L'herpes genitale è un'infezione sessualmente trasmissibile. Quando siamo più a rischio?
L'herpes genitale non è una malattia da sottovalutare. Si può agire anzitutto sulla prevenzione, dato che è una malattia sessualmente trasmissibile.
L'herpes genitale non è una malattia da sottovalutare. Si può agire anzitutto sulla prevenzione, dato che è una malattia sessualmente trasmissibile.
I sintomi sono molto simili a quelli dell’herpes labiale: bollicine biancastre nell’area interessata dal contatto con la persona infetta, bruciore, prurito e piccole lesioni. L’area interessata per l’uomo è per lo più quella del pene e del glande, mentre per la donna potrebbe non essere solo la vulva ma anche il perineo, l’ano, la parte superiore delle gambe. Nelle forme più gravi ci possono essere anche sintomi come emicrania, febbre, gonfiore nell’area interessata e problemi a mingere. Le donne possono pure riscontrare la leucorrea.
L’herpes genitale è causato da un virus molto simile a quello dell’herpes labiale. L’herpes labiale si prende con il virus di tipo 1, mentre quello genitale con il virus di tipo 2. A volte però il tipo 1 può essere trasmesso ai genitali attraverso dei rapporti orali – per questo le donne possono essere esposte di più e in maniera più pericolosa. Le recidive, che possono avvenire a sorpresa nell’intero corso della vita, avvengono quando le difese immunitarie calano, come quando siamo stressate oppure abbiamo avuto da poco l’influenza o altro.
Gran parte dei casi di contagio avvengono ovviamente per via sessuale, ma la malattia può seguire anche diversi corsi. Innanzi tutto c’è da dire che non c’è bisogno che un rapporto sia completo perché il virus venga trasmesso, basta il contatto. Il contagio può avvenire anche se con un rapporto orale in cui chi lo pratica è affetto da herpes simplex. Preservativo e femdom, come già detto, restano in questi casi i nostri migliori amici. Tuttavia altri rischi – anche se tutto questo accade con meno frequenza – sono dovuti all’utilizzo di stesse lenzuola, biancheria o asciugamani con persone che sono già infette.
Ci piace pensare che non esistano gli untori e quindi escludiamo quest’eventualità (ma è sempre bene stare all’erta), limitandoci a pensare che l’herpes genitale venga trasmesso solo nei periodi in cui la malattia non è già così evidente e non abbia rivelato i suoi sintomi. Ci vuole qualche giorno perché l’herpes genitale si riveli e di solito presenta un decorso simile a quello dell’herpes labiale.
La prima volta, per curare la malattia ci vogliono alcune settimane. Per le recidive la situazione è migliore, anche grazie agli anticorpi sviluppati la prima volta o le volte successive. L’herpes genitale viene diagnosticato a occhio oppure grazie a esami dedicati, come esami del sangue per verificare la presenza del virus nell’organismo. Di solito, riscontrata la malattia, il medico procede alla somministrazione di farmaci antivirali, come l’aciclovir, il valaciclovir e il famciclovir. È sempre bene ricordare però che nel periodo di malattia si deve tenere un’igiene impeccabile ed evitare assolutamente i rapporti sessuali affinché l’infezione non si propaghi.
Come per molte malattie, indipendentemente dal proprio stile di vita, ci si può imbattere nell’herpes genitale in gravidanza, come accade per esempio per la candidosi: essere incinta rappresenta una condizione davvero delicata. Contrarre l’herpes genitale nel primo trimestre può essere particolarmente pericoloso e durante il parto il bambino può essere infettato: i rischi sul nascituro sono problemi alla vista, ritardo mentale e perfino la morte. Tuttavia sono più diffuse le forme recidive, che, a quanto pare, non rappresentano particolari pericoli per mamma e bimbo.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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