Soprattutto negli ultimi anni, la parola meditazione è entrata nel vocabolario collettivo, indicando una pratica volta al riequilibrio della mente e, tra le altre finalità, a una maggior comprensione e gestione delle proprie emozioni e della propria vita.

Tra le varie tipologie di meditazione, poi, probabilmente avrete avuto modo anche di sentir parlare di meditazione tantrica, una pratica che, come indica il termine stesso, ha a che vedere con il tantra, altro termine usato spesso a sproposito negli ultimi anni.

Un termine che però, ha origini antichissime, così come presumibilmente la meditazione tantrica. Ma cerchiamo di andare con ordine e di capire di cosa stiamo parlando e quali sono i benefici legati a questa particolare tipologia di meditazione.

Meditazione tantrica: cos’è?

Premettendo che il concetto di tantra non è riconducibile a una sola definizione ma che, così come per lo yoga, ne esistono diverse tipologie e sfaccettature, quando si parla di meditazione tantrica si intende una parte del tantra, una “disciplina” che ha origini antichissime, databile tra l’VIII e il XIV secolo d.C.

Una tipologia di meditazione che si compone di vari elementi: movimento, respiro, suoni e visualizzazioni, con lo scopo di indirizzare e canalizzare l’energia Kundalini “addormentata” che è dentro di noi permettendole di fluire senza ostacoli, risalendo lungo la spina dorsale, per raggiungere uno stato di consapevolezza superiore.

Una pratica volta a liberare l’energia sopita dentro di noi e che, una volta lasciata fluire, permette di raggiungere uno stato di pace interiore e di benessere concreto e reale, fino a uno stato di illuminazione trascendentale.

Breve introduzione al tantra

Ma torniamo un attimo indietro, ovvero al tantra e capiamo di cosa si tratta per comprendere esattamente lo scopo della meditazione tantrica.

Spesso, infatti, e in modo errato, la parola tantra viene associata al sesso e all’atto sessuale, come una sorta di pratica erotica superiore. Non è così. O meglio, il sesso fa parte del tantra, ma non nel modo in cui si è soliti pensare.

Prima di tutto, quindi, è bene dire che il tantra non è una pratica monastica (come invece sarebbe per lo yoga) ovvero non richiede a chi pratica di rinunciare al suo ego o alla sua vita sociale. Il tantra, infatti, vede la via spirituale come un modo per avvicinarsi al divino, celebrando la propria natura che è essa stessa divina e sacra, imparare a comprendere e controllare la propria energia, il corpo e la mente, ognuno al massimo delle proprie possibilità.

Una via spirituale che porta alla massima espressione di sé, che accresce il proprio potere personale e, per queste ragioni, può risultare pericolosa e non praticabile da tutti.

Concetti molto diversi da quelli che si è soliti sentire e che associano il tantra unicamente all’intimità di coppia e a pratiche che spesso non sono per nulla riconducibili a questa antichissima e misteriosa disciplina. Ecco perché è importante informarsi adeguatamente prima di approcciarsi al tantra e alla meditazione tantrica, leggendo e comprendendo davvero la natura di questa filosofia orientale e non le sue edulcorazioni occidentali avvenute nel corso degli anni.

A questo proposito, per avere una più ampia e corretta visione del tantra, è bene affidarsi a persone che lo hanno studiato davvero e che lo praticano correttamente, come abbiamo fatto noi in questa intervista a Carolina Benzi, formatrice e consulente Diversity, Equity & Inclusion, Sex Coach ed Educatrice Sessuale, in cui vi verranno risolti non pochi dubbi.

I benefici della meditazione tantrica

Fatte queste premesse, torniamo alla meditazione tantrica e al suo scopo, che dovrebbe essere quello di aprire i canali dei sette chakra dislocati dal coccige alla testa, per permettere all’energia di scorrere liberamente attraverso gli stessi, senza limiti, ostacoli o freni, elevando l’energia del corpo verso l’universo.

Di fatto, quindi, a differenza della meditazione che punta al rilassamento e a una maggior tranquillità del praticante, la meditazione tantrica ha come scopo il raggiungimento di una più ampia e completa conoscenza di sé, liberando ciò che è già dentro di noi ma che non si sapeva di avere (o come usare).

Una pratica che, di fatto, porta con sé moltissimi benefici se eseguita correttamente e con un maestro esperto, tra cui: la diminuzione della pressione sanguigna, il rinforzo del sistema immunitario, un miglioramento della salute a livello generale, un maggior equilibrio emotivo e una miglior gestione delle emozioni e dei pensieri, come una sorta di crescita a livello emotivo.

Ma anche una maggior capacità cognitiva, un più alto livello di concentrazione e del livello della memoria, lo sviluppo di funzioni mentali “superiori”. Fino a una serie di benefici a livello energetico e  spirituale, come la capacità di una più ampia introspezione, la purificazione dei canali energetici e la riattivazione dei centri energetici nel corpo. Il raggiungimento di un livello maggiore di coscienza, lo sviluppo di un’intelligenza energetica e fino al raggiungimento di una vera e propria illuminazione spirituale.

Le tecniche e le pratiche

Per tutte queste ragioni (comprese quelle dette all’inizio), a differenza delle altre tipologie di meditazione, quando di parla di meditazione tantrica è bene considerare che non tutti sono pronti o predisposti ad eseguirla, ma richiede una certa consapevolezza di sé, ed è sempre meglio praticarla con una guida esperta, che indichi la via e aiuti a comprendere ciò che accade dentro di sé.

In linea generale, però, possiamo dire che la meditazione tantrica si esegue attraverso tecniche di meditazione, visualizzazioni e movimenti volti verso l’interno di sé, seguendo le indicazioni del maestro o praticando da soli.

La posizione del corpo dovrebbe essere con la schiena dritta e rilassata, in modo che i chakra siano ben allineati e per permettere all’energia di fluire, respirando dal naso e in modo consapevole e immaginando l’aria che passa dal naso al terzo occhio. Con gli occhi chiusi e respirando profondamente, si trattiene il respiro per circa tre secondi, pensando a ciò che si vuole lasciare andare, per poi espirare e farlo uscire con il respiro, ripetendo il tutto per tre volte, sempre respirando dal naso e fino la terzo occhio, contemplando la sensazione di pace che si alimenta dentro di sé.

La meditazione tantrica, poi, può essere anche praticata in coppia, con lo scopo di sacralizzare ed elevare l’unione (non di migliorare le prestazioni sessuali, come spesso si dice).

Durante la pratica, quindi, si cerca di sintonizzare le proprie energie, per esempio respirando in modo sincronizzato, guardandosi o toccandosi, attuando uno scambio reciproco e aumentando l’empatia di coppia.

Un modo per connettersi, quindi, con se stessi o con chi si ha accanto, ma sempre consapevoli di ciò che si sta facendo e seguendo i corretti principi del tantra e della meditazione a esso collegata.

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