Inquinamento indoor: attenzione! Ecco i luoghi più inquinati "al chiuso"
Non tutti lo sanno, ma l'inquinamento indoor, ossia quello interno, è ben più pericoloso di quello esterno. Ma cos'è che inquina case, scuole e uffici?
Non tutti lo sanno, ma l'inquinamento indoor, ossia quello interno, è ben più pericoloso di quello esterno. Ma cos'è che inquina case, scuole e uffici?
Ma forse pochi sanno che non è solo l’aria esterna che respiriamo a essere compromessa da gas di varia natura e agenti inquinanti, ma anche quella che c’è all’interno dei luoghi che frequentiamo abitualmente, come casa, scuola o ufficio. Questo tipo di inquinamento si chiama inquinamento indoor, proprio perché riguarda l’interno di questi luoghi.
Sempre più spesso trascorriamo la gran parte del nostro tempo nei luoghi che abbiamo poc’anzi citato, e la pandemia ci ha giocoforza costretti soprattutto nelle nostre abitazioni. È significativo il risultato di un’indagine dell’OMS del 2013, da cui è emerso che le persone trascorrano in media il 90% del proprio tempo indoor, sottovalutando l’impatto di una bassa qualità dell’aria e gli eventuali rischi in termini di salute.
In effetti, a ben vedere, l’inquinamento indoor è persino più pesante di quello atmosferico, tanto che in case, uffici e altri edifici l’aria può essere dalle 5 alle 50 volte più inquinata rispetto a quella esterna.
Questo dipende dal fatto che le normali attività indoor, quali cucinare, o pulire, unitamente alle sostanze presenti in tutti gli elementi d’arredo, si sommano agli inquinanti esterni intrappolati all’interno.
Il rischio è così concreto che il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Ambient Air Pollution: a global assessment of exposure and burden of disease riconosce l’inquinamento atmosferico (outdoor e indoor) come il principale fattore di rischio ambientale per la salute della popolazione mondiale.
Le cause dell’inquinamento outdoor sono una combinazione di agenti inquinanti provenienti dall’esterno e di agenti inquinanti già presenti all’interno degli edifici; fra queste ultime, ad esempio, possiamo citare:
A questo dobbiamo aggiungere l’inquinamento prodotto da alcune delle più normali attività che facciamo ogni giorno, ad esempio:
Il Ministero della Salute ha rilasciato delle linee guida per indicare quali sono i principali agenti inquinanti e le loro fonti; anche l’ISS; nel 2010, ha creato il Gruppo di Studio Nazionale sull’Inquinamento Indoor, con l’intento di adeguare l’Italia agli standard comunitari e di fare informazione ed educazione sui rischi dell’inquinamento indoor.
Gli ambienti più inquinati, fra le mura domestiche, potrebbero essere la cucina, dove spesso si pulisce e si cucina, accendendo i fornelli; oppure tutte quelle stanze che hanno camini o forni a legna, dove gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), generati principalmente dalla combustione della legna, sono fra i materiali più pericolosi sotto questo profilo.
Attenzione anche ai luoghi dove sono posizionate stampanti, oggetti di cancelleria, spray e condizionatori, quindi ad esempio gli uffici.
Dobbiamo inoltre ricordare che se si fuma in un ambiente chiuso le sostanze contenute nelle sigarette possono peggiorare ulteriormente la situazione, e che all’inquinamento indoor si aggiunge comunque quello portato dall’esterno, comprese le polveri sottili che si depositano su mobili, tappeti e anche sui vestiti.
Le conseguenze non devono assolutamente essere minimizzate; svariate ricerche stanno analizzando le conseguenze negative dell’inquinamento, sia indoor che outdoor, non solo per il nostro fisico ma anche per la nostra psiche.
A livello fisico, infatti, l’impatto dell’inquinamento può produrre, con l’andare del tempo, diversi disturbi, fra cui sonnolenza, alterazione del ritmo cardiaco, difficoltà respiratorie, mal di testa, asma. Nel lungo periodo si parla di problemi ben più gravi, come malattie cardiache, del sistema respiratorio, del sistema immunitario.
Come accennato, però, è anche il nostro cervello a risentire di una pessima qualità dell’aria: secondo uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives delle Università di Harvard e Syracuse, all’aumento del tasso di CO2 in una stanza corrisponde una diminuzione delle performance cognitive, in particolar modo le abilità di utilizzare informazioni, rispondere alle crisi ed elaborare strategie.
Vivere in ambienti con alta umidità e presenza di muffe, sempre secondo la ricerca, aumenta invece del 40% il rischio di contrarre asma ed espone ad altri disturbi di tipo respiratorio.
Per ridurre l’inquinamento, quantomeno nei luoghi chiusi che frequentiamo obbligatoriamente, possiamo quindi prestare attenzione ai nostri comportamenti, evitando alcune pessime abitudini o cercando di mantenere gli ambienti in cui sono presenti agenti potenzialmente inquinanti il più salubri possibile.
Per evitare l’inquinamento indoor, o comunque limitarlo, possiamo dunque:
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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