Un percorso psicologico per scoprire voi stesse

La vita di tutti è spesso problematica e le difficoltà a volte appaiono insormontabili. Ognuno ha un “limite”, oltre il quale un semplice ostacolo diviene “problema”: per una adolescente magari il problema è il divieto dei genitori di rientrare dopo mezzanotte quando invece gli amici restano fuori fino all’una; per una donna adulta separata con figli il problema è la paura di restare sola e di non riuscire più a trovare un uomo; per un impiegato può essere quello di chiedere un aumento.

Non si può considerare il proprio problema come più importante rispetto a quello degli altri perchè un problema viene definito tale nel momento in cui produce uno stato di disturbo e di malessere nel soggetto che ne è “vittima” e la sopportazione e la resistenzacambiano da persona a persona.

Non tutti sanno però che la maggior parte delle volte, la difficoltà reale si cela non nel problema in sé ma dentro di noi e nei modi che mettiamo in atto per cercare di superarlo: trasformiamo una lieve collina in montagna, uno stagno in un mare lasciando che i problemi si susseguano e si sommino, per poi sentirci sommersi e senza vie d’uscita.

La psicologia si occupa anche di questo e ci può venire in aiuto nei momenti più critici, vediamo come!

  • La prima cosa da fare è identificare il problema, definendolo e rappresentandolo in modo adeguato, perché in caso contrario diminuisce la probabilità di risolverlo. Il consiglio è quello di prendere un diario, un quaderno o un’agenda e metterlo nero su bianco, utilizzando un linguaggio semplice e diretto. Nel caso dell’adolescente di prima un esempio sarebbe: “il mio problema è il coprifuoco imposto dai miei genitori“.
  • Seconda cosa da fare è organizzare le informazioni in nostro possesso in maniera logica e oggettiva, senza lasciarsi prendere dall’ansia: è proprio in questo caso che si rischia di tralasciare qualcosa di importante e di basarsi su presupposti che in realtà non esistono. Nel caso della giovane donna separata con figli, il consiglio è di rispondere alle seguenti domande “Cosa faccio per conoscere gente nuova? Come posso organizzarmi con i figli per poter fare nuove amicizie?
  • Solo dopo aver fatto tutto questo possiamo iniziare a formulare una strategia adeguata a quel problema. In questo caso gli errori più comuni sono due: – molte volte usiamo metodi che per altri problemi hanno funzionato bene ma che in questo caso difficilmente potranno dare gli effetti sperati;  usiamo strategie consigliate da altri effettuando eccessive generalizzazioni, senza renderci conto che nella maggior parte dei casi ogni problema è personale e quindi richiede soluzioni personalizzabili. L’impiegato di prima potrebbe scrivere sull’agenda: “Posso inoltrare la richiesta per scritto” oppure “Posso richiedere l’aumento in concomitanza ad un premio di produzione“.

Chiaramente sono solo esempi ed i nostri problemi “reali” possono anche essere più difficili da superare ma non buttatevi subito giù, pensate, pensate e pensate! Vedrete che anche con i nostri problemi, il procedimento è lo stesso!

Esistono, poi, delle tecniche che possono facilitare la soluzione dei problemi, quelle che hanno più probabilità di ottenere un risultato positivo sono:

  • Analisi mezzi- fini: ovvero cercare di effettuare un confronto fra la situazione attuale e gli obiettivi finali;
  • Procedere in avanti: si parte dal punto iniziale arrivando al punto finale facendoci aiutare dalle informazioni che pian piano acquisiamo, quasi fosse una caccia al tesoro;
  • Procedere indietro: si parte dalla fine e si procede a ritroso per trovare la soluzione;
  • Se invece il nostro problema non è immediato e abbiamo del tempo possiamo seguire altre due strade:
  • “Genera e verifica”: cioè seguire diversi percorsi fino alla fine vedendo dove conducono e in caso di esito negativo provare con un altro. Ripetere l’operazione fino a quando un percorso non ci condurrà alla meta;
  • l’incubazione: consiste nel mettere da parte il problema per un determinato periodo di tempo cercando di non pensarci. Tutti i dati in nostro possesso verranno così elaborati in maniera subconscia ed i dettagli meno importanti decadranno facendo posto a quelli più importanti. Puo’ così accadere di svegliarvi all’improvviso con la soluzione al problema! Oppure di trovarla mentre eravate impegnati a fare altro! In questo caso si può ben dire che avete avuto un insight, un po’ quello che capitò a Newton con la mela o ad Archimede quando esclamò “Eureka!”. Insight è la comprensione improvvisa della strategia giusta o della stessa soluzione di un problema, quella che fino ad allora non avevamo preso in considerazione. Il nostro cervello infatti analizza i dati in suo possesso e li riconcettualizza in modo del tutto originale, così da farci giungere ad un punto di vista innovativo.

Insomma, quando sulla nostra strada incontriamo un ostacolo, è inutile evitarlo! Usiamo invece il nostro cervello e le sue molteplici potenzialità e scopriremo in lui un alleato fedele che molto spesso si rivela il nostro migliore amico!

Dott.ssa Cristina Colantuono

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