A tutti noi, chi più chi meno, sarà capitato, almeno una volta nella vita, di non riconoscere persone che abbiamo già visto molte volte. Succede per varie ragioni: può darsi che non incontriamo quella persona da molto tempo, che abbia cambiato look o che semplicemente si trovi in un posto in cui non siamo soliti vederla.

E, quando accade, possiamo provare un profondo imbarazzo; purtroppo però ci sono molte persone a cui capita di frequente, e sono affette da un fenomeno che si chiama prosopagnosia.

Si tratta di un deficit percettivo nel sistema nervoso centrale: quando si ha la prosopagnosia, non si riesce a riconoscere il volto delle persone, i loro tratti di insieme. La condizione è nota fin dal XIX secolo, quando si iniziò a studiarla.

A soffrirne sono anche diverse celebrità, come Enrica Bonaccorti o Brad Pitt, mentre Caparezza l’ha persino cantata in alcuni suoi versi.

In un’intervista al periodico DiPiù, la conduttrice ha rivelato di soffrire di prosopagnosia fin da bambina e ha evidenziato come la sua condizione possa essere dannosa lavorando nel mondo dello spettacolo.

È come se d’improvviso mi dimenticassi di chi ho davanti. Non associo i volti ai nomi e posso parlare con qualcuno tutta la sera ma poi il giorno dopo… niente. […] Non sa quanto può essere imbarazzante. Socialmente può creare problemi, specie per chi come me lavora nel mondo dello spettacolo e vive di relazioni. Non sa quanta gente si offende e quante gaffe ho fatto.

Brad Pitt ha invece spiegato a Esquire come gli altri non lo comprendano e si offendano perché lui non li riconosce:

Molte persone mi odiano, perché pensano che manchi loro di rispetto.

Caparezza, infine, ha scritto questa canzone per parlare della particolare condizione; anzi, in realtà le canzoni sono due e si trovano all’inizio e alla fine dell’album Prisoner 709. La prima, Prosopagnosia, ha un testo, mentre la seconda, Prosopagno sia!, è quasi del tutto un remix strumentale. Laddove c’è il testo, si parla della prosopagnosia in senso stretto solo verso la fine, in questi versi:

Non mi riconosco più, prosopagnosia
Sto cantando ma il mio volto non è divertito
Quasi non capisco più quale brano sia
Ogni volta mi riascolto e sono risentito
Un video di chirurgia ricorda a me stesso
Che può essere sgradevole guardarsi dentro
Fino a diventare oggetto del proprio disprezzo
E dire “Sono io sputato quello nello specchio!”
E non aspetto altro (e non aspetto altro)
Che avere un altro aspetto.

Altre celebrity che soffrono di prosopagnosia sono l’attore e doppiatore Stephen Fry, il co-fondatore di Apple Steve Wozniak e la principessa svedese Victoria.

Prosopagnosia, di che cosa si tratta

Il termine viene dal greco ed è composto da «prosopo-» cioè volto e «-agnosia» ossia ignoranza, perché è appunto un’impossibilità a riconoscere la faccia delle persone. Il deficit può variare da persona a persona e fino al XX secolo si pensava che si trattasse di un disturbo raro – mentre oggi si ritiene che fino al 2% della popolazione mondiale potrebbe esserne affetta.

A volte, il riconoscimento esiste solo a livello inconscio: se a chi è colpito da prosopagnosia si mostrano i volti di famigliari o amici, potrebbe non riuscire a dire di chi si tratta ma al tempo stesso riuscire a dare una risposta emotiva alle foto di quei volti, come attesta lo studio dal titolo Autonomic recognition of names and faces in prosopagnosia: A neuropsychological application of the guilty knowledge test.

Possono essere colpiti da questa condizione anche persone affette da disturbi dello sviluppo, come autismo e sindrome di Asperger.

Prosopagnosia, i tipi

Ci sono tre tipi di prosopagnosia: la prosopagnosia appercettiva, in cui non si riconoscono le persone dai volti ma da altre caratteristiche come la voce o i vestiti; la prosopagnosia associativa in cui si comprende se un volto è differente dall’altro, ne si può individuare età e genere, ma non se ne riconosce l’identità; la prosopagnosia dello sviluppo che è congenita e variabile nel tempo.

Esiste un test online per coloro che sospettano di avere la prosopagnosia: si risponde a queste domande, dopo di che, avuto il risultato, si valuta di consultare un neurologo.

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