La disgeusia è il risultato di una numerosissima serie di variabili, che la rendono impossibile da circoscrivere in un concetto unico e universale per tutti. Si tratta di una condizione che più o meno tutte le persone hanno avuto modo di sperimentare almeno una volta, magari accompagnata da una fastidiosa e persistente sensazione di un sapore molto amaro e “metallico” in bocca.

Cos’è la disgeusia?

La disgeusia, secondo il Vocabolario Treccani, è un’alterazione del senso del gusto: il soggetto può quindi percepire in maniera molto labile i sapori, non sentirli affatto oppure, al contrario, essere travolto da un’ipereccitazione delle papille gustative.

Si tratta di un disturbo che presenta una variegata serie di cause: la sua persistenza varia a seconda della gravità del caso clinico scatenante, che può essere un banale raffreddore oppure, nel peggiore dei casi, un ictus o un trauma cranico.

Le possibili cause della disgeusia

Fonte: Alexander Krivitskiy, Unsplash

Come spiegato prima, le cause possono essere di varia natura:

  • neurologica, quando risultano danneggiate alcune aree del cervello tra cui quelle che si occupano della decodificazione dei sapori. La schizofrenia ne è un esempio;
  • infettiva, concernente disturbi come faringite e tonsillite;
  • respiratoria, per quanto riguarda malattie piuttosto comuni come rinite e sinusite.

L’alcool e il fumo possono favorire l’insorgere del disturbo, tuttavia la disgeusia è provocata soprattutto dalle cure oncologiche, ambito certamente più delicato per il paziente già messo emotivamente a dura prova.

In questo caso i sintomi sono più duraturi (permangono solitamente per quasi tutto il periodo di trattamento) e la forte malnutrizione conseguente può portare a una perdita di massa muscolare e a un generale indebolimento fisico.
Come stabilisce il Ministero della Salute nelle Linee guida nazionali per la promozione della salute orale, il senso del gusto viene recuperato solitamente tra 1 e 3 mesi dopo la conclusione della terapia.

Sintomi e conseguenze della disgeusia

Poiché i sapori di alcuni alimenti possono risultare fortemente alterati, si può andar incontro a una perdita di appetito e un conseguente calo del peso (specialmente se questo disturbo si dilunga per troppo tempo). Questa alterazione del gusto può portare a provare un’avversione verso cibi che in precedenza si mangiavano volentieri, per questo in casi severi di disgeusia è consigliato evitare i cibi preferiti del paziente.

Dato che il cibo ricopre una grande importanza dal punto di vista della socialità, il disturbo può portare chi ne è colpito all’isolamento volontario. La persona può quindi arrivare a sacrificare quei momenti di comunione e convivialità che solo il cibo a volte è in grado di regalare.

Disgeusia: rimedi e terapie

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Fonte: Dan Gold di Unsplash

Purtroppo non vi è una cura o un medicinale mirato in grado di far guarire dalla disgeusia, per questo è di fondamentale importanza eseguire dei test per risalire alla causa scatenante, e agire di conseguenza.

In linea generale è certamente possibile alleviare i sintomi seguendo alcuni semplici accorgimenti: mantenere una corretta igiene orale è certamente il primo passo, dato che esiste una correlazione tra pulizia della bocca e sensibilità ai sapori, nonché il consiglio di bere con frequenza mentre si mangia per lo stesso motivo prima indicato.

Viene anche consigliato di cucinare e consumare il cibo in due stanze diverse per non lasciar circolare troppi odori (per il malato potrebbero risultare quasi nauseabondi) e con l’accortezza di cambiare velocemente l’aria in casa.
Se il malato è anche reduce da un periodo di forte inappetenza, è bene iniziare con piccoli pasti frequenti distribuiti nel corso della giornata. Via libera a preparazioni e condimenti come spezie e piante aromatiche, per rendere i piatti più invitanti, nonché all’utilizzo di pentole e materiali non metallici.

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