Cancro al colon retto e immunoterapia: le terapie innovative contro un killer silente

Un premio per la ricerca dalla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori alla Dott.ssa Margherita Ambrosini, un riconoscimento per il suo studio che ha portato grandi risultati nella terapia del tumore al colon-retto.

La ricerca medica italiana ha raggiunto un nuovo importante risultato, che riguardano la terapia del tumore al colon-retto. Una patologia inizialmente silenziosa, che si può aiutare a prevenire, ma che colpisce ogni anno un altissimo numero di persone. Cancro al colon retto e immunoterapia fino ad ora non avevano dato esiti così promettenti: una ricerca della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori capitanata dalla Dott.ssa Margherita Ambrosini ha trovato risposte che danno speranza.

Cancro al colon retto e immunoterapia: la ricerca

Il tumore al colon retto interessa il tratto finale del tubo digerente e si sviluppa principalmente dalla trasformazione maligna di polipi adenomatosi. La diagnosi precoce avviene spesso tramite colonscopia, un esame di screening fondamentale per la prevenzione, come quello per il tumore al seno e all’utero, che in Italia è gratuito per le persone fra i 50 e i 69 anni. Secondo quanto riportato da dall’IRCCS, si tratta del terzo tumore più diagnosticato nel mondo e l’Italia è l’ottavo paese al mondo con l’incidenza più alta.

È proprio la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ad aver conferito il Premio “Cecilia Cioffrese – Malattie Oncologiche 2024” alla Dott.ssa Margherita Ambrosini per  la scoperta di un nuovo sottogruppo molecolare di questo tumore, che apre la strada a terapie innovative e rende l’Italia protagonista nella ricerca oncologica. Lo studio pubblicato sugli Annals of Oncology ha individuato un nuovo sottogruppo di cancro al colon caratterizzato da mutazioni rare dei geni PolE e PolD1, che risulta altamente sensibile all’immunoterapia.

Studio Clinico UNICORN: le nuove terapie per il tumore al colon

Parallelamente, è lo Studio Clinico Multicentrico UNICORN, progettato e coordinato presso l’Istituto e recentemente presentato al congresso ASCO GI 2025 di San Francisco, sta conducendo una ricerca sull’impiego di innovativi farmaci immunoterapici già nelle fasi iniziali della malattia, prima di ricorrere all’intervento chirurgico. I dati preliminari sono molto incoraggianti, infatti in sottogruppi di pazienti solitamente considerati poco responsivi all’immunoterapia, si è registrata una risposta completa fino al 30% dei casi.

Un progetto importante dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, come ha detto la stessa Dott.ssa Ambrosini:

Questo progetto rappresenta un vero fiore all’occhiello del nostro Istituto perché coniuga la ricerca traslazionale con l’obiettivo clinico più ambizioso: migliorare le possibilità di guarigione dei pazienti. Identificare alterazioni genetiche rare, come le mutazioni di PolE, significa offrire opportunità di cura senza precedenti a persone che altrimenti avrebbero prospettive molto limitate.

Lo Studio UNICORN è attivo con 15 sedi su tutto il territorio nazionale, e il suo lavoro è prezioso oggi, con numeri ancora così alti di diagnosi di tumore, perché ricerca terapie innovative in fasi sempre più precoci della malattia. Oltre a cercare di ampliare sempre di più le possibilità di utilizzo dell’immunoterapia in sempre più casi e tipologie di sviluppo della patologia. In questo modo, sarà sempre meno esclusiva di sottogruppi di pazienti, ma sempre più usufruibile come terapia alternativa, efficace e meno debilitante di quelle attualmente somministrate.

Chi è la Dottoressa Ambrosini

cancro al colon retto e immunoterapia
Fonte: Oncodaily

La Dott.ssa Margherita Ambrosini è dirigente medico dell’Unità di Oncologia Gastrointestinale della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Grazie al suo importante e innovativo studio sull’immunoterapia, ha ricevuto il premio “Cecilia Cioffrese – Malattie Oncologiche 2024”, che come abbiamo visto, sancisce un importante risultato per tutto il mondo. La Dott.ssa Ambrosini è a tutti gli effetti un’eccellenza della medicina italiana e tra le donne dottoresse, che ci deve rendere orgogliosi e far sperare nella ricerca del nostro Paese.

Originaria della città di Carrara, ha frequentato dopo il liceo la Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Pisa, dove ha avuto inizio il suo percorso nel reparto di Oncologia, studiando e lavorando a fianco dei professori Alfredo Falcone e Chiara Cremolini. Grazie alla sua tesi sull’oncologia gastrointestinale e alla sua preparazione, ha vinto il concorso per la specializzazione all’Istituto Nazionale Tumori di Milano.

Qui, tra medicina clinica e ricerca, continua ad occuparsi di oncologia gastrointestinale, la disciplina che l’ha fatta innamorare di questo lavoro. Nel 2024 ha intrapreso anche un anno di formazione all’Ospedale Europeo Georges Pompidou di Parigi, dove si è occupata a tempo pieno di ricerca e si è specializzata a novembre. Oggi, a 32 anni, è dirigente medico dell’unità oncologica, e lavora insieme al direttore, oltre che suo mentore, il dottor Filippo Pietrantonio.

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