Curare se stessi, manifestando esternamente e rendendo visibile ciò che visibile non è e ciò che sta dentro di noi, imparando a simbolizzare ciò che si prova o che si pensa attraverso un percorso che aiuta a liberarsi ed evolvere, con una più ampia consapevolezza di sé. Come? Attraverso l’arteterapia.

L’arteterapia è un sostegno non verbale alla persona, grazie all’utilizzo di strumenti a materiali artistici di varie discipline, dalla musica, al teatro, dalla danza alla fotografia, fino alla pittura, che si pone come obiettivo il raggiungimento di un benessere interiore più ampio e il miglioramento della qualità della vita stessa. Ma vediamo meglio di cosa si tratta, cos’è l’arteterapia, quali benefici porta con sé e come si esegue.

Cos’è l’arteterapia?

Come indica il termine stesso, l’arteterapia è una particolare forma terapeutica che utilizza come mezzi di comunicazione tutta una serie di tecniche e metodi tipici delle più conosciute forme d’arte, quali musica, danza, pittura, teatro, fotografia, ecc. Con lo scopo di recuperare lo stato di benessere della persona che la pratica, portandolo a una crescita interiore maggiore grazie al focus sulla propria sfera affettiva, relazionale ed emotiva.

Una tecnica, quindi, che non prevede l’uso della parola (che spesso comporta maggior disagio, la possibilità di mentire e/o omettere ecc.) ma solo quello visivo. Una comunicazione per immagini, quindi, e/o simboli.

Nata a cavallo delle due guerre mondiali da Frield Ducker Brandeis, che specializzata nel campo dell’arte tessile e fotografia decise di insegnare arte ai bambini del ghetto di Padova per aiutare a liberarsi dalle emozioni negative e i traumi subiti, l’arteterapia diventa sempre più presente intorno agli anni ‘50 grazie al lavoro di Margaret Naumburg (psichiatra e psicoanalista), ed Edith Kramer, che ne elaborano un vero e proprio metodo.

I metodi

Per la Naumburg, partendo dal presupposto che ciò che si ha dentro anche a livello inconscio sia più facilmente esteriorizzabile attraverso le immagini piuttosto che alla parola, l’arte viene usata come uno strumento per portare alla luce significati inconsci che vengono successivamente resi comprensibili attraverso la descrizione, utilizzata tramite la comunicazione verbale in specifiche sedute di psicoterapia.

Per la Kramer, invece, l’arteterapia ha un valoro molto più artistico e i benefici che ne derivano fanno parte di quel processo creativo insito nell’arte stessa. L’arte come terapia, quindi, dove la centralità della pratica non è tanto il rendere manifesto ciò che esiste a livello inconscio ma piuttosto tutto ciò che viene attivato (in termini di capacità, risorse personali, ecc.) durante l’espressione e il percorso artistico.

Una tecnica che oggi viene utilizzata per aumentare e favorire la crescita delle persona (non necessariamente soggetta a problemi e/o disturbi), migliorandone lo stato di benessere generale e la qualità della vita stessa.

I benefici dell’arteterapia

L’arteterapia, infatti, è una tecnica viscerale, istintiva, che non prevede particolari abilità o studi artistici ma che si fonda sul sentire personale di chi vi si approccia, senza schemi, regole o giudizio alcuno, accedendo e manifestando ciò che si ha dentro in termine di capacità, risorse o vissuto. E con tutta una serie di benefici tra cui:

  • l’aumento della propria consapevolezza personale;
  • la maggior capacità di fronteggiare le difficoltà;
  • una miglior gestione e controllo dello stress;
  • il miglioramento delle proprie abilità comunicative e relazionali con gli altri;
  • l’aumento dell’autostima:
  • il recupero di situazioni legate alla depressione o all’ansia;
  • il miglioramento del rapporto tra mente-corpo.

Oltre poi a essere particolarmente efficace come supporto alle terapie più consuete nei percorsi di riabilitazione post ricovero ospedaliero e/o situazioni in cui si è stati sottoposti a isolamento. O anche nell’infanzia, come mezzo per aiutare i bambini a tirare fuori emozioni legate a paure, traumi, abusi, segreti. Ma non solo.

Arteterapia, autismo e alzheimer

L’arteterapia, infatti, può essere usata anche in quei casi in cui si hanno disturbi a livello comportamentale sia di tipo fisico che cognitivo come nel caso dell’autismo o dell’Alzheimer.

Nell’autismo, per esempio, le aree maggiormente coinvolte e danneggiate sono quelle comunicativa, relazionale ed espressiva. Per questo, soprattutto nei bambini, l’arteterapia (in ogni sua forma) può essere un importantissimo strumento per esprimere e comunicare con l’esterno in modo non verbale, aiutando a esprimersi in modo diverso, sbloccando la comunicazione bloccata dall’autismo e migliorando il percorso di crescita e di vita stessa del soggetto.

Soprattutto la musicoterapia, per esempio, è in grado di favorire le relazioni, la comunicazione, l’espressione, l’apprendimento e la motricità.

Discorso simile vale per i pazienti affetti da Alzheimer. In questi casi, infatti, l’arteterapia è in grado di alleviare i diversi disturbi cognitivi e i deficit comportamentali della persona (che subentrano soprattutto nelle fasi avanzate della malattia), aiutandola a esprimere meglio in modo non verbale le proprie emozioni anche legate al passato, rievocando ricordi e/o emozioni che spesso la malattia modifica o cancella.

Arteterapia, esercizi e obiettivi

Il tutto attraverso un percorso artistico personale e soggettivo che può essere di varia natura anche a seconda della maggior predisposizione o inclinazione di chi lo segue.

L’arteterapia, infatti, comprende diverse discipline ed esercizi a cui ci si può dedicare:

  • arti visive: e quindi il disegno, la pittura, la scultura, la fotografia, ecc. Per esempio attraverso la colorazione di mandala, che stimolano e favoriscono la calma e la libertà di creare, o anche dipingendo dei paesaggi, facendosi ispirare direttamente sul luogo e assaporandone ogni sensazione;
  • musicoterapia: in cui si ascolta musica o si suona uno strumento;
  • danzaterapia: in cui si impara a liberare il corpo, esprimendosi a 360° senza vincoli o coreografie prestabilite, ma solo seguendo la propria musicalità;
  • teatroterapia: che aiuta a comunicare sia con il corpo che attraverso la voce, unendo la finzione alla realtà;
  • gioco: in cui vengono proposte delle attività come nascondino, ruba bandiera, lanciare una palla, ecc. aiutando chi gioca a prepararsi alla vita, imparando a capire se stesso e i propri bisogni e/o necessità.

Il tutto aiutati da un arteterapeuta (ma anche in autonomia è possibile trarre tantissimi benefici dall’arteterapia) che, anche grazie a uno spazio dedicato libero e ampio o anche ricco di ogni tipologia di materiale necessario (carta, colori, stoffe, lane, legno, farina, teli, burattini, strumenti musicali, ecc.) aiuta il “paziente” a comprendere meglio ciò che vive e sente, agendo in modo particolar in tre aree:

  • quella terapeutica nei casi di handicap gravi e disturbi psichiatrici come integrazione ai trattamenti tradizionali;
  • quella riabilitativa, utilizzata in assenza di patologie psichiche con bambini, anziani, adolescenti e adulti;
  • quella educativa e preventiva, favorendo una maggiore consapevolezza e conoscenza di sé stessi nel momento presente e in quelli di cambiamento.

Tutto ciò imparando a esprimere sentimenti ed emozioni in modo simbolico, rendendoli concreti visivamente e permettendo al soggetto di osservarli e comprenderli come un qualcosa di staccato dalla propria persona, in modo oggettivo e più libero.

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