Cisti di Naboth, quelle palline nell'utero che ci fanno tanta paura
Le cisti di Naboth sono neoformazioni benigne e asintomatiche, non hanno alcun significato patologico e non devono essere necessariamente asportate.
Le cisti di Naboth sono neoformazioni benigne e asintomatiche, non hanno alcun significato patologico e non devono essere necessariamente asportate.
Le cisti di Naboth (o ovuli di Naboth o cisti nabothiane da ritenzione) sono la tipologia più frequente di cisti cervicali. Si tratta di neoformazioni benigne, di forma rotondeggiante (simili a piccole palline con un diametro compreso tra i pochi millimetri e i 4 centimetri) e di colore bianco-giallastro che si formano sulla cervice uterina. Devono il loro nome a un medico e anatomista tedesco vissuto tra il 1675 e il 1721, il dottor Martin Naboth.
Sono più frequenti nelle donne che hanno avuto figli (perché possono essere messe in relazione col parto) o comunque in quelle in età avanzata, quando la pelle del collo uterino si assottiglia. Comunque sono molte quelle che le hanno senza nemmeno saperlo, essendo completamente asintomatiche. Va specificato che non sono necessariamente un segno di cancro della cervice uterina.
Le altre patologie benigne del collo dell’utero sono i leiomiomi, l’endometriosi, i polipi cervicali e le anomalie congenite quali aplasia o atresia.
Queste piccole cisti non devono destare particolare preoccupazione, anche in gravidanza non costituiscono un pericolo e non alterano il ciclo mestruale. Per questo, salvo alcuni casi, non è detto che sia necessario asportarle. Comunque è bene tenerle sotto controllo, sottoponendosi a periodici controlli ginecologici.
Si formano a causa dell’ostruzione delle ghiandole della cervice uterina provocata da un eccesso di muco che si annida tra il collo dell’utero e la cervice. Il muco, in breve, viene ricoperto da altro tessuto impedendo la fuoriuscita del nuovo muco. Il canale, in questo modo, si ostruisce e rigonfiandosi forma le cisti. L’ostruzione dei dotti escretori delle ghiandole della mucosa cervicale può essere dovuta a infiammazioni (cerviciti) o eventi traumatici (il parto o lacerazioni cervicali).
Le cisti di Nabith generalmente non danno luogo a sintomi di sorta, è molto difficile che una donna possa rendersi conto autonomamente della loro presenza. Si possono rilevare facilmente durante una normale visita ginecologica di routine.
Le cisti di Naboth non hanno alcun significato patologico, dunque non è necessario alcun tipo di cura, anche perché tendono a scomparire dal sole. Purtroppo, però, hanno anche la tendenza a rigenerarsi e riformarsi col tempo. Possono essere rimosse, se il loro numero e le loro dimensioni destano preoccupazioni, in merito soprattutto al fastidio che possono arrecare durante i rapporti sessuali. Possono anche costituire un ostacolo per l’esecuzione di alcuni esami diagnostici (per esempio il Pap test), a causa dell’eccessivo rigonfiamento della cervice che generano.
Se le cisti hanno forma o dimensioni insolite, il medico può valutare se è il caso di eseguire una colposcopia. Si tratta di un esame che consente una visualizzazione accurata della cute della vulva, della mucosa della vagina e del collo dell’utero. In questo modo si può approfondire la situazione. Qualora venissero evidenziate anomalie, si potrebbe proseguire con un biopsia, dunque la rimozione di una parte del tessuto della cervice uterina da esaminare in laboratorio, per verificare la presenza di un eventuale cancro. Si può aggiungere anche una ecografia pelvica o transvaginale.
Qualora le cisti dovessero ingrossarsi troppo si può procedere con una piccola incisione, per lo svuotamento del muco (cistocentesi). Per la rimozione, si può invece intervenire con la crioterapia dermatologica (una tecnica che ricorrere all’azoto liquido per portare i tessuti a bassissime temperature favorendo la rimozione del tessuto) o la laserterapia. Entrambe sono non invasive.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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