La dipendenza da videogiochi esiste: come riconoscerla

Il passatempo di numerosissime persone per qualcuno può trasformarsi in una vera dipendenza. Come quella da videogiochi, da cui i dipendenti non riescono a staccarsi, nemmeno per mangiare e dormire. Vediamo di cosa si tratta e come riconoscerla.

Esiste, è dannosa, e la pandemia ha accentuato il fenomeno: la dipendenza da videogiochi, o gaming disorder, è riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tra i disturbi psicologici. Attenzione però: non tutti coloro che amano giocare e passano anche diverse ore davanti al pc o alla PlayStation diventano dipendenti. È importante conoscere i sintomi e riuscire a riconoscere la dipendenza da videogiochi per poterla curare e tornare alla vita reale.

Esiste la dipendenza da videogiochi?

La dipendenza da videogiochi esiste e rientra nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) in una sezione della più ampia definizione di Dipendenza da Internet (IAD, “Internet Addiction Disorder”), che include tutti i disturbi generati dalla diffusione e utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie ad esso correlate.

Ha riconosciuto l’esistenza di questa dipendenza in primis l’OMS, che ha inserito, a partire dal 2019, il gaming disorder all’interno dell’International Classification of Diseases (ICD 11), indice effettivo a partire dal gennaio 2022. Secondo la definizione, la dipendenza da videogiochi si riconosce tenendo conto della quantità e durata di tempo passato sui videogiochi, specialmente quando esclude o supera le altre attività quotidiane. E facendo attenzione a cambiamenti fisici, psicologici o sociali, che si possono ricondurre al gioco.

Di conseguenza, questo disturbo è reale, esiste e le reclusioni dettate dall’emergenza Covid hanno aumentato sicuramente il problema, attirando sempre più persone a rinchiudersi in una realtà virtuale per sfuggire da quella reale. Anche se, come vedremo nel prossimo paragrafo, la dipendenza da videogioco vera e propria non colpisce chiunque, ma chi rientra in determinati sintomi e parametri di diagnosi.

Dipendenza da videogiochi: dati e statistiche

dipendenza da videogiochi
Fonte: Web

La dipendenza da videogiochi è un problema sempre più diffuso, che allarma soprattutto i genitori di adolescenti. Il successo dei videogiochi, più specificatamente quelli online, si deve alla loro natura intrinseca. Infatti questi giochi vanno a toccare aspetti importanti della personalità, tra cui il bisogno di successo e quello di relazione con gli altri.

I videogiochi sono progettati per intrattenere, per spingere a voler riprovare o andare avanti con i livelli, finché non si raggiunge la vittoria. Questo è lo stesso motivo che crea dipendenza nel gioco d’azzardo o la ludopatia ad esempio, o banalmente la dipendenza da serie tv.

Inoltre, giocare online significa ricercare e creare una cerchia di relazioni, seppur virtuali, con persone che amano e giocano allo stesso videogioco. La diffusione in maniera ormai capillare e senza freno di Internet e delle tecnologie, ha fatto sì che oggi chiunque abbia accesso a un dispositivo o a una connessione possa giocare, fin da bambino.

La pandemia ha creato, tra i numerosi effetti negativi, anche un aumento di questa preoccupazione. I ragazzi, specialmente i più giovani, chiusi in casa senza amici e con le lezioni in DAD, hanno trovato nei videogiochi una via di fuga incredibile dalla realtà. E un modo per sentirsi in contatto con il mondo esterno, rappresentato dagli altri user.

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza Onlus in Italia il 50% dei pre-adolescenti, fino ai 13 anni, trascorre 1,5 ore al giorno giocando a videogiochi, il 15% dalle 3 alle 6 ore, e il 4% addirittura più di 7 ore quotidiane. Nella fascia di adolescenti, fino ai 19 anni, si abbassa leggermente la percentuale a 36% di chi gioca un’ora e mezza, e 11% fino a 6 ore al giorno.

Numeri alti, che non delineano la dipendenza vera e propria, ma devono destare attenzione. Specialmente perché il 44% di queste persone gioca online, nel mondo di Internet che rappresenta ulteriori pericoli. Gli stessi dati mostrano un rischio maggiore nei soggetti maschili a sviluppare una dipendenza da videogiochi, se le ore di gioco e i sintomi che vedremo nel prossimo paragrafo continuano nel tempo.

I sintomi della dipendenza da videogiochi

Per poter diagnosticare la dipendenza da videogiochi, è necessario tenere conto di una serie di segnali che si possono manifestare in chi soffre di questo disturbo. In particolare, si tratta di sintomi prevalentemente psicologici, ma anche fisici. Esistono inoltre conseguenze di tipo relazionale e affettivo, che fanno parte comunque dei sintomi psicologici, perché il gioco porta molto spesso all’isolamento.

Sintomi psicologici

I principali segnali della dipendenza da videogiochi sono quelli di tipo psicologico, di cui il più delle volte la persona è consapevole, ma nonostante questo non riesce a smettere. Anzi, solitamente utilizza i videogiochi in maniera eccessiva ancora di più quando si accorge dei danni provocati, personali e relazionali. I sintomi psicologici sono:

  • preoccupazione eccessiva e costante relativa al gioco, in particolare in anticipazione alla prossima sessione;
  • malessere, irrequietezza e irritazione quando non si può giocare, sintomi tipici dell’astinenza;
  • necessità di aumentare le ore di gioco, ampliando così il tempo di tolleranza tra una sessione di gioco e l’altra;
  • perdita di interesse per altre attività, che prima risultavano piacevoli come fare sport, uscire con gli amici;
  • bugie e inganno sulla quantità di tempo trascorsa a giocare, specialmente a familiari e amici, perché si riconosce inconsciamente che c’è un abuso;
  • isolamento dagli altri, con conseguenze negative sulle relazioni sociali, di lavoro e formative;
  • uso dei videogiochi per sfuggire dalla realtà o combattere uno stato d’animo negativo;
  • tentativi vani di ridurre le ore di gioco o smettere.

Sintomi fisici

La gaming addiction porta anche conseguenze di tipo fisico, che si manifestano con evidenti segnali, tra cui ritroviamo:

  • affaticamento, stanchezza diffusa, fatica nel fare le cose quotidiane;
  • dolore, secchezza o affaticamento agli occhi;
  • emicrania, mal di testa;
  • sindrome del tunnel carpale o altri dolori articolari, specialmente alle mani o agli arti;
  • mal di schiena dovuto alla posizione che si mantiene per tante ore mentre si gioca;
  • cambi di peso, malnutrizione;
  • alterazione dei cicli di sonno-veglia, i ritmi circadiani, poiché spesso si gioca di notte o si utilizzano dispositivi prima di dormire;
  • cattiva igiene personale, che non viene più curata con regolarità.

Dipendenza da videogiochi: come riconoscerla

dipendenza videogiochi
Fonte: Daily.Jstor.Org

La dipendenza da videogiochi comporta quindi diversi sintomi che nuocciono alla salute, ed è importante ridurre il tempo di gioco per stare meglio. Per poter curare la dipendenza è necessario prima riconoscerla, e imparare a distinguere i limiti nei quali, da passione e desiderio di piacere temporaneo che un gioco può dare, si passa a un disturbo più serio e pericoloso che sta minando la vita fisica, psichica e sociale.

In particolare, le dipendenze, e questa non è esclusa, portano all’isolamento, anche totale, al fenomeno che viene chiamato hikikomori, un rischio pericoloso dei videogiochi e di internet. I sintomi che abbiamo analizzato nel paragrafo precedente sono indicatori generici. Sono principalmente sintomi temporanei, che svaniscono dopo aver smesso di giocare. Ma possono anche trasformarsi in conseguenze durature e gravi, che delineano l’insorgenza di una dipendenza.

I segnali più evidenti sono l’alterazione del sonno e dell’alimentazione, poiché per poter continuare a giocare si stravolgono gli orari in cui si dorme e si fanno i pasti. Questo porta inevitabilmente a problemi in tutto il corpo e alla mente, dalla stanchezza cronica, a seri disturbi alimentari e del sonno, ansia e irritazione. Tutto questo, può portare alla conseguenza forse più grave, che necessita di più impegno e lavoro per la cura, ovvero la depressione.

Preferire i videogiochi a compiti scolastici o impegni lavorativi, passare il tempo con amici o famigliari giocando, passare tante ore sporadicamente perché un gioco appassiona particolarmente non sono comportamenti allarmanti. Secondo il DSM-5 la dipendenza da videogiochi è diagnosticata se compaiono almeno 5 sintomi psicologici di quelli visti in precedenza, per una durata continua di minimo 12 mesi.

Come curare la dipendenza da videogiochi

Quella da videogiochi è ritenuta alla stregua delle altre dipendenze, di conseguenza si cura attraverso un percorso psicologico e terapeutico personale e familiare, concentrandosi sulla modifica del comportamento. Il trattamento della dipendenza da videogiochi consiste principalmente nello stabilire regole e controllo nell’utilizzo dei dispositivi, per arrivare con il tempo a ridurre sempre di più il periodo di gioco. Si tratta di una diminuzione graduale, che porta all’uso controllato dei videogiochi anziché all’astinenza totale.

La terapia cognitivo-comportamentale sembra avere successo nel trattare dipendenze come anche quella dei videogiochi. Si tratta di concentrare i pensieri della persona che soffre della dipendenza su cose più sane, su attività e persone che fanno bene, piuttosto che sul gioco. Un altro metodo efficace è quello dei 12 passi, che seguono quelli per superare altre dipendenze.

Esistono anche farmaci che aiutano specialmente a trattare l’ansia e altri sintomi legati alla dipendenza, ma gli psicoterapeuti consigliano prima di tutto la terapia, sia quella singola che con i familiari o le persone vicine.

Gli affetti sono una chiave fondamentale per riuscire a guarire da questa dipendenza. Dal momento che colpisce molto di più i giovanissimi, questa terapia si rivolge soprattutto ai genitori, che devono riuscire a dare delle regole e stabilire un controllo sull’uso dei videogiochi, educando se stessi e i figli all’utilizzo consapevole e a una vita che predilige attività sane.

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