Cattivo odore intimo: cosa ci dice sulla nostra salute?
Non si tratta solo di qualcosa di sgradevole: il cattivo odore intimo può essere sentinella di un problema di salute anche grave. È fondamentale parlarne col medico.
Non si tratta solo di qualcosa di sgradevole: il cattivo odore intimo può essere sentinella di un problema di salute anche grave. È fondamentale parlarne col medico.
Il problema, oltre a riguardare la salute (soprattutto se associato a perdite vaginali), presenta anche un risvolto sociale. Anzi è al tempo stesso un rivolto relativo al benessere e alle relazioni umane, tenendo presente che il cattivo odore potrebbe essere indice di una patologia o di un’infezione, per cui il vostro medico potrebbe chiedervi di astenervi dai rapporti per un periodo, in attesa di terminare le cure e le terapie che vi potrebbero essere prescritte.
Il cattivo odore intimo, dicevamo, può essere associato a secrezioni vaginali, ma anche prurito intimo o dolore, soprattutto durante la minzione o i rapporti sessuali. Come spiega il sito di Humanitas Gavazzeni, ci possono essere diverse patologie che costituiscono la causa del fenomeno, come:
Ci sono però anche delle ragioni decisamente più amene. Il cattivo odore intimo può essere infatti associato a qualcosa che abbiamo mangiato, come aglio o cipolla: naturalmente questo può essere qualcosa di passeggero, a meno che non consumiate questi alimenti ogni giorno.
Il cattivo odore di natura alimentare, tra l’altro, potrebbe andare via anche dopo qualche lavaggio della vulva con acqua e un sapone delicato. Informatevi dal ginecologo o dalla ginecologa, per sapere quali sono le migliori abitudini per evitare di incorrere nel fenomeno, come evitare lavande aggressive o non usare biancheria intima in tessuti non traspiranti.
Quando c’è l’associazione tra cattivo odore e perdite vaginali (grigie, gialli o verdognole), può voler dire che c’è anche una patologia in corso.
Se le secrezioni sono biancastre o trasparenti invece si tratta di ordinaria amministrazione, soprattutto se accade durante l’ovulazione: quelle che vediamo sono fuoriuscite dovute alla desquamazione della mucosa vaginale e rientrano nei cambiamenti cui siamo soggette mensilmente durante il ciclo mestruale.
Le donne – ha spiegato al Corriere della Sera Francesco De Seta della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Ospedale materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste – tendono a fare l’equazione prurito, bruciore, perdite uguale infezione: in realtà nel 30-40 per cento dei casi non è così e i disturbi dipendono da irritazioni e fenomeni cutanei. Inoltre, una perdita di muco trasparente e inodore può essere fisiologica anche se è relativamente abbondante.
È fondamentale capire cosa causa il fenomeno: in altre parole, non si agisce sul sintomo ma sulla patologia che lo provoca.
Se, per esempio, si tratta di un’infezione batterica, il medico potrebbe prescrivervi degli antibiotici, mentre se l’infezione è causata da un fungo, potreste assumere (sempre dietro prescrizione) degli antimicotici. In questi casi è fondamentale ricordare che noi diamo consigli, ma il consiglio più importante è: se avete dubbi, chiedete al vostro medico, e non affidatevi a rimedi della nonna in cui vi imbattete.
È difficile, è imbarazzante, ma dopo starete meglio, sia psicologicamente perché sarete più tranquille sul vostro problema, sia sul versante della salute tout court.
Se ci sono sintomi che pregiudicano il benessere intimo è bene parlarne al ginecologo sottoponendosi a una visita – ha detto sempre al Corriere Filippo Murina, responsabile del Servizio di Patologia Vulvare all’Ospedale Buzzi di Milano – No alle diagnosi al telefono, no al fai da te che può essere controproducente perché può ritardare la diagnosi e il trattamento di piccoli disturbi facili da eliminare.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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