L’utero setto è una condizione anomala dell’utero. Non si sa perché alcune donne ne siano dotate, ma, come suggerisce il nome, la malformazione – che a volte viene assimilata all’utero bicorne – dà vita a una sorta di parete fibrosa che divide totalmente o parzialmente, in lunghezza, l’organo riproduttivo femminile.

Si sa che si tratta di un’anomalia congenita, anche se non lo si vede subito. L’utero infatti muta la sua forma e le sue dimensioni nell’arco della vita della donna, in base alle funzioni che deve esercitare secondo le età.

Il grosso dei problemi di questa malformazione ha a che vedere, come si può immaginare, con la gravidanza. Per il resto non ci sono altri sintomi: se la gravidanza non vi dovesse toccare per tutta la vita per varie ragioni neppure vi accorgereste di avere l’utero setto o meno. Tuttavia, in alcuni casi i medici hanno riscontrato che l’utero setto è associato a difetti renali o scheletrici.

Utero setto e gravidanza

Utero setto
Fonte: Pixabay

I principali problemi che possono insorgere in gravidanza con un utero setto sono l’aborto spontaneo, il parto prematuro e il mal posizionamento del feto. Altri problemi più rari ma ugualmente gravissimi che l’utero setto può causare è la morte endouterina del feto e la sterilità, che non si può contrastare neppure con la procreazione assistita in questi casi. L’aborto spontaneo da utero setto si verifica sia nel primo trimestre sia nel secondo trimestre della gravidanza. Il rischio è ben oltre il 50% di possibilità di perdere il bambino. In alcuni casi, ma è raro, si può anche avere difficoltà a restare incinte.

Il parto prematuro è causato dalla mancanza di spazio, che porterebbe il neonato a nascere prima del termine previsto, cioè tra la 36esima e la 40esima settimana di gravidanza circa. Va da sé che quanto più tempo il bimbo resta nella cavità uterina della mamma in quest’arco di tempo, meglio è e meno ripercussioni ci saranno.

L’utero setto, dicevamo, può portare anche a un’errata posizione del feto, che può posizionarsi podalico oppure di traverso rispetto al collo dell’utero – che è la sua “uscita principale” (a meno che non sia programmato, potremmo dire che è il taglio cesareo l’ “uscita d’emergenza”). Se il medico non bada alla posizione del feto, tra l’altro, può essere un bel problema durante il parto.

Utero setto ed ecografia

Utero setto
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Di solito l’ecografia è sufficiente a determinare la presenza di un setto all’interno della cavità uterina, sebbene, quando sono molto molto piccoli, in gravidanza tendano ad appiattirsi (ma piccoli setti parziali – parliamo di millimetri – non rappresentano grossi rischi per il feto). L’ecografia è ovviamente consigliata in generale, perché rappresenta un esame non invasivo basato sugli ultrasuoni – si potrebbe suggerirne uno prima di programmare un figlio per esempio.

Come esame precedente a una gravidanza c’è anche però l’isteroscopia, che è appunto un’esplorazione dell’utero con un sondino. L’isteroscopia è un esame completo per quanto riguarda l’utero setto ma non è esclusivamente alternativo all’ecografia, ma può seguirla. Esami alternativi possono essere una sonoisterografia, una risonanza magnetica, un’isterosalpingografia e un’ultrasonografia. Il vostro medico può consigliarvi per il meglio.

L’operazione per l’utero setto

Utero setto
Fonte: Pixabay

L’operazione più diffusa per la rimozione del setto dalla cavità uterina è la metroplastica isteroscopica, intervento chirurgico apposito, importantissimo quando il setto è di grandi dimensioni o completo. Il chirurgo ricorre a un attrezzo chiamato isteroscopio, con cui rimuove le parti fibrose che metterebbero la gravidanza a rischio.

Per fare quest’operazione ci vuole l’anestesia totale o spinale e la distensione delle pareti interne dell’utero. Tuttavia, di solito la metroplastica si esegue in day hospital e non lascia cicatrici. Il grosso vantaggio è però che le gravidanze a termine dopo l’operazione arrivano a una percentuale che oscilla tra il 70 e l’80%.

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