti per altri scopi. Quando però si sospetta un’osteopenia si esegue generalmente la MOC (mineralometria ossea computerizzata), un esame diagnostico specifico che evidenzia eventuali carenze e debolezze della massa ossea.
Fra gli eventuali sintomi riscontrabili ci sono dolori ossei, crampi alle gambe e la sensazione di stanchezza e affaticamento, ma essendo non frequenti sono difficilmente associabili all’osteopenia.

Come abbiamo accennato poco sopra, per diagnosticare la malattia si prendono in considerazione i valori di riferimento relativi alla popolazione sana: si utilizzano due indici statistici relativi ai risultati della MOC, il T-score (per soggetti con più di 30 anni di età) e lo Z-score (per individui da 0 a 30 anni). I valori normali del T-score sono non inferiori a -1; perciò,  se i valori sono compresi tra -1 e -1,5, si ha una diagnosi di osteopenia iniziale, anche se la vera e propria malattia si ha per i valori compresi tra -1,6 e -2,5.

L’alimentazione in caso di osteopenia

osteopenia alimentazione
Fonte: web

Abbiamo detto che, fra le cause possibili di osteopenia, ci può essere anche la carenza di calcio; perciò correggere la propria alimentazione in base ai fabbisogni di minerali può essere estremamente importante. Per riuscirci si possono usare anche integratori o supplementi, ma soprattutto è buona norma non far mancare sulla nostra tavola cibi in grado di apportare la giusta quantità di calcio e vitamina D: parliamo quindi di formaggi, sia freschi che a lunga stagionatura, di pesce azzurro, aringa, salmone (stimolano il corpo alla produzione di vitamina D) mandorle, noci, nocciole, rucola, verza, broccoli, fagioli, gamberetti, spinaci, latte e yogurt.

La cura all’osteopenia

Prima che si trasformi in osteoporosi, come possiamo intervenire per curare l’osteopenia? Prima di tutto è necessario dire che la cura non è risolutiva, perché non riesce a eliminare il problema in modo definitivo, ma serve soprattutto a rallentare il decorso della malattia. Possono essere prescritte delle cure ormonali, che comunque sono indicate soltanto dopo la menopausa e non sono generalmente consigliate se non si ha evoluzione in osteoporosi vera e propria. Ci sono dei farmaci, detti antiassorbitivi, che rallentano il processo di distruzione dell’osso, e quelli anabolici che invece ne favoriscono la ricostruzione. Ciò che davvero può essere utile per limitare il rischio di osteopenia e dedicarsi a svolgere un’attività fisica regolare, perché l’allenamento irrobustisce le ossa; benché possa sembrare strano, visti i tanti danni da sole, è invece importante anche esporsi ai raggi, perché il sole stimola l’organismo a sintetizzare la vitamina D.

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