
Tessuti aerei: i benefici di essere "ragazze volanti"
Tessuti aerei è una disciplina nata nel circo: l'atleta si arrampica su un tessuto di stoffa a 5 metri di altezza realizzando acrobazie spettacolari.

Tessuti aerei è una disciplina nata nel circo: l'atleta si arrampica su un tessuto di stoffa a 5 metri di altezza realizzando acrobazie spettacolari.
Nata come disciplina circense (celebri le performance del Cirque du Soleil), quella dei tessuti aerei è oggi praticata anche all’esterno di quel contesto ed esistono diverse gare di settore dedicate. Chi si cimenta con questa pratica esegue acrobazie spettacolari, bellissime da vedere, perché esaltano fino in fondo la fisicità e la corporeità dell’acrobata: è un inno alla bellezza del corpo, oltre che un modo per allenarsi e tenersi in forma.
Una delle aerial performer italiane più note è Ilaria De Novellis, che vanta una lunghissima esperienza e formazione. Nel 2011 si è classificata al primo posto per la categoria Tessuti Aerei al World’s First PPS Aerial Performance Tournament di Hong Kong. Per lei non è solo una disciplina sportiva, ma una vera e propria forma d’arte.
In un’intervista ha dichiarato:
“Nella mia adolescenza il libro che mi aveva ispirato era Sogno di una notte di mezza estate. E fu quell’identica atmosfera che percepii quando entrai per la prima volta in una sala di aerea. Io ero in un sogno, in una dimensione surreale, senza aver neanche iniziato. Ed è questa stessa dimensione che cerco di riprodurre quando mi esibisco. Questo senso di magia che io stessa avverto. Guardare dall’alto è una sensazione straordinaria, forse impossibile da spiegare. So che sorrido tanto quando sono nell’aria”.
La danza aerea su tessuto si pratica arrampicandosi sopra un tessuto di stoffa elastica di 16 metri certificato per aerea, appeso ad almeno 5 metri di altezza e fissato a un moschettone o a un gancio. Sotto si posiziona una rete o un materasso per prevenire le cadute e garantire la massima sicurezza dell’atleta. Durante la performance il tessuto viene avvolto intorno al corpo, utilizzando braccia, gambe, addominali: tutti i muscoli sono sollecitati per controllare il tessuto. Questo controllo è assicurato anche da veri e propri nodi che vengono come chiusi e rilasciati durante la performance con giochi di bilanciamento peso.
La danza aerea si può praticare anche con altri oggetti (è importante che siano certificati), non solo il tessuto:
Come abbigliamento, si utilizzano solitamente body o tute intere, più coprenti e dunque in grado di proteggere le gambe dal tessuto che, sfregando sulla pelle, può causare leggere lesioni.
Danzare in aria aiuta a vincere la paura del vuoto e ad acquistare fiducia in se stessi: è un modo divertente e diverso per allenarsi e tenersi in forma, stuzzicando anche la fantasia e la creatività. Dal punto di vista fisico rafforza i muscoli (soprattutto gli arti superiori e inferiori, dorsali e addominali), si lavora sull’allungamento della colonna vertebrale, è un allenamento cardiovascolare di forza e flessibilità che unisce danza, fitness, e acrobatica. Oltre a una buona preparazione di base di partenza, serve molta concentrazione e una buona dose di forza.
L’acrobata deve essere totalmente presente, sia mentalmente che fisicamente e deve spingersi oltre i propri limiti, puntando a un maggiore equilibrio, a una maggiore fluidità di movimento, a una maggiore forza. E deve vincere anche i blocchi mentali, superando il senso di vertigine e lasciandosi completamente andare.
Le figure base sono accessibili a tutti coloro che godono di una buona forma fisica ed è possibile accostarsi alla disciplina anche da non più giovanissimi, raggiungendo ugualmente buoni risultati. Come ogni disciplina ha i suoi rischi, soprattutto bruciature e sfregamenti o infortuni muscolari.
Si va dalle posizioni base a quelle più complesse a appariscenti, passando per giravolte e cadute, di diverso grado di difficoltà. La cosiddetta “kamikaze” è la più pericolosa, difatti in alcuni contesti agonistici è vietata. Poi ci sono il 360, la doppia poplitea, per fare alcuni esempi. Tantissime le posizioni: il pipistrello, il Buddha, la chiave di piede, la chiave di ventre. Poi ci sono le tecniche di salita: il panino, la poplitea, il panino incrociato; tra le acrobazie, il nodo, la caduta, la corsa, il bocciolo, l’amaca.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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