Molte donne soffrono di dismenorrea, ovvero di dolori mestruali che, in alcuni casi, possono essere anche invalidanti e impedire a chi li accusa di vivere serenamente durante le mestruazioni.

I dolori mestruali generalmente possono durare dalle 24 alle 48 ore, e porre un freno davvero importante allo svolgimento delle normali attività quotidiane; le cause possono essere molteplici.

Cause dei dolori mestruali

Alla base dei dolori mestruali ci potrebbe essere un aumento della prostaglandine, che provoca una vasocostrizione e contrazioni muscolari a livello dell’utero, oppure un processo infiammatorio accompagnato da un rilascio eccessivo dei mastociti, cellule che sono responsabili della riparazione di un tessuto infiammato.

Anche carenza di progesterone e magnesio possono essere alla base della dismenorrea, che va comunque distinta in primaria e secondaria:

  • nel primo caso, che è anche il più frequente, non c’è una causa organica evidente alla base dei sintomi dolorosi;
  • nel secondo caso, i dolori sono la conseguenza di anomalie o alterazioni dei genitali interni; parliamo di problemi come l’endometriosi, la stenosi della cervice uterina, oppure di neoplasie uterine benigne o maligne.

I sintomi premestruali

Il sintomo più importante che la maggior parte delle donne accusa in fase di premestruo e comune è sicuramente rappresentato dai crampi all’altezza del ventre, accompagnati da stanchezza, nausea, vomito, mal di testa e da un malessere generale, che come detto può farsi invalidante.

Generalmente la sindrome premestruale si manifesta dai 7 ai 10 giorni prima dell’inizio delle mestruazioni, e scompare con esso.

Come si manifestano i dolori mestruali?

I dolori mestruali interessano tra il 50-90% delle donne in età fertile, una percentuale altissima, e, nella maggior parte dei casi, è di origine primaria, ovvero non è secondaria ad altre malattie, come quelle che abbiamo elencato poco sopra.

I dolori mestruali sono molto simili a quelli della sindrome premestruo, caratterizzati quindi da:

  • crampi al basso ventre;
  • cefalea;
  • nausea;
  • stanchezza.

Dolori mestruali: i rimedi migliori

Ovviamente, di fronte a un ciclo mestruale estremamente doloroso occorre prima di tutto fare una visita ginecologica che esclusa che il dolore sia causato da altre patologie dell’apparato genitale, come cisti ovariche, oppure endometriosi. I vecchi rimedi della nonna parlavano di acqua calda o ghiaccio sulla pancia per lenire i dolori, ma certamente oggi è piuttosto impensabile potersi concedere simili soluzioni, in un tempo in cui ogni nostra giornata è scandita da mille appuntamenti diversi, anche se il riposo resta effettivamente un ottimo rimedio per alleviare la sofferenza.

Dal punto di vista farmacologico si può fare ricorso ai cosiddetti FANS, ovveri gli antinfiammatori non steroidei, a base di ibuprofene, ketoprofene o naprossene, oltre al classico paracetamolo; come sappiamo, la pillola contraccettiva, bloccando l’ovulazione, elimina agevolmente anche i disturbi legati alla dismenorrea.

Ci sono comunque anche rimedi naturali, come la Palmitoiletanolamide (PEA), che riduce il rilascio di sostanze antinfiammatorie da parte dei mastociti, oppure integratori alimentari come il magnesio, da assumersi nella settimana precedente alle mestruazioni, e preparati erboristici come l’agnocasto, pianta conosciuta già dal Medioevo, che svolge un’attività simile a quella del progesterone.

Dolori mestruali o inizio di una gravidanza?

Molto spesso i crampi al basso ventre possono essere confusi con quelli tipici dell’inizio di una gravidanza, e viceversa.

Come riuscire a riconoscere i due tipi di dolori? Nel caso di un dolore mestruale parliamo di crampi piuttosto marcati e continuativi, che aumentano nei primi tre giorni per poi lentamente andare a scemare; se invece ci troviamo in presenza di un esordio di gravidanza allora i crampi al basso ventre saranno meno frequenti e meno dolorosi.

Tutele e congedo mestruale

Abbiamo detto più volte, in questo articolo, che i dolori mestruali molto spesso sono invalidanti per tante donne, che nei primi due giorni di mestruazioni (generalmente) non riescono a svolgere neppure le attività quotidiane più semplici; in questo momento nel nostro Paese è possibile mettersi in malattia nel caso di dismenorrea, giustificata ovviamente da certificato medico, ma l’altissima percentuale di donne che soffrono di dolori molto forti è il motivo per cui è chiara l’importanza di una legge sul congedo mestruale, già esistente in diversi Stati ma arenatosi invece in Italia, dopo la proposta di legge presentata nel 2017 in Commissione lavoro dalle deputate PD Romina Mura, Daniela Sbrollini, Maria Iacono e Simonetta Rubinato.

Pare che la percentuale di donne che soffre di dolori mestruali intensi si aggiri intorno al 25%, e questo rende ancor più lampante l’importanza di una legge in questo senso; peraltro, abbiamo affrontato il tema in questo articolo, proprio per sottolineare la necessità di un congedo mestruale che tuteli le donne, già poste in una evidente posizione di svantaggio lavorativo rispetto ai colleghi uomini.

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