Chirurgia bariatrica: quando l'obesità è un fatto di intervento o morte
La chirurgia bariatrica si occupa del trattamento di pazienti affetti da obesità. Tra gli interventi più diffusi il bendaggio gastrico e il bypass gastrico.
La chirurgia bariatrica si occupa del trattamento di pazienti affetti da obesità. Tra gli interventi più diffusi il bendaggio gastrico e il bypass gastrico.
L’iter della chirurgia bariatrica è molto lungo e complesso e non si esaurisce certo con l’operazione chirurgica in sé, perché dalla fase conoscitiva del paziente fino ai follow up, il processo è molto articolato.
Diversi sono i rischi e le complicazioni a cui si può andare incontro, ma soprattutto, ci sono rigide linee guida a cui attenersi, dal punto di vista alimentare, dei limiti di cui bisogna essere coscienti, così come la necessità di dover cambiare il proprio stile di vita, le proprie abitudini. Un mancato rispetto delle linee guida può compromettere seriamente la riuscita a lungo termine dell’intervento, che nei casi di obesità grave può essere l’unico modo per migliorare la qualità della vita del paziente e soprattutto intervenire in tempo sulla sua salute.
L’obesità è un grande problema e i numeri in costante aumento sono allarmanti, al pari di un’epidemia globale (si parla, infatti, di globesity). Secondo i dati dell’International Obesity Task Force, riportati nel documento redatto dalla Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche, oltre un miliardo di persone adulte sono in sovrappeso e circa 310 milioni sono obese. Nei bambini – adolescenti le cifre sono rispettivamente circa 160 e 40 milioni.
Innanzitutto, la chirurgia bariatrica si occupa del trattamento di pazienti affetti da obesità. Risulta essere un’opzione terapeutica valida soprattutto nei casi di persone con obesità grave, con condizioni di salute minate fortemente dal sovrappeso eccessivo. Per obeso, si intende l’individuo con un indice di massa corporea BMI ≥ 30, dove BMI> 40 indica obesità di terza classe (gravissima) e BMI> 35 indica obesità di seconda classe (grave).
Gli interventi bariatrici si classificano in:
Le procedure malassorbitive sono quelle che inducono una maggiore perdita di peso rispetto a quelle restrittive, ma di contro sono più rischiose.
Riduce l’assunzione di cibo attraverso l’apposizione di una fascia elastica di silicone intorno alla porzione superiore dello stomaco. La perdita di peso è dovuta alla inferiore quantità di cibo che può essere ingerita, necessariamente limitata. Si può perdere fino al 50% del peso in eccesso.
Limita sia l’assunzione che l’assorbimento dei cibi, quindi è un intervento misto. Lo stomaco viene ridotto a un piccolo sacchetto, collegato mediante un’ansa digiunale direttamente all’intestino tenue. Viene escluso il tratto digestivo che si occupa dell’assorbimento dei nutrienti, così da indurre una perdita di peso che può arrivare fino al 60-70% di quello in eccesso.
Va a eliminare una grande porzione dello stomaco: il paziente avverte precocemente il senso di sazietà e dunque mangia notevolmente di meno. Il cibo viene deviato e il suo assorbimento ridotto, attraverso un’alterazione della funzionalità di bile e succo pancreatico, che è ovviamente anche un’alterazione dell’assorbimento di calorie. Quando il paziente ingerisce un pasto, la maggior parte dell’intestino viene bypassata.
La distanza tra lo stomaco e il colon diventa molto più breve limitando così la normale modalità con cui il cibo viene assorbito. Questo intervento è molto drastico e si consiglia solo in casi estremi dove è a repentaglio la salute, perché anche se porta a una perdita di peso pari a circa il 65-75% del peso in eccesso, comporta un alto rischio di complicanze a lungo termine.
Questo trattamento si applica su pazienti con BMI ≥ 60. Riduce le dimensioni dello stomaco dell’80%, così da indurre un precoce senso di sazietà e avere una perdita di peso addirittura del 60% circa. Una volta raggiunto questo risultato, si esegue anche il bendaggio o il bypass gastrico.
Tra i possibili effetti collaterali anche occlusione intestinale, nausea e vomito o carenze di sostanze nutritive: il soggetto ha difficoltà ad assorbire vitamine o minerali il più delle volte. In questi casi si può andare incontro a pellagra (causata da carenze di vitamina B3) o anemia perniciosa (carenza di vitamina B12). Non sono da escludere anche ulcere gastrointestinali, tromboembolia venosa, infarto, polmonite, emorragie o complicazioni di tipo infettivo.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
Cosa ne pensi?