Dai disturbi del sonno all’emicrania fino alla spossatezza: il jet lag si manifesta in modi diversi, a seconda della persona. Ma tutti sono d’accordo nell’ammettere che è qualcosa di molto fastidioso.

Quando si viaggia, soprattutto affrontando ore e ore di aereo per recarsi in posti lontani, magari dall’altra parte del mondo (attraversando più fusi orari) è normale restare piuttosto scombussolati e avvertire i colpi di quello che non a caso è chiamato anche “sindrome da fuso orario” o “mal di fuso”.

Jet lag: da cosa dipende?

La causa di questo insieme di disturbi sta nello sconvolgimento dei ritmi circadiani che subisce il corpo quando attraversa più fusi orari. I ritmi circadiani sono quelli che, secondo gli esperti, determinano le variazioni biologiche nell’arco delle 24 ore. Una sorta di orologio biologico, insomma, che sincronizza i tempi di attività e riposo in concomitanza di buio e luce. Influenzano lo stato di veglia, l’attenzione, la capacità di memorizzazione e di concentrazione, tutti aspetti che vengono fortemente “minacciati” in caso di un rapido cambiamento di fuso orario, generando mal di testa, nausea, difficoltà a dormire e altri disturbi.

Il ritmo circadiano è stato oggetto di recenti scoperte scientifiche premiate con un Nobel per la Fisiologia e la Medicina assegnato nel 2017 a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young. I tre hanno definito una volta per tutte l’orologio biologico umano, svelando come funzionano i geni coinvolti, i relativi meccanismi molecolari, le proteine codificate. In base ai loro studi sono state classificate tre tipologie di individui, tre cronotipi:

  • normali, che dormono nella fascia oraria compresa tra le 23:00 e le 7:00;
  • gufi, i ritardatari, che hanno le fasce orarie spostate in avanti;
  • allodole, i mattutini, che si addormentano e si svegliano prima della fascia normale.

Jet lag: i sintomi

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Fonte: iStock

Le principali manifestazioni comprendono:

  • stanchezza;
  • inappetenza;
  • disturbi legati alla digestione;
  • diarrea o costipazione;
  • nausea;
  • indolenzimento muscolare;
  • alterazione dell’umore, nervosismo, irritabilità.

Piccola curiosità: i sintomi peggiorano quando si vola da ovest a est. Perché? L’orologio biologico umano tende verso un ritmo superiore alle ventiquattro ore. Volando da oriente a occidente la durata del giorno si allunga, adattandosi in questo modo al ritmo biologico. Viceversa, il corpo si adegua al nuovo fuso orario con più difficoltà in un volo verso oriente.

Jet lag: quanto tempo dura?

Niente paura, fortunatamente il malessere è solo temporaneo. In media ci vuole, per ogni fuso orario attraversato, circa un giorno per riprendersi dal jet lag. Per chi viaggia spesso o sa che è particolarmente esposto a questi fastidi, però, può essere utile consultare in tempo un medico specializzato nei disturbi del sonno che possa consigliare una strategia preventiva da adottare prima della partenza, prendendo eventualmente in considerazione anche l’assunzione di farmaci.

Jet lag: i rimedi

Meglio viaggiare informati ed eventualmente correre in tempo ai ripari, in caso di viaggio intercontinentale o di viaggio che espone a un nuovo fuso orario, che può risultare traumatico. Adattarsi ai nuovi orari in anticipo è fondamentale. Può essere di grande aiuto:

  • per chi viaggia verso est cenare e andare a dormire prima, chi va verso ovest il contrario;
  • cambiare l’orario sull’orologio impostandolo sul fuso orario della destinazione, per abituarsi mentalmente;
  • non dormire in volo se l’atterraggio è previsto di giorno;
  • dormire in aereo se l’atterraggio è previsto di notte;
  • bere molta acqua, ma evitare alcolici e caffè.

Cosa fare invece una volta giunti a destinazione? Anche qui ci sono delle accortezze che possono dare grande beneficio al corpo e alla mente:

  • stancarsi e fare movimento fisico per combattere l’insonnia;
  • evitare pasti pesanti, difficili da digerire:
  • prediligere proteine.

Jet lag e ciclo mestruale

Anche le donne dal ciclo mestruale più regolare possono incorrere in ritardi del tutto normali in caso di viaggi lunghi. Quando si fanno i conti col jet lag, infatti, è possibile che le mestruazioni tardino ad arrivare, rispetto alla regolarità del proprio ciclo.

Lo spostamento è dovuto proprio allo sfasamento orario che a sua volta influisce sull’umore e su diversi fattori fisici, compresa in primis l’alternanza sonno-veglia e la produzione ormonale. Da qui, il ritardo del ciclo mestruale.

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