Le prime visite, dalle quali inizia a suonare un campanello d’allarme, poi i controlli approfonditi, la diagnosi, i protocolli terapeutici da adottare: il cancro al seno porta con sé un carico psicologico che si abbatte come un tornado su migliaia di donne ogni anno. Che cosa possiamo fare per alleggerire almeno un pochino questo peso incredibile? A Bari, alcune volontarie hanno promosso una simpatica iniziativa, che ha riscosso grande successo tra le pazienti dell’Istituto Oncologico Giovanni Paolo II.

Dopo l’intervento per rimuovere il cancro al seno, infatti, le donne sono costrette a portare degli ingombranti drenaggi per alcuni giorni, sia in ospedale che dopo le dimissioni, una volta tornate a casa. Per alleviare un po’ il “disturbo” e al contempo cercare di portare serenità nelle pazienti, la caposala del reparto di senologia dell’istituto pugliese ha proposto un’attività di volontariato che ha subito trovato accoglienza.

E così 50 volontarie, guidate dall’educatrice Ada Martella che si occupa dei centri famiglie Japigia Torre a Mare e Carbonara, si sono messe all’opera in un’iniziativa di sartoria solidale. Sono nate le prime Tele di Emos, borsette porta drenaggio dai colori brillanti e dalle fantasie sgargianti, per rendere più facile non solo il trasporto delle sacche post-operatorie, ma anche il ritorno alla vita quotidiana dopo l’intervento al seno.

Le borsette sono state donate alle pazienti dell’Istituto Oncologico di Bari, per permettere loro di affrontare in maniera diversa il periodo post-operatorio. Nella settimana che segue l’intervento, infatti, le donne dovranno portare con sé un sacchetto in cui vanno a drenare sangue e altri liquidi dalla zona in cui è avvenuta l’operazione. L’asportazione del tumore e, a volte, del seno intero lascia già cicatrici fisiche e psicologiche che solo il tempo e il sostegno degli affetti più cari potranno alleviare.

Le Tele di Emos permettono di celare almeno alla vista il drenaggio indispensabile per i primi giorni, rendendo un po’ più facile affrontare il trauma. L’iniziativa è stata accolta con calore dalle volontarie, che si sono messe subito a disposizione per preparare le prime borse da destinare alle pazienti appena operate. Alcune delle volontarie stesse, d’altronde, hanno già affrontato in prima persona l’esperienza delle cure oncologiche, e hanno visto in maniera positiva questo piccolo gesto di solidarietà nei confronti delle donne che si troveranno a camminare lungo lo stesso, difficile percorso.

Ada Martella ha così commentato l’iniziativa Tele di Emos:

“Il progetto sta offrendo a molte donne che hanno attraversato la sofferenza legata alla malattia anche uno spazio di rielaborazione del proprio vissuto, è come se in quel filo e in quell’ago che ha messo insieme i pezzi di una Tela di Emos si ricucisse la propria ferita”.

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