
La parola che dovresti smettere di utilizzare con te stessa secondo gli psicologi
La psicologia sostiene che la parola da evitare nei nostri discorsi e soliloqui è "dovrei": la ragione alla base di questa scelta e con cosa sostituirla.

La psicologia sostiene che la parola da evitare nei nostri discorsi e soliloqui è "dovrei": la ragione alla base di questa scelta e con cosa sostituirla.
Esistono parole tabù da non utilizzare? Prima che qualcuno pensi che stiamo parlando di censura, specifichiamo che si tratta per lo più di autocontrollo, di non usare una parola che, secondo la psicologia, presenta ricadute negative sulla nostra vita. E questa parola non è per nulla controversa: si tratta di “dovrei”.
Quante volte in un giorno pronunciamo la parola “dovrei”?. Forse diciamo: “Dovrei trovare più tempo per…”. Oppure: “Dovrei fare/non fare…”. Perché dovremmo? C’è forse un obbligo sociale per qualcosa oppure siamo noi che ci auto-obblighiamo o mortifichiamo perché non riusciamo in determinati ambiti? E proviamo vergogna quando non riusciamo? La mental coach che contrasta l’ansia Carrie Howard ha spiegato sull’Huffington Post:
“Il doversi comportare in modo scorretto è una distorsione cognitiva e molti di noi spesso ne sono vittime. Si tratta fondamentalmente di una sorta di pensiero o affermazione automatica che potresti usare su te stesso e che crea un senso di obbligo che non è stato ponderato in modo consapevole o razionale da informazioni fattuali”.
Frustrazione, vergogna, senso di colpa. Sono queste le emozioni che proviamo quando quel “dovrei” non si trasforma in qualcosa di reale e resta un intento cui ci sentiamo obbligati e obbligate. E, secondo la psicologia, questo potrebbe portare a un senso di immobilismo e alla procrastinazione, ovvero quel ritardare qualcosa per svogliatezza oppure senso di inadeguatezza, conducendo direttamente a un circolo vizioso di malessere psicologico.
“Ci sono elementi che affondano le radici nell’incertezza, ci sono elementi che affondano le radici nella confusione, nel distacco e nella disconnessione da sé stessi”, ha spiegato Meghan Watson, direttrice di una clinica psicologica a Toronto.
Il fenomeno può avere delle radici profonde, come l’educazione famigliare o la formazione scolastica. Poi ci sono le pressioni sociali, magari la propria bolla amicale, o il fatto di avere un ruolo di caregiver. In altre parole, tutto questo potrebbe spingerci a una consapevolezza errata, quella di dover essere perfetti e perfette in ogni circostanza, in ogni situazione, a partire da quelle che consideriamo più importanti, ma senza tralasciare quelle a cui diamo poco conto. Perché la perfezione agognata non trascura nessun ambito della vita.
“Ogni volta che passiamo automaticamente a fare qualcosa, ignoriamo l’importante processo di fare un vero check-in con noi stessi, di imparare ad avere fiducia in noi stessi per prendere la decisione migliore e di essere in grado di valutare consapevolmente se la potenziale decisione è in linea o meno con i nostri obiettivi, valori e desideri”, ha aggiunto Howard.
Ci sono altre due espressioni, dalla connotazione maggiormente positiva, che dovremmo (sic!) utilizzare al posto di “dovrei”. E queste espressioni sono “voglio” e “scelgo di”. Sostanzialmente è importante lavorare per evitare gli automatismi indotti dai fattori sopra enunciati, fermarsi a riflettere non tanto sulle aspettative che il mondo ha nei nostri confronti. È la consapevolezza che fa la differenza, ma non ci si deve dimenticare del giusto mezzo. In altre parole, non è che “dovrei” è una parola che deve essere eliminata completamente dal nostro vocabolario, ma va usata solo in determinati contesti. Howard conclude:
“Ci sono momenti in cui abbiamo aspettative e obblighi legittimi nella vita, e altri in cui è saggio fare qualcosa che non abbiamo voglia di fare. La differenza qui è questa: il doversi comportare è un processo automatico che non ha una ragione consapevole associata. Enunciare i fatti relativi alla situazione, soppesare i costi e i benefici della nostra decisione e decidere se la decisione è in linea o meno con i nostri obiettivi e valori sono modi in cui possiamo gestire consapevolmente le nostre responsabilità e i nostri veri obblighi”.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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