La scelta degli alimenti che facciamo ogni giorno non è solo dettata dalla necessità biologica di nutrirci, ma anche da una serie di fattori: culturali, regionali, legati alla salute o a particolari esigenze dietetiche. Sempre più spesso, si parla anche di alimentazione sostenibile, facendo riferimento sia a scelte personali che in ambito alimentare possono ridurre il proprio impatto ambientale sia a cambiamenti necessari su scala più ampia per tutelare il benessere e la salute globali.

Come spiega lo studio pubblicato su The Lancet Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems, infatti,

I sistemi alimentari hanno il potenziale per nutrire la salute umana e sostenere la sostenibilità ambientale; tuttavia, attualmente stanno minacciando entrambi. Fornire a una popolazione mondiale in crescita diete sane da sistemi alimentari sostenibili è una sfida immediata. Sebbene la produzione alimentare globale di calorie abbia tenuto il passo con la crescita della popolazione, più di 820 milioni di persone hanno cibo insufficiente e molte altre consumano diete di bassa qualità che causano carenze di micronutrienti e contribuiscono a un aumento sostanziale dell’incidenza dell’obesità. Le diete malsane rappresentano un rischio maggiore per la morbilità e la mortalità rispetto al sesso non sicuro e all’uso combinato di alcol, droghe e tabacco. Poiché gran parte della popolazione mondiale non è adeguatamente nutrita e molti sistemi e processi ambientali sono spinti oltre i limiti di sicurezza dalla produzione alimentare, è urgente una trasformazione globale del sistema alimentare.

Cosa si intende per alimentazione sostenibile?

L’Accademia di Nutrizione e Dietistica definisce l’alimentazione sostenibile come la scelta di cibi che siano sani sia per il nostro corpo che per l’ambiente.

Una definizione più specifica si trova in Sustainability of meat-based and plant-based diets and the environment:

una dieta composta da alimenti immessi sul mercato con processi produttivi a basso impatto ambientale, protettiva e rispettosa della biodiversità e degli ecosistemi, nutrizionalmente adeguata, sicura, sana, culturalmente accettabile ed economicamente abbordabile.

Secondo la commissione EAT-Lancet del 2019 sulle diete sane da sistemi alimentari sostenibili (EAT-Lancet Commission on Healthy Diets from Sustainable Food Systems), le condizioni per una dieta sostenibile, sana e nutriente per una popolazione globale in crescita – stimata in 10 miliardi al 2050 – possono essere stabilite solo attraverso un cambiamento radicale nei sistemi alimentari globali.

Questo cambiamento comporta una dieta con molti più alimenti a base vegetale rispetto a quella attuale e include più legumi (fagioli, piselli, lenticchie, arachidi), cereali integrali, verdure, frutta e noci e meno alimenti a base di origine animale, in particolare carne rossa e carne lavorata. È incoraggiato anche limitare i cereali raffinati e gli zuccheri aggiunti.

Alimentazione sostenibile e origine degli alimenti

Tutto ciò che mangiamo consuma risorse, crea occupazione, richiede trasporto, conservazione e stoccaggio. Comprendere il ciclo alimentare può aiutarci a consumare in modo più responsabile. Uno dei fattori che influiscono maggiormente sulla sostenibilità di quello che mangiamo è la loro origine. Spesso evitiamo di porci interrogativi sulla provenienza degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole e, inconsapevolmente, consumiamo prodotti che hanno fatto il giro del globo – talvolta più di una volta – per essere coltivati o allevati, processati e confezionati, con un enorme (e inutile) consumo di risorse per il trasporto e distribuzione, su cui guadagnano solo le grandi società.

Scegliere cibi prodotti localmente, invece, ha un effetto positivo sia sulla qualità degli alimenti che sulla salute e permette di controlla il processo di distribuzione, responsabilizzandoci. Non solo: favorisce l’economia locale e promuove la produzione in loco, riducendo l’inquinamento. Scegliere produttori locali, a km zero o da filiera corta contribuisce a un’economia più sostenibile che facilita l’approvvigionamento dei prodotti e ci rende meno vulnerabili.

Alimentazione sostenibile e spreco alimentare

Con oltre 800 milioni di persone che non possono nutrirsi a sufficienza, lo spreco alimentare è una vergogna senza pari, oltre che una delle principali cause di inquinamento. Un terzo delle emissioni di gas serra a livello globale, infatti, proviene dall’agricoltura e il 30% del cibo che produciamo viene sprecato. Parliamo di circa 1,8 miliardi di tonnellate all’anno. Se a livello globale smettessimo del tutto di sprecare cibo, elimineremmo l’8% delle nostre emissioni totali. Per rendere l’idea più chiaramente, se lo spreco alimentare fosse un Paese, sarebbe il terzo produttore di gas serra dopo Cina e USA.

Naturalmente, gli individui non sono i principali responsabili di tutti questi sprechi. Uno studio del 2018 ha rilevato che circa un terzo della nostra frutta e verdura viene rifiutato per essere della dimensione o della forma sbagliata prima ancora che raggiunga lo scaffale del supermercato, ad esempio.

Eppure, i consumatori non sono innocenti. Se analizziamo le differenze regionali nel modo in cui il cibo viene sprecato, vediamo che nei paesi a basso reddito il 40% del cibo viene sprecato dopo essere stato raccolto ma prima di arrivare alle case delle persone, di solito a causa della mancanza di infrastrutture adeguate.

Nei paesi a medio e alto reddito, invece, la responsabilità è sia della catena produttiva che dei consumatori: le stime suggeriscono che le famiglie sono responsabili del 53% di tutti gli sprechi alimentari in Europa e del 47% degli sprechi alimentari in Canada.

10 consigli per rendere la tua alimentazione sostenibile

Come fare, allora, per rendere la propria alimentazione sostenibile? Ecco 10 suggerimenti, otto dei quali arrivano direttamente dal documento del WWF “Otto consigli per mangiare per il Pianeta”.

1. Più piante, meno carne

L’allevamento di animali da carne e da latte richiede spazio ed enormi quantità di acqua e mangime. L’industria del bestiame da sola genera quasi il 15% di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Con il consumo globale di carne in aumento del 500% tra il 1992 e il 2016, è chiaro che dobbiamo riequilibrare le nostre diete dando la priorità alle piante e moderando l’assunzione di prodotti animali.

2. Sì alla varietà

Il 75% dell’approvvigionamento alimentare mondiale proviene da sole 12 piante e cinque specie animali. Una maggiore diversità nelle nostre diete è essenziale poiché la mancanza di varietà in agricoltura è sia dannosa per la natura che una minaccia per la sicurezza alimentare.

3. Scegli consapevolmente i prodotti della filiera ittica

Circa il 94% degli stock ittici è sovrasfruttato (34%) o sfruttato al massimo in modo sostenibile (60%) e l’acquacoltura ha i suoi problemi. Ma se prodotti in modo responsabile, i prodotti del mare possono avvantaggiare le persone, la natura e il clima. Prova una varietà di specie da fonti ben gestite, mangia più in basso nella catena alimentare e opta per frutti di mare a basse emissioni di carbonio.

4. Riduci gli sprechi

Come abbiamo visto, lo spreco alimentare è un grosso problema. Ridurre i rifiuti in casa è semplice: congela le verdure e tutto ciò che non puoi mangiare mentre è fresco e, ove possibile, acquista prodotti sfusi in modo da poter selezionare la quantità esatta di cui hai bisogno.

5. Coltiva il tuo orto

Cosa c’è di meglio dei prodotti freschi coltivati in casa direttamente dall’orto? Oltre ad essere sano e delizioso, è privo dell’impronta di carbonio del cibo acquistato in negozio.

6. Scegli prodotti con olio di palma certificato

L’olio di palma è responsabile della deforestazione su larga scala, mettendo a rischio la fauna selvatica come gli oranghi e le tigri, oltre a contribuire alle emissioni di gas serra e ad aumentare il rischio di cambiamento climatico. Ma rifiutare del tutto l’olio di palma potrebbe avere conseguenze indesiderate poiché le alternative possono essere anche peggiori per l’ambiente. Quando fai acquisti, cerca prodotti contenenti olio di palma sostenibile certificato RSPO.

7. Elimina la plastica

Porta una borsa riutilizzabile quando fai la spesa, opta per frutta e verdura senza imballaggio ove possibile, scegli brand e rivenditori che non utilizzano plastica e fai pressione perché chi continua a utilizzarla trovi alternative.

8. Mangia cibi di stagione

Quando possibile, cerca di includere nella tua dieta verdura e frutta di stagione del tuo negozio di fattoria locale o di un fruttivendolo. Oltre a sostenere la tua economia locale, potresti conoscere i produttori locali e ricevere consigli su come preparare cibi di stagione.

9. Basta acqua in bottiglia

Le bottiglie contenenti liquidi sono molto pesanti da spedire e per trasportarle è necessario molto combustibile fossile. Invece di acquistare bevande in bottiglia, usa una bottiglia ricaricabile e riempila con l’acqua del rubinetto o filtrata.

10. Indirizza le scelte col portafoglio (e col piatto!)

Non c’è modo migliore per influenzare la direzione del nostro sistema alimentare e ciò che le aziende della filiera alimentare producono e vendono che influenzare i loro profitti. Sostieni le scelte virtuose attraverso le tue decisioni di acquisto e non acquistare da chi non adotta strategie sostenibili.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!