È meno conosciuto del suo fratello placebo, ma anche l’effetto nocebo è reale e porta a conseguenze negative. Come può suggerire la parola, questo effetto fa sì che un paziente a conoscenza degli effetti collaterali di un farmaco è spinto a provarli con maggiore frequenza, rispetto a chi non sa cosa sta assumendo.

Le aspettative di dolore ed effetti negativi porterebbero quindi a sentirsi peggio, al contrario di quanto accade con l’effetto placebo. Vediamo meglio di cosa si tratta, e come si sta presentando con i vaccini anti Covid19.

Effetto nocebo: cosa significa?

Il termine “nocebo” deriva dal verbo latino nocere, che significa “nuocere, fare male”, e significa una risposta negativa all’assunzione di farmaci dovuta alle aspettative del paziente più che all’effettivo lavoro del medicinale. La parola è stata utilizzata per la prima volta dal medico neurologo Walter Kennedy nel 1961 dopo aver condotto degli studi a riguardo. In particolare, la ricerca si basava sull’assunzione di statina in un campione di persone che soffrivano di una determinata condizione medica.

Messi a conoscenza degli effetti collaterali che questa medicina poteva provocare, sia i pazienti che avevano assunto statina sia chi aveva preso un placebo lamentavano gli effetti principali. Gli studi di Kennedy presentavano comunque delle limitazioni, ma hanno fatto comprendere al mondo della medicina quanto effettivamente conoscere gli effetti di un farmaco incida su quello che provano i pazienti in seguito alla sua assunzione.

Il termine rappresenta l’altra faccia della medaglia rispetto al placebo. Quest’ultimo è un effetto conosciuto molto tempo prima, già dalla fine del ‘700, ed è definito come una reazione positiva a una sostanza che non possiede di per sé effetti benefici. Ma la convinzione che questa faccia bene, fa effettivamente sentire meglio.

A cosa è dovuto l’effetto nocebo?

L’effetto nocebo è dovuto a una compresenza di cause neurologiche, fisiche e psicologiche. I fattori che influiscono nella reazione nocebo sono innanzitutto la personalità e la mente del paziente. Se infatti ci si trova di fronte a una persona ansiosa, pessimista, che si preoccupa spesso e tende a catastrofizzare, sicuramente si ha più probabilità che si presenti l’effetto nocebo. Inoltre, anche la situazione in cui ci si trova e il medico, o operatore sanitario, che interviene hanno un ruolo chiave.

Il medico lavora infatti attraverso un linguaggio verbale, ma anche con una comunicazione non verbale, che incide allo stesso modo, se non maggiormente. È compito delicato del medico trasmettere i messaggi nel modo giusto ai propri pazienti. Questo avviene grazie a indicazioni precise, atteggiamenti positivi e che mettano il paziente a proprio agio, senza spaventare. Se una persona infine si trova in una situazione o condizione di stress, ansia e preoccupazioni elevati, l’effetto nocebo è molto più probabile.

È per questo motivo, come vedremo successivamente, che la risposta nocebo si è rilevata molto diffusa per quanto riguarda il vaccino contro il Covid19. Il clima di incertezza medica e di terrore dovuto alle varie campagne vaccinali e di informazione (e disinformazione) riguardo a questa malattia, hanno fatto sì che tra le persone vaccinate si sia scatenato l’effetto nocebo molto di più rispetto ad altri vaccini obbligatori ormai da decenni e considerati quindi più innocui.

Effetto nocebo e placebo

L’effetto nocebo è considerato l’opposto rispetto all’effetto placebo, perché rappresentano uno la reazione negativa a un farmaco, e l’altro la reazione positiva a un falso medicinale. Nonostante per ottenerli si utilizzano sostanze differenti, il funzionamento psicologico che si attiva è analogo. In entrambi i casi infatti entrano in gioco le aspettative del paziente, che sono così forti da produrre un risultato del tutto diverso a seconda se ha volontà di sentirsi meglio o timore di assumere un farmaco.

Il termine “placebo” è stato introdotto nel linguaggio medico a partire dal 1772 dal medico William Cullen, ed era stimato inizialmente solo come una sostanza somministrata per modularne e migliorare i sintomi, piuttosto che interferire effettivamente con la patologia.

Oggi “placebo” ha ampliato il suo significato, andando a intendere anche la relazione stessa tra paziente e dottore. Come dicevamo per l’effetto nocebo, anche in questo caso il comportamento del medico è molto importante per la buona riuscita del trattamento placebo.

Effetto nocebo e vaccini anti-Covid-19

nocebo
Fonte: Aamc.org

Di effetto nocebo si sta parlando nell’ultimo anno in relazione al vaccino anti-Covid19, grazie agli studi effettuati negli USA dal professore della Harvard Medical School Ted Kaptchuck e dalla collega Julia Haas del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston.

Nello studio infatti è stato somministrato ai pazienti, in maniera casuale, o il vaccino oppure una sostanza placebo. Il risultato ha mostrato che in entrambi i casi i pazienti lamentavano effetti collaterali nei giorni successivi.

Si è parlato principalmente di effetti come il mal di braccio o di ascella, tipici di questo vaccino, stanchezza, mal di testa, malessere generale. L’obiettivo della ricerca è innanzitutto comprendere effettivamente quanto influisse la sostanza del vaccino sulla salute dei pazienti. Ma anche dimostrare come l’effetto della paura e dei media influenzi troppo le aspettative delle persone. L’effetto nocebo è infatti una reazione da evitare, poiché le conseguenze possono essere anche gravi.

Provare dolore o sensazioni negative per via di ansie e aspettative errate non è sicuramente auspicabile, rispetto a stare relativamente meglio o non avere effetto alcuno dalla mera somministrazione medica. Durante questa pandemia le fake news e il clima di paura dovuto a una conoscenza solo superficiale del fenomeno hanno contribuito ad alterare le aspettative non riguardo la malattia, ma anche per quanto riguarda il vaccino e i suoi effetti. Più si alimenta la paura, tramite passa parola e notizie non veritiere, più persone mostrano effetti collaterali negativi all’assunzione del vaccino.

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