Ecco cosa prova un dislessico quando legge
Cosa vede davvero una persona con dislessia quando legge? Scopriamo qualcosa in più su questo disturbo piuttosto comune che viene diagnosticato soprattutto alle elementari.
Cosa vede davvero una persona con dislessia quando legge? Scopriamo qualcosa in più su questo disturbo piuttosto comune che viene diagnosticato soprattutto alle elementari.
Leggere e scrivere sono procedimenti che si imparano fin da bambini, ma per qualcuno non sempre queste attività risultano facili; molti, infatti, soffrono di uno o più dei cosiddetti DSA, i disturbi specifici dell’apprendimento, ovvero dislessia, disgrafia, discalculia, che vengono presentati come disturbi del neurosviluppo che riguardano sia la capacità di leggere, sia quella di scrivere e calcolare in modo corretto e fluente e che generalmente si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.
La dislessia, in particolare, si manifesta come difficoltà nella decodifica del testo; se non riuscite a comprendere perfettamente di cosa stiamo parlando, può venirci in soccorso Dsxiyela, un sito creato su Github, il quale mostra in una semplice pagina quanto è realmente difficile per una persona dislessica riuscire a codificare le parole.
La diagnosi di un DSA in genere viene fatta solo dopo la fine della seconda elementare, ma esistono alcuni indicatori precoci che possono far presumere l’esistenza di un disturbo dell’apprendimento già a partire dai 4 o 5 anni del bambino. Alcuni esempi, leggendo sul sito AID Italia, sono:
Difficoltà comunicative linguistiche:
Difficoltà motorio-prassiche:
Difficoltà uditive e visuo-spaziali:
Più avanti, nel periodo delle elementari, i bambini potrebbero invece mostrare:
Difficoltà nella lettura
Difficoltà nella scrittura
Difficoltà nell’uso dei numeri
Ovviamente può capitare che un bambino manifesti più disturbi dell’apprendimento insieme; in ogni caso, i genitori non devono preoccuparsi troppo, perché la dislessia, come gli altri DSA, può essere affrontata, e soprattutto se si interviene in maniera tempestiva, può essere migliorata.
Prima di tutto è importante rivolgersi agli insegnanti per introdurre strategie ed esercizi di potenziamento; in caso di inefficacia di questi strumenti ci si può poi rivolgere al Servizio Sanitario Nazionale, che può valutare se ritenere opportuno affidare il bambino a uno specialista, anche privato qualora i tempi di attesa fossero troppo lunghi; una volta ricevuta la diagnosi di dislessia, lo specialista indicherà il percorso più appropriato a compensare il disturbo, personalizzando la terapia in base alle capacità dello studente. La scuola dovrà poi scrivere il Piano Didattico Personalizzato (PDP) indicando strategie e strumenti compensativi e dispensativi da usare per sostenere l’apprendimento.
Secondo il report pubblicato dall’ufficio Statistica e Studi del MIUR, “Alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)“, relativo all’anno scolastico 2017/18, le certificazioni DSA (ovvero di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) sono state 276.109, su una popolazione studentesca di 8.582.920, pari al 3.2% della popolazione scolastica.
Nella scuola primaria la percentuale si è attestata intorno al 2%, per la secondaria di I grado al 5,6% e per la secondaria di II grado al 4,7%, mentre nella scuola dell’infanzia si è registrato solo lo 0,12%. In media, la percentuale di studenti con DSA è del 3,3% sul totale degli alunni delle scuole statali e del 2,3% sul totale delle paritarie.
Per quanto riguarda la diffusione territoriale, le certificazioni di DSA sono state rilasciate di più al Nord Ovest (4,8%) poi al Centro (3,9%) e infine al Nord Est (3,6%), mentre le regioni del Sud toccano appena l’1,6%.
Complessivamente, 177.212 alunni presentavano dislessia, 79.261 disgrafia, 92.134 disortografia (ovvero un disturbo nell’utilizzare il codice linguistico), 86.645 discalculia. Gli alunni con dislessia rappresentavano, in questo quadro, il 2,1% del numero complessivo degli alunni delle scuole italiane: nel dettaglio, nella scuola primaria è stato il 41,4% delle certificazioni di DSA a riportare un disturbo di dislessia, il 38% nella secondaria di I grado e il 42,6% nella secondaria di II grado.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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